P3. Dubbi sulle intercettazioni

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24 Settembre 2010 - 17.49


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Ma la Cassazione rinvia la decisione
di Monica Centofante – antimafiaduemila.com.
Rischia di arenarsi l”inchiesta sulla cosiddetta P3. Di incagliarsi sullo stesso terreno delle intercettazioni che solo due giorni fa ha frenato le indagini della Dda di Napoli che aveva chiesto, senza ottenerla, l”autorizzazione ad utilizzare le compromettenti conversazioni dell”on. Nicola Cosentino. Accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e già destinario di un”ordinanza di custodia cautelare.


Nella giornata di ieri la Corte di Cassazione ha depositato la sentenza numero 34224, con la quale due settimane fa aveva annullato con rinvio il provvedimento di conferma della custodia cautelare in carcere disposta nei confronti di Flavio Carboni e Pasquale Lombardi.
Secondo i supremi giudici ci sarebbero infatti dei dubbi sull”utilizzabilità delle intercettazioni presenti nell”inchiesta. Per la precisione, esisterebbe nel provvedimento del tribunale del Riesame un “vizio di motivazione sulla natura ”casualè o meno degli esiti delle intercettazioni telefoniche” perché il Riesame ha fondato il giudizio, si legge nelle 25 pagine di cui è composto il documento, “prescindendo totalmente dall”analisi delle censure mosse dalla difesa di Carboni e contrapponendo alle considerazioni avanzate dalla stessa sulla base degli elementi investigativi acquisiti, affermazioni generiche”.
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Pertanto, nel nuovo esame, i giudici di merito saranno chiamati ad analizzare la memoria difensiva preparata dai legali degli indagati. E a verificare se le intercettazioni in questione erano davvero casuali, come sostiene l”accusa, o se erano rivolte ad ascoltare anche le conversazioni di parlamentari, cosa per la quale – così come prevede la legge Boato – sarebbe stata necessaria l”autorizzazione della Camera di appartenenza.

Nel documento si legge ancora che per “qualificare come casuali” le intercettazioni di comunicazioni di un membro del Parlamento su un”utenza nella disponibilità di terzi non è sufficiente “l”originaria assenza dell”intento di captarne le conversazioni”. Perciò la “verifica dell”occasionalità deve essere particolarmente stringente soprattutto qualora dall”attività di intercettazione emergano non soltanto rapporti di interlocuzione abituale tra il soggetto intercettato e il parlamentare, ma anche indizi di reità nei confronti di quest”ultimo, non potendosi escludere, in questo caso, un mutamento di obiettivi da parte dell”autorità giudiziaria”.

In parole povere i vari Dell”Utri, Verdini, Caliendo, Cosentino e compagnia bella potrebbero “salvarsi” grazie alla legge Boato. Perché se le tante e compromettenti intercettazioni presenti nelle carte dell”inchiesta romana dovessero risultare non utilizzabili rischierebbe di crollare ogni accusa.

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D”altra parte è vero anche che la mossa della Cassazione di rinviare la decisione a un altro Tribunale e di non ordinare lei stessa, come è nelle sue facoltà, la scarcerazione degli indagati detenuti lascia ben sperare i magistrati della Procura romana. Che ritengono assolutamente indiscutibile la casualità dei contatti con i parlamentari in questione.
La Suprema Corte, infatti, avrebbe potuto decidere subito, ma ha preferito concedere un”altra possibilità al Tribunale che verosimilmente riconfermerà l”arresto, aspettandosi un nuovo ricorso.
Nel frattempo Carboni, Lombardi e Martino attendono in carcere.


Fonte: http://www.antimafiaduemila.com/content/view/30760/78/.

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