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di Monica Centofante – 21 aprile 2010
Non c”è solo il faccendiere Flavio Carboni tra gli indagati della nuova inchiesta della Procura di Roma. Che partendo da una serie di accertamenti su appalti pubblici nella Regione Sardegna sta portando gli inquirenti nel cuore di un sistema gelatinoso in cui convergono gli interessi di fette di politica, imprenditoria e magistratura. Per il momento, ha confermato nel pomeriggio il procuratore romano Giovanni Ferrara, sono cinque i destinatari degli avvisi di garanzia: oltre a Carboni il consigliere provinciale di Iglesias Pinello Cossu, il consigliere dell”Arpa di Sanremo Ignazio Farris, il magistrato tributario Pasquale Lombardi e il costruttore Arcangelo Martino. Quest”ultimo, ex-assessore socialista del Comune di Napoli, arrestato e poi prosciolto ai tempi di Tangentopoli e noto alle cronache per aver a suo tempo dichiarato, salvo poi essere smentito, di essere stato lui ad aver presentato il padre di Noemi Letizia al Presidente del Consiglio.
Sul coinvolgimento nell”inchiesta romana di Berlusconi, il cui nome è emerso tra le indiscrezioni giornalistiche, il procuratore Ferrara si è affrettato a precisare: “Non sono emersi elementi” di responsabilità , così come per altri componenti del Governo.
Ma da quanto si è appreso dalle stesse indicrezioni l”inchiesta, che ha presto oltrepassato i confini della Sardegna e si svolge in molteplici zone d”Italia, potrebbe invece travolgere personaggi eccellenti: tutti politici del centrodestra, tutti intercettati mentre al telefono con Lombardi e Carboni parlavano di affari e favori, possibili soprattutto grazie alle “entrature” di Lombardi in ambienti della magistratura laziale e campana.
In sostanza ai magistrati si chiedeva un occhio di riguardo nei confronti di indagati amici, in cambio di favori possibili grazie alla vicinanza del Lombardi con quei soggetti politici.
Tra le voci intercettate dagli inquirenti vi sarebbe anche quella di Marcello Dell”Utri, che Lombardi non nega di conoscere, “ma i nostri rapporti – dichiara a Repubblica – sono stati soltanto di natura politica”. Anche se, specifica il quotidiano, dalle conversazioni emergerebbe che lo stesso Lombardi “avrebbe offerto i suoi ”buoni uffici”, veri o millantati, con magistrati che si sarebbero occupati delle vicende giudiziarie del senatore”.
L”indagine, condotta dai pm Rodolfo Sabelli e Ilaria Calò, coordinati dall”aggiunto Giancarlo Capaldo, riguarda episodi corruttivi di diversa natura e transazioni finanziarie per cifre colossali attraverso società off-shore.
Avviata diversi mesi fa nel più totale riserbo è stata rivelata in questi giorni a seguito di una richiesta di proroga che potrebbe aprire a nuovi scenari. E per molti i guai giudiziari potrebbero iniziare adesso.
Tratto da: antimafiaduemila.com‘