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Lettera aperta a Claudio Fava (e per conoscenza a Nichi Vendola)
di Giorgio Bongiovanni – Antimafia Duemila
Caro Claudio,
scrivo questa lettera aperta perché ti ritengo un amico e per la stima che nutro nei tuoi confronti, per tutto quello che hai fatto negli anni con il giornale I Siciliani, come scrittore, così come per il tuo costante impegno politico antimafia. Â
A fronte del tuo assordante silenzio a seguito di episodi gravissimi che riguardano il leader di Sel, il tuo partito, Nichi Vendola, non posso esimermi dal pretendere spiegazioni. La recente richiesta di rinvio a giudizio per il governatore della Puglia imputato di concorso in abuso di ufficio non ha provocato in te una reazione forte nei suoi confronti.
A distanza di pochi giorni dalla richiesta di rinvio a giudizio è arrivata la notizia di un probabile inciucio tra il Pd, Sel e Udc alle prossime elezioni politiche, vale a dire un accordo tra Bersani, Vendola e Casini, senza che da parte tua sia giunta una netta presa di distanza. Ricordo bene la tua agguerrita campagna di stampa contro Giuseppe Lumia per l”appoggio del Pd in Sicilia a Raffaele Lombardo. Ed ora?
Il tuo capo lancia pericolosissimi segnali di apertura nei confronti di un partito di cui molti affiliati sono finiti alla sbarra per contatti con Cosa Nostra. Uno su tutti: Salvatore Cuffaro che sconta attualmente una condanna a 7 anni di carcere per favoreggiamento aggravato. La lista degli indagati e condannati del Udc è lunga e variegata (ti allego un elenco disponibile on line sui più importanti siti di informazione [1]).
A mio avviso Nichi Vendola (Bersani non lo prendo minimamente in considerazione in quanto non lo paragono al passato politico antimafioso di Vendola) sta compiendo un errore gravissimo in quanto si appresta ad allearsi con la mafia in parlamento. Non dimentichiamo che il leader dell”Udc è quel Pierferdinando Casini che nel governo Monti ha imposto come ministro della Giustizia Paola Severino (avvocato di suo suocero, Francesco Gaetano Caltagirone, nel processo Imi-Sir e di sua moglie Azzurra).
Casini è quello stesso esponente politico che nel 2001 ha candidato Salvatore Cuffaro a governatore della Sicilia con tutto il centrodestra; nel 2005 lo ha piazzato al Parlamento europeo quand”era già imputato per favoreggiamento mafioso; nel 2006 lo ha fatto eleggere senatore arrivando a mettere sulla sua innocenza “non una ma due mani sul fuoco”; nel 2008 Cuffaro è stato condannato in primo grado, ma Casini lo ha rinominato senatore.
Solo dopo la condanna della Cassazione l”ex presidente della Camera ha evitato di prendere ulteriormente le sue difese. Eppure nel 2006 Casini aveva urlato ai quattro venti la proposta delle “liste pulite” all”Udc: “Nelle candidature non faremo sconti: a parte Cuffaro, in Sicilia non ricandideremo nessun inquisito”. Ma già dal 2001 aveva portato tre volte in Parlamento pure Saverio Romano, allora indagato e successivamente imputato per concorso esterno in associazione mafiosa (recentemente assolto con la vecchia formula dell”insufficienza di prove).
Potrei continuare ancora elencando le “ombre” che gravitano sul partito di Casini citando i curriculum di uomini come Calogero Mannino (attualmente indagato nell”inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia), ma quello che mi preme maggiormente è evidenziare la gravità assoluta di associare il tuo nome e quello di tuo padre a criminali ed assassini dai colletti bianchi. Tu non puoi permettere che il tuo nome venga infangato! Altrimenti significherà che la lotta alla mafia che tanto ha segnato la tua vita ha smesso di essere un tuo punto di riferimento. E fino a prova contraria a questa tua “svolta” non intendo crederci.
(4 agosto 2012)
Note:
[1] Fedine penali, la carica dei 101 [Fonte: Micromega]
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