La chemiomelassa e la zootecnia degli umani

Strani progetti incombono: dove gli insetti forniscono alimenti da sempre, si tolgono gli insetti. Dove gli insetti sono da sempre rifiutati, li si vuole far diventare nuovo cibo. [Pino Cabras]

La chemiomelassa e la zootecnia degli umani
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8 Febbraio 2024 - 10.53


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di Pino Cabras.

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Strani progetti incombono: dove gli insetti forniscono alimenti da sempre, si tolgono gli insetti. Dove gli insetti sono da sempre rifiutati, li si vuole far diventare nuovo cibo.

Mi spiego.

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Ho appena visto in Tv un servizio sul miele fatto senza api. Sono pronti a demolire anche l’apicoltura per far posto a multinazionali che produrranno in modo massiccio una chemiomelassa fatta in impianti industriali che invaderà i mercati.

Per contro, il grande battage pubblicitario sulle farine di grillo va a coprire lo sdoganamento delle farine andate a male per via della presenza di insetti: il vero obiettivo è lo svilimento dell’agricoltura di qualità e legata all’anima dei territori in vista della sua sostituzione con una catena del valore che remunera soltanto chi si lega a un padronato riconducibile ai soliti quattro proprietari (che sono anche gli azionisti dei media, delle case farmaceutiche, delle banche e delle industrie belliche).

La ribellione degli agricoltori è figlia di un danno subito già in profondità, in molti luoghi al limite dell’irreparabile. Una reazione robusta ma ormai in emergenza. I maggiordomi dei boss di Davos che governano l’Europa proveranno a comprare un po’ di tempo facendo qualche modesta concessione, stipulando qualche tregua fiscale, e tuttavia gli agricoltori non devono illudersi, né deve farlo la società tutta. Il progetto per distruggerli non va in vacanza. I maggiordomi concederanno ora qualche miliardo, ma quel che maneggiano è un progetto in cui i boss impiegheranno migliaia di miliardi. Un rapporto di forza da brividi. Mirano a sostituire l’agricoltura e la zootecnia con una sorta di zootecnia degli umani, da rendere docili, da abituare a un mangime omologato e da marchiare. Questa è la posta in gioco. Quindi non è tempo di cedere, abdicare, rinunciare. No. Dobbiamo riportare il mondo al passo dell’essere umano.

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