Adro: il sindaco padre-padrone condannato perché non paga l'Ici

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15 Settembre 2010 - 07.55


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di Elisabetta Reguitti – Il Fatto Quotidiano.

OSCAR LANCINI, SINDACO DI ADRO, HA PERSO IL RICORSO CASSAZIONE PER 20 MILA EURO EVASI.
La Eredi Lancini di Adro deve al Comune, quindi ai cittadini del paese, circa 20 mila euro di imposta Ici non pagata. È stata la Corte suprema di Cassazione, con la sentenza del 23 giugno scorso, a rigettare il ricorso presentato dall”azienda della famiglia del sindaco “padre-padrone” Oscar Danilo Lancini, imponendo il pagamento del dovuto. Tradotto significa che il sindaco prima di proclamare la legalità e la sacralità delle regole dovrebbe, come tutti, rispettare la legge e pagare il dovuto.

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SI TRATTA DEGLI accertamenti esattoriali dal 2005 al 2008 con le dovute differenze tra gli anni di commissariamento della fabbrica che è stata dichiarata fallita. “Ricorso inammissibile” e bocciato addirittura anche il metodo “farcito” – si legge nella sentenza -. Che spiega come, nell”intento di evitare di incorrere in vizi di autosufficienza, sia stata scaricata sulla Corte “tutta la documentazione di merito”. Non solo: la Corte di Cassazione ha persino sottolineato l”incapacità di presentare il ricorso. Si legge: “Il ricorrente non può riversare sulla scrivania del giudice di legittimità la materia grezza degli atti processuali, perché lo stesso giudice di legittimità scelga ad libitum ciò che serve e/o ne tragga una sintesi quale che sia, aggirando così i limiti del giudizio di legittimità“.

Detto questo cerchiamo di ricostruire la storia giudiziaria – chiusa a maggio con la prescrizione – della Elg, fallita e oggi chiusa, di cui era socio (e per un periodo anche responsabile tecnico) insieme alla famiglia (madre e due fratelli) proprio l”attuale sindaco.

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Tre filoni di indagine e due certezze: l”Ici e gli interessi arretrati non pagati e una parte di fiume Oglio, a cavallo tra le province di Bergamo e Brescia, in cui ad oggi giacciono 7 mila tonnellate di fanghi altamente inquinati, cianuro, metalli pesanti e così via, ma ad oggi nessun colpevole, anche se dal 1993 la Elg era autorizzata dalla Regione Lombardia a smaltire rifiuti liquidi speciali.

Il sindaco e la madre erano stati rinviati a giudizio (nel 2003) per sette capi di imputazione tra cui lo scarico di sostanze inquinanti in fognatura. Nel secondo processo erano coinvolti il fratello e la sorella del sindaco.

IN ENTRAMBI , i primi due processi il Comune di Adro si era costituito parte civile. Ricapitolando: il sindaco chiede i danni a se stesso e in più, la giunta monocolore leghista nomina i periti e gli avvocati che devono difendere gli interessi degli abitanti di Adro contro il primo cittadino, i suoi parenti e la loro azienda.

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Che dire? Poco o nulla visto che gli elettori di Adro nel 2004, hanno rieletto (con il 47% dei voti) quello stesso sindaco. Intanto gli anni passano, la prima denuncia contro la Elg ha già fatto la muffa avviandosi verso la prescrizione così come il secondo filone, e lo stesso è stato per il terzo. Nonostante le accuse di avere sversato nelle fognatura i reflui che la Elg avrebbe dovuto trattare.

 

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