Caso Ablyazov, il governo Letta dormiva?

'Globalist, per esempio, il 5 giugno aveva già pubblicato tutto quello che si sa oggi. Un mese per aprire un''inchiesta interna sulle responsabilità? Puzza di bruciato.'

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Redazione Modifica articolo

14 Luglio 2013 - 20.52


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Riproponiamo il testo pubblicato da Globalist il 5 giugno scorso a firma Cinzia Gubbini. Era intitolato: Lo strano caso Ablyazov e la zelante espulsione italiana.
Leggetelo e chiedetevi come mai un mese dopo sono ancora lì che si
interrogano sulle responsabilità politiche e sulle autorizzazioni. E
perché mai solo oggi i media parlano di un Alfano furioso che vuole
entro tre giorni sulla sua scrivania i nomi dei responsabili. Ma dai,
non prendiamoci in giro… I responsabili al Viminale sono noti e da
tempo. Leggete comunque il pezzo del 5 giugno scorso. E fatevi
un”idea…


di Cinzia Gubbini

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A quanto pare l”Italia ha qualche
interesse a fare dei grossi favori al Kazakhistan. E anche l”Austria. Si
arriva a questa conclusione seguendo il filo di una storia che ha
contorni da spy story internazionale: quella dell”espulsione di una
donna di 47 anni, Alma Shalabayeva, e della sua figlia di soli 6 anni,
Alua.

Il Consiglio italiano dei Rifugiati – il Cir – ha dato
l”allarme, annunciando che venerdì 29 maggio era stata espulsa
dall”Italia la moglie di un noto dissidente politico kazako, Muktar
Ablyazov. Ma siamo molto oltre l”ennesimo caso di violazione dei diritti
umani di un migrante. I contorni di questa vicenda lasciano presumere –
come fa oggi in una articolo il settimanale austriaco Kurier
che Italia e Austria siano complici dell”incredibile espulsione, che ha
molti tratti in comune con il rapimento dell”Imam Abu Omar, che fu
deportato in Egitto, dove fu interrogato dalla Cia, con l””aiuto” del
Sismi.

Mega retata: Tutto comincia la sera di mercoledì 29 maggio,
quando la polizia – si parla di un impiego di quaranta uomini – fa
irruzione in una villa di Casal Palocco a Roma. “Il mandato di cattura
era per Muktar Ablyazov, che attualmente risulta latitante”, dice
l”avvocato che ha seguito la vicenda, Riccardo Olivo. In quella casa
Ablyazov non c”è: ma la polizia è andata a colpo sicuro. Ci sono sua
moglie, sua figlia, la sorella e il genero di lei con la loro bambina.
Vivono lì da qualche mese. Improvvisamente l”operazione che mira a
stanare un importante uomo di affari e oppositore politico, si trasforma
in una certosina operazione anti immigrazione. La donna ha un permesso
di soggiorno di una paese europeo: la Lettonia. Ma viene trovata anche
in possesso di un passaporto della Repubblica Centroafricana che viene
giudicato falso (l”avvocato della Shalabeyeva dice che era valido, e il
figlio maggiore della donna ha assicurato che il passaporto non era
contraffatto).Comunque, è evidente che si tratta di quisquillie,
considerato chi la Digos si trova per le mani: Ablyazov è il nemico
numero uno del presidente del Kazakistan, Nursultan Nazabarayev, uno che
ha vinto le ultime elezioni con il 95,5% dei voti. Ma non solo:
Ablyazov, personaggio controverso e chiacchieratissimo, è anche
ricercato dalla Gran Bretagna, dove gode di uno status un po”
particolare. Da un lato gli è stato riconosciuto l”asilo politico,
d”altronde la brutale persecuzione a cui è stato sottoposto è stata
raccontata anche da Amnesty International,
dall”altra però è sotto accusa per non essersi presentato a un processo
per la sottrazione di 5 miliardi di euro alla banca di cui è stato a
lungo presidente (la BTA). Per questo è stato condannato a 22 mesi.
Secondo alcuni, alla vigilia del processo sarebbe partito con un autobus
alla volta della Francia. E poi, evidentemente, qualcuno lo ha
segnalato in Italia.

