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Editoriale di «Haaretz» (7 novembre 2011).
I membri della Knesset ed i ministri che si oppongono al progetto di legge Dichter devono compiere un notevole sforzo per contrastare con ogni mezzo legale l”approvazione della cosiddetta “Legge fondamentale – Israele, Stato-Nazione del Popolo ebraico”.
Sabato il consigliere legale della Knesset Eyal Yinon ha dichiarato al presidente della Knesset Reuven Rivlin e al deputato Mohammed Barakeh che non ci sono i presupposti per bloccare l”iter parlamentare della “legge fondamentale” in cui Israele è definito “lo Stato-Nazione del Popolo ebraico”.
Piuttosto, a suo dire, ci dovrebbe essere un dibattito sia pubblico sia legislativo su questa legge, a causa delle ampie implicazioni che essa avrebbe sull”assetto costituzionale di Israele.
Per tutta risposta, Rivlin ha annunciato che non si condurranno ulteriori discussioni sulla questione da parte della presidenza della Knesset, ritenendo che la legge non contravviene al principio che definisce Israele come un Paese democratico. Ha tuttavia espresso la sua personale opposizione alla legge, che subordinerebbe l”assetto democratico di Israele all”identità ebraica dello Stato, abolendo fra l”altro l”Arabo come lingua ufficiale.
I deputati dei partiti di sinistra, sia ebrei che arabi, così come altri personaggi pubblici, hanno espresso grave preoccupazione riguardo a questa legge, proposta dal deputato Avi Dichter (Kadima), la quale, in pratica, toglierebbe di mezzo i fondamenti costituzionali dello Stato di Israele. Essi sostengono, giustamente, che il testo contravviene alla Dichiarazione di Indipendenza e ai suoi principi, minacciando il delicato equilibrio fra l”identità nazionale dello Stato ed il suo carattere democratico e civile.
La proposta di legge sta mettendo a disagio anche i deputati della stessa fazione di Dichter, con il segretario del partito, Tzipi Livni, che ha dichiarato con forza la propria contrarietà al testo. L”iniziativa, e certamente la formulazione del testo, infastidisce anche diversi parlamentari e ministri del Likud.
Ma opporsi a parole non basta. Il testo potrebbe perfettamente rispondere ai requisiti tecnici per l”invio alla Knesset, ma si tratta di una scommessa davvero azzardata. Se passasse, segnerebbe un cambio di rotta per la democrazia israeliana. Si rischia di violare la linea di separazione fra i principi di un regime democratico e il categorico, indiscutibile orientamento di preferenza per la maggioranza ebraica che aggraverebbe la già crescente sfiducia che i cittadini arabi hanno verso lo Stato.
I membri della Knesset ed i ministri che si oppongono alla legge Dichter devono pertanto compiere uno sforzo straordinario per contrastarla con ogni mezzo giuridico. Sarà un test importante per la Livni e per l”intera assemblea legislativa.
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[Tradotto da Lirio Bolaffio]
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