Yulia e la giustizia

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25 Maggio 2011 - 17.31


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di Stefano Grazioli.

Solo qualche anno fa aveva in mano le chiavi del Paese, osannata in patria e simbolo in tutta Europa della rinascita democratica in Ucraina, tanto che persino il parlamento di Strasburgo si era colorato d”arancione per festeggiare la vittoria nel 2004 dell”eroina dalle trecce bionde e del suo compagno di rivoluzione Victor Yushchenko.

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Ora tutto è cambiato e Yulia Tymoshenko, sostenuta secondo gli ultimi dati del Razumkov Center da solo il 9,6% degli ucraini, rischia anche di finire la sua carriera politica in una prigione di Kiev. Indagata per abuso di potere l”ex primo ministro ucraino ha sfiorato le sbarre del carcere, con la procura della capitale che l”ha anche accusata di voler sabotare le indagini e sottrarsi agli interrogatori.

Oggi è sembrato arrivare il giorno fatidico dell”arresto, il tintinnare delle manette è stato però solo momentaneo. Accompagnata dalla polizia in procura, la Tymoshenko ha superato la maratona degli interrogatori senza conseguenze, solo con l”avvertimento che se continuerà su questa strada, la prossima volta potrebbero arrivare davvero misure più dure. Il procuratore generale Victor Pshonka ha illustrato oggi rappresentati di Usa e alcuni stati europei la situazione che coinvolge la leader dell”opposizione. Da Bruxelles si sono levate alcuni voci preoccupate per l”arresto, come quella del numero uno del Ppe Wilfried Martens, prima della smentita ufficiale da Kiev.

Il braccio di ferro tra la procura generale e l”ex premier dura ormai da quasi un anno, da quando cioè sono state aperte diverse inchieste contro la Tymoshenko. Nel maggio del 2010 è stata indagata con l”accusa di aver corrotto giudici della Corte costituzionale nel 2003, altri procedimenti sono stati avviati per abuso d”ufficio in relazione all”acquisto di ambulanze a prezzi gonfiati, all”utilizzo irregolare di 526 milioni di dollari di fondi ambientali nel 2009 e agli accordi dello stesso anno tra Russia e Ucraina sui prezzi del gas.

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Già nel passato, prima di arrivare alla grande ribalta della rivoluzione arancione, la principessa del gas aveva avuto guai con la giustizia. Nel 2001, insieme con il marito Olexandr Tymoshenko, aveva passato qualche giorno in regime di custodia cautelare accusata di evasione fiscale, falsificazione di documenti e appropriazione indebita. Il tutto si risolse poi nel nulla. Nel 2004 era finita sulle lista nera dell”Interpol dopo le accuse di corruzione arrivate da Mosca. Ma anche in questo caso non si ebbero risvolti giudiziari.

Ora la morsa sembra però stringersi intorno all”ex premier, che rischia di fare la fine del suo vecchio compare d”affari Pavel Lazarenko, primo ministro nel 1996-1997 ai tempi della presidenza di Leonid Kuchma, e suo primo alleato politico ora in prigione negli Usa, condannato nel 2006 a nove anni per riciclaggio ed estorsione.

Dall”inizio del 2010, da quando è stato eletto Yanukovich, sono stati diversi gli episodi giudiziari che hanno coinvolto membri del vecchio governo Tymoshenko. A Praga ha ottenuto asilo politico Bogdan Danylyshyn, ex ministro dell”Economia, indagato dalla procura ucraina. Lo scorso dicembre sono finiti in galera anche l”ex ministro dell”Ambiente Gregori Filipchuk e quello degli Interni Yuri Lutsenko. La stella della rivoluzione arancione si è sempre difesa rigettando ogni accusa e parlando di vera e propria persecuzione politica contro di lei e dei suoi ministri. Il presidente Yanukovich e tutto l”establishment politico-finanziario che domina l”Ucraina starebbero facendo di tutto per metterla definitivamente fuori dai giochi. Secondo il leader dell”opposizione Arsenii Yatseniuk l”arresto della Tymoshenko significherebbe l”inizio di una “guerra politica” nel Paese.

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(TMnews)

Fonte: http://esreport.wordpress.com/2011/05/25/yulia-e-la-giustizia-selettiva.

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