Smuraglia (ANPI) sulla riforma della Costituzione

La risposta di Carlo Smuraglia, presidente dell’ANPI alla lettera aperta di Aldo Giannuli sulle iniziative da prendere a difesa dell’articolo 138 della Costituzione.

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30 Luglio 2013 - 16.59


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di Carlo Smuraglia.

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Caro Giannuli,

ho letto la tua “lettera
aperta
” e ne ho apprezzato il contenuto, che meriterebbe una risposta
articolata e approfondita. Purtroppo, mi manca il tempo materiale, perché sono
stato letteralmente “costretto” dai medici a prendermi una vacanza, dato che
negli ultimi mesi ho un po’ troppo abusato di me stesso e adesso ne affronto le
conseguenze.

Ci risentiremo, dunque, in un momento più “riposato”. Intanto, però,
voglio dirti che condivido le preoccupazioni per il tipo di riforme che si sta
cercando di realizzare

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Si è cominciato 
male, proprio pensando di modificare, con una legge costituzionale (che
sta procedendo, in Parlamento, con insolita speditezza) quell’art. 138 della  Costituzione che costituisce una garanzia per
tutti ed un baluardo contro ogni tentativo di mettere mano a riforme che
incidano sulla coerenza del sistema costituzionale
(prima e seconda parte
insieme).

Condivido anche la preoccupazione per la relativa disattenzione e
disinformazione con cui l’iter di questo disegno di legge viene seguito, dalla
stampa e dall’opinione pubblica.

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Io sono fermamente convinto che la Costituzione sia tuttora viva e
vegeta, non solo nei princìpi della prima parte, ma anche nella struttura
portante della seconda. Questo non significa che non si possano fare modifiche
o aggiustamenti, quando sono già maturi e quando non incidono sulla coerenza
complessiva del sistema.

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In realtà,  per ridurre il numero
dei parlamentari, per differenziare il lavoro dei due rami del Parlamento e
magari per abolire le Province, non ci sarebbe alcun bisogno di tutto
l’apparato che si sta predisponendo
(Comitato di “saggi”, Commissioni
“speciali” in Parlamento, procedimenti accelerati, e così via). Basterebbe un
po’ di buona fede e di lealtà delle varie componenti del Parlamento
, per
prendere atto del lavoro già compiuto, delle riflessioni già effettuate,
dell’enorme materiale già raccolto. E basterebbero due o tre leggi  specifiche, come vuole l’art. 138.

Sembra, invece, che si voglia andare ben oltre, occupandosi della forma
di Stato, della Presidenza della Repubblica e, perfino, della Giustizia
(che  ha bisogno di interventi normativi,
ma di tutt’altro tipo e senza scomodare la Costituzione). Insomma, si vuole
fare una piccola “Costituente” occupandosi anche di cose d cui nessuno sente la
necessità, come il presidenzialismo o il semipresidenzialismo
.

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Per questo occorre ribadire che la Costituzione è materia delicata, da
maneggiare con cura
e da ritoccare solo là dove l’esperienza suggerisca
modifiche o aggiornamenti (e non stravolgimenti).

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E per questo occorre informare, convincere, confrontarsi.

Lo stiamo già facendo, in parte, come tu riconosci, ma non basta.
Bisognerà  fare di più, in Parlamento,
nelle istituzioni, nelle scuole. Una campagna di informazione che può essere
avviata da subito; e cercheremo di individuarne le migliori e più efficaci
modalità.

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Quanto alla “giornata” di lotta, che tu stesso consideri un punto di
arrivo, è chiaro che converrà parlarne più avanti, dopo aver sviluppato tutto
il potenziale informativo e di riflessione di cui possiamo disporre.

Insomma, anche questo – è vero – è materia di antifascismo. Che cosa ci
può essere di più antifascista che il difendere la Costituzione, nata dalla
Resistenza  e dall’opposizione ad una
lunga  e disastrosa dittatura fascista? E
ribadisco il fatto che le due espressioni “antifascismo” e “democrazia” sono
destinate, per logica e per forza di cose, a coincidere.

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