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Quella puntata di ””Satyricon”” e l”editto bulgaro.           Torna in libreria, con tutti gli aggiornamenti rispetto agli ultimi processi e alle ultime sentenze, “L”odore dei soldi”, di Elio Veltri e Marco Travaglio (Editori Riuniti), il bestseller che nel 2001 ha venduto 350 mila copie, provocando, pochi mesi dopo, l”epurazione dalla Rai di Biagi, Santoro e Luttazzi. Pubblichiamo uno stralcio della prefazione.
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Nelle prime due settimane “L”odore dei soldi” ha venduto 18 mila copie (merito anche di misteriosi personaggi che si presentano nelle librerie più in vista, come quella dell”aeroporto di Fiumicino, a fare incetta di tutte le copie disponibili, come mi viene riferito dal mio direttore di allora, Ezio Mauro, che l”ha saputo dall”editore Carlo De Benedetti). Della presentazione alla Camera, riferiscono soltanto la Lucca sul “Manifesto” e un articolo di “Liberazione”. Ma la recensione del Manifesto viene notata da Daniele Luttazzi, attore satirico che lavora per Raidue diretta da Carlo Freccero. Luttazzi si procura “L”odore dei soldi” e comincia a leggerlo.
Resta colpito dall”ultima vera intervista di Paolo Borsellino prima di morire (rifiutata da tutti i tg Rai e trasmessa nottetempo da RaiNews24 il 19 settembre 2000), in cui il giudice antimafia parla di indagini sui rapporti fra Berlusconi, Marcello Dell”Utri e il cosiddetto “stalliere di Arcore”, il boss
L”attore conduce su Raidue un programma “Satyricon”, dichiaratamente ispirato al “David Letterman Show” e di grande successo, vicino al 15 per cento di share, con un pubblico (sopra i 2 milioni di persone) addirittura superiore alla “Piovra 10” e a “Porta a Porta”, ma soprattutto alla concorrenza di Mediaset, che in prima serata strapazza la Rai col “Grande Fratello”. Ogni settimana Luttazzi intervista personaggi della politica, della cultura, dello spettacolo, dello sport. Decide di invitarmi per parlare de “L”odore dei soldi”, che intanto sta scalando le classifiche (il 10 marzo, la settimana precedente la trasmissione, è secondo nella saggistica davanti a “L”Italia che ho in mente”, cioè alla raccolta dei discorsi di Silvio Berlusconi pubblicata da Mondadori). Il suo accordo con Carlo Freccero, direttore di Raidue, gli permette la più ampia libertà nella scelta degli ospiti e degli argomenti.
L”addetta al casting Raffaella Fioretta mi telefona per concordare la data della registrazione: sarà il martedì 13 marzo, la puntata andrà in onda l”indomani, cioè mercoledì 14. Chiedo di poter incontrare Luttazzi qualche minuto prima della registrazione. Non ci siamo mai visti né conosciuti, e, vista la delicatezza e la complessità dei temi trattati nel libro, voglio capire fin dove Daniele intende spingersi con le domande. Mi dicono di presentarmi in studio alle 20, un”ora prima della registrazione. Lì, nel backstage, incontro David Zard, il produttore che è venuto ad accompagnare un altro ospite, Riccardo Cocciante. Conosco Freccero e la sua assistente Enza Gentile. I ragazzi della produzione Ballandi mi sottopongono al rito che tocca a tutti gli ospiti di “Satyricon”: devo posare per una Polaroid istantanea, sulla quale mi viene chiesto di scrivere a pennarello una dedica al conduttore. La mia, improvvisata sul momento in preda all”emozione, è questa: “Ecco un teppista (quasi) paragonabile a te. Uno che, con quel che dirà , anticiperà la chiusura di Satyricon”.