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Le accuse all”Italia: O forse no. Il mandato di cattura nei
confronti di Ablyazov non c”era, e la polizia italiana sapeva benissimo
che in quella casa c”erano solo una donna e una bambina di sei anni. Ma
nonostante questo ha deciso di consegnarle al Kazakhistan. Dalla sua
pagina di Facebook, il latitante Ablyazov è un uomo disperato e lancia
pesanti accuse verso l”Italia: “L”Italia ha fornito due ostaggi a un
regime dittatoriale e repressivo, tristemente noto per le documentate
violazioni dei diritti umani”.

Riccardo Olivo, l”avvocato che ha
seguito il caso e ha cercato di fermare fino all”ultimo l”aereo che ha
rimpatriato forzosamente la donna e la bambina accusa: “E” stato tutto
fatto in 72 ore, credo che non ci siano casi del genere. Tutti erano
perfettamente consapevoli di chi fosse quella donna, e della delicata
vicenda internazionale di cui era protagonista”.

Perché la signora
Shalabayeva non ha chiesto asilo politico? “Perché di fronte al giudice
di pace che ha convalidato l”espulsione ci è stato detto che ci sarebbe
stato tutto il tempo di farlo: che avremmo avuto 30 giorni di tempo per
presentare ricorso, e che potevamo tornare quel pomeriggio per discutere
della richiesta di asilo”. “L”espulsione sarà anche stata formalmente
corretta – aggiunge Olivo – ma è evidente che ci troviamo di fronte a
qualcosa di molto strano”. In ogni caso, è stata espulsa forzosamente
una donna in possesso di un permesso di soggiorno valido in un paese
dell”Unione europea. La famiglia della Shalabayeva, che ha tenuto la
bambina di sei anni nei tre giorni in cui la donna è stata rinchiusa a
Ponte Galeria, ha detto che quando la polizia è andata a prendere la
bambina ha detto che la stavano prendendo solo per un colloquio con la
madre. Invece poi è stata rimandata in Kazakhistan.

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L”aereo austriaco:
All”aeroporto di Ciampino era già pronto – a
quanto risulta dal giorno prima – un jet privato pagato dall”Austria,
della compagnia Avcon Jet AG. La famiglia di Ablyazov e lo stesso
avvocato hanno fatto di tutto per cercare di fermare il volo, compreso
contattare la compagnia e il ministero dell”Interno austriaco. Ma senza
alcun risultato. Quella donna doveva partire e subito. Per fare un
favore a chi? Quando la Gran Bretagna concesse asilo politico a Ablyazov
ricevette pesanti pressioni dal Kazakhistan per revocare il
provvedimento, compresa la minaccia di rescindere importanti contratti e
di rivolgersi al mercato cinese (ne ha parlato un articolo del Daily Telegraph.

E
l”Italia? Gli interessi sono molto più alti di quelli del Regno unito:
se nel 2009 la Gran Bretagna esportava in Kazakhistan per poco più di 1
milione di dollari, noi abbiamo superato i 7 milioni (qui
). I rapporti sono ottimi, stiamo partecipando a una fiera e a
settembre abbiamo un altro appuntamento nel campo dell”edilizia (leggi).
Quando la signora Shalabayeva è scesa all”aeroporto di Astana, sempre
secondo quanto riportato nella pagina Facebook del marito, le è stato
consegnato un mandato di cattura risalente al 30 maggio. Il giorno
dell”arresto in Italia. Come adire: davano per certa l”espulsione in brevissimo tempo.

Fonte: http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=46726&typeb=0&Caso-Ablyazov-il-governo-Letta-dormiva-.

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