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Roma, 20 ottobre 2009. Trasferimento d”ufficio e perdita dell”anzianità . Così ieri il Csm ha punito i magistrati di Salerno, Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani, che avevano indagato sui magistrati che avevano ereditato le inchieste “Poseidone” e “Why Not” ed anche sull”avocazione e la revoca delle inchieste a Luigi de Magistris.
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Poco è importato al Consiglio superiore della magistratura se qualche settimana fa il gip del tribunale di Perugia ha prosciolto da ogni accusa lo stesso de Magistris ed i magistrati di Salerno.
Eppure quel provvedimento aveva chiarito che non si trattava di una “guerra tra procure” ma soltanto di una procura, quella di Salerno, che legittimamente indagava su un”altra procura, quella di Catanzaro, e che nell”ambito di quell”indagine aveva eseguito un decreto di perquisizione e sequestro, assolutamente lecito, al quale era seguito un controsequestro illegale.
Il Csm però ha fatto orecchie da mercante e la sentenza di Perugia è stata messa da parte così come quella del Tribunale del Riesame che di quell”azione ne avea sancito “la piena legittimità “. Secondo alcune indiscrezioni il Csm avrebbe comunque intravisto un “uso strumentale” per fini di giustizia che sarebbero stati mal perseguiti e per questo il tribunale delle toghe ha disposto per la Nuzzi la perdita di anzianità pari a 6 mesi, mentre per Verasani la sanzione è stata più leggera, con la perdita di anzianità di 4 mesi. Per entrambi, inoltre, è stata disposta la pena accessoria del trasferimento di sede e di funzioni, già effettuato in via cautelare nello scorso inverno: Nuzzi era passata al tribunale di Latina e Verasani a quallo di Cassino, con la funzione di giudici.
Una sentenza assurda, ingiusta, umiliante, già scritta, perché i soggetti che erano chiamati a giudicare erano gli stessi politici e togati che avevano già “abbattuto” in precedenza i magistrati di Salerno.
“E” stato un teatrino- ha commentato Gabriella Nuzzi – nel quale ognuno recitava la propria parte in un copione dal finale già scritto. Non ci è stato neanche consentito di portare i testi che avevamo richiesto. Ricorreremo in Cassazione. C”era incompatibilità e obbligo di astensione perché, alcuni dei consiglieri, avevano un interesse in questo procedimento. Mi riferisco agli stessi consiglieri che emisero la sentenza disciplinare nei confronti di de Magistris”.”. Tra i testi richiesti dalla difesa, il pm di Crotone Pierpaolo Bruni, e il consulente finanziario delle inchieste Why Not e Poseidone, Piero Sagona.
Sempre ieri, il Csm, ha dichiarato il non luogo a procedere per il terzo dei magistrati salernitani colpito dai provvedimenti disciplinari: l”ex procuratore capo Luigi Apicella, sospeso sia dalle funzioni, sia dallo stipendio, ha infatti lasciato la magistratura per sopraggiunti limiti d”età .
Fonte: www.antimafiaduemila.com.
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