Ancora non posso credere che Luttazzi vorrà rovinarsi la carriera facendomi parlare di un libro del genere in un momento del genere. Lui intanto, bloccato nel traffico romano, non si vede. Io intanto vengo presentato alle ragazze della scuderia di Schicchi, che “assistono” Luttazzi in studio. Una, Edelweiss, è vestita (si fa per dire) con un paio di francobolli di carta stagnola. Mentre sto per perdere i sensi, arriva Daniele. Qualche minuto dopo le 20,30. Appena in tempo per cambiarsi, incontrare la regista Franza Di Rosa per gli ultimi dettagli, salutare di corsa noi ospiti e infilarsi in studio. Mi sfreccia davanti alla velocità della luce, riesco a malapena a stringergli la mano, senza poter concordare nulla. “Ci vediamo dentro”, mi sibila parlando più veloce di quanto cammini. Quando tocca a me, dunque, non ho la più pallida idea di quel che mi chiederà . Nessuna prova, nessuna domanda concordata, tutto improvvisato, senza rete. Anche il distacco improvviso di un pezzo di scenografia che provoca un botto in studio, facendo sussultare tutti visto che in quel momento stiamo parlando delle bombe del 1992-”93.
Io ricambio: “Sai chi mi ricordi? Quel governatore della Pennsylvania che un giorno si presentò in televisione, si infilò la canna di una pistola in bocca, e si sparò”. Mentre torno dietro le quinte, mi viene incontro un Freccero molto emozionato: “Sei stato efficacissimo. Se potessi, ti darei subito un programma. Ma, da domani sera, non avrò più una rete…”. La registrazione con gli altri ospiti va a rilento, e a un certo punto lascio gli studi Rai per andare a cena. Ho appuntamento al ristorante con Curzio Maltese e il giovane regista Paolo Sorrentino, che diverrà celebre per “Il Divo”. Racconto quel che è appena successo, ci domandiamo se la Rai oserà mai trasmettere quell”intervista.
Luttazzi mi racconterà che, finita la registrazione, domandò a Freccero: “L”intervista a Travaglio può andare in onda?”. E il direttore lo rassicurò: “Certamente. Travaglio non ha fatto altro che raccontare i documenti del suo libro”. Luttazzi è un sorvegliato speciale da un bel po”. In quell”edizione di “Satyricon” ne ha già combinate di tutti i colori. Ha annusato gli slip rossi di Anna Falchi infilandoseli nel taschino come pochette. Ha mangiato una finta cacca di cioccolato in risposta al consigliere Rai Alberto Contri che gliel”aveva suggerita come l”ultima cosa disgustosa che gli restava da fare. Ha intervistato Marco Pannella che ha attaccato la Chiesa per la sua posizione sulla droga, la pillola del giorno dopo e il preservativo (“un brutale attacco al Papa”, per l”Osservatore Romano). E poi il direttore di MicroMega, Paolo Flores d”Arcais, che ha rincarato la dose sul cardinale Camillo Ruini e su Massimo D”Alema. Visti i precedenti, ogni mercoledì mattina il consiglio d”amministrazione Rai convoca Freccero per conoscere in anticipo il menu di “Satyricon”.
Il mattino del 14 marzo il direttore ha rassicurato i consiglieri: “Stasera niente sesso né coprofagia”. Quelli, visibilmente sollevati, si sono dimenticati di informarsi su cos”era invece previsto. Saprò più tardi che Silvio Berlusconi era stato informato in extremis da qualche spia interna a Raidue di ciò che quella sera sarebbe stato mandato in onda, e che aveva telefonato personalmente a Freccero per chiedergli di non farlo. Ma Freccero gli aveva opposto un cortese, ma netto rifiuto di ogni censura preventiva. Giocandosi, così, la carriera.
La sera della messa in onda, mercoledì 14 marzo 2001, me la ricorderò finché campo. Rientrato a Torino (dove lavoro nella redazione di Repubblica), ho tenuto d”occhio le agenzie di stampa per tutto il giorno, nell”attesa dell”annuncio che do per scontato: i vertici Rai hanno visto la registrazione e hanno cancellato “Satyricon”. Invece le ore passano e non accade nulla. Alle 22.30 o giù di lì parte regolarmente la sigla del programma luttazziano. Poi, a un certo punto, parte la mia intervista. Integrale. Nemmeno un secondo tagliato. Il primo a chiamarmi è Curzio Maltese: ci domandiamo quale sarà la reazione di Berlusconi & C, conveniamo che forse, furbi ed esperti in comunicazione come sono, abbozzeranno per non amplificare le notizie contenute nella mia intervista.
Gli fa eco, per non esser da meno, Paolo Romani, responsabile per l”informazione di Forza Italia: “È stato un attacco proditorio, vergognoso, senza precedenti contro il presidente Berlusconi sul servizio pubblico. Richiediamo una riunione immediata della commissione di Vigilanza per chiedere le dimissioni dell”attuale vertice Rai e dei suoi direttori. Un”azienda totalmente allo sbando non è più in grado di gestire il servizio pubblico nella prossima campagna elettorale”.
Tra i tanti amici che mi telefonano eccitatissimi, c”è Franca Rame, con la solita voce da moribonda: “Marco, era da non so quanti anni che non avevo un orgasmo.”. Alle due del mattino, mi chiama Freccero con voce cavernosa e vagamente cospiratoria: “Ho riacceso ora il cellulare che avevo spento all”inizio di ”Satyricon”. Meglio che non ti dica chi mi ha lasciato messaggi sulla segreteria telefonica e cosa ha lasciato detto.”. Freccero e Zaccaria (che non sapeva nulla della mia intervista) difenderanno a spada tratta la libertà di “Satyricon”. E pagheranno prezzi altissimi per averlo fatto. Così come Franza Di Rosa, la regista, che verrà letteralmente ostracizzata dalla Rai. Quella sera Bruno Vespa, sempre molto informato sul ménage di casa Berlusconi, in uno dei suoi libri-marchetta – il Cavaliere è nella sua villa di Macherio, appena rientrato dopo una riunione ad Arcore. Un suo vecchio collaboratore lo chiama al telefono: “Dottore, guardi Raidue”. “Accesi e vidi quello spettacolo che ci portava ai limiti della convivenza democratica”, piagnucolerà il Cavaliere sulla spalla del fido Bruno, che troverà disdicevole l”assenza di “contraddittorio” a “Satyricon”, lui che da anni lascia parlare Berlusconi per due o tre ore a sera in beata solitudine.
Quel “Satyricon” lo vede una media di 2 milioni 332 mila telespettatori: data l”ora, un esercito, pari a uno share del 16,92 per cento (contro il 15,66 della settimana precedente). Ma la mia intervista parte sotto i 3 milioni e finisce con un picco di 3 milioni e mezzo. L”indomani si scatena il putiferio. Nei Palazzi della politica e dell”informazione non si parla d”altro.
Berlusconi parte per Roma all”alba e alle 9 già incontra il suo portavoce Paolo Bonaiuti nella reggia-ufficio di via del Plebiscito. Chiama Fini e Bossi, trovandoli – riferisce sempre Vespa – “entrambi indignati. Il Senatùr in particolare usò espressioni più forti dello stesso Berlusconi”. (…) Il Cavaliere riunisce a pranzo il consiglio di guerra: Casini, Letta, Bonaiuti, Buttiglione, Pisanu, La Loggia, Scajola e Tremonti. Casini lancia l”idea che gli uomini della Cdl disertino i programmi della Rai.
Tutti accettano entusiasti l”Aventino (un paio di giorni, non di più). Poi, mentre Landolfi si appella nientemeno che al capo dello Stato e Francesco Cossiga parla di “crimine politico alla Rai”, Berlusconi incontra con Pisanu il presidente della Camera Violante. Annuncia azioni legali pesantissime, manipolando a suo piacimento le cose scritte nel libro e dette a “Satyricon”: “Davanti all”accusa di essere tra i mandanti occulti delle stragi di Capaci, di via d”Amelio, degli Uffizi, non mi abbasso a rispondere. Dovranno invece renderne conto l”autore del libercolo, il conduttore della trasmissione e i vertici della Rai”. Berlusconi e i suoi cari presenteranno otto denunce in altrettante cause civili per 140 miliardi di lire di danni. E le perderanno tutte e otto.
Tratto da: Il Fatto quotidiano.
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