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[Abbiamo chiesto al comitato NoTav Spinta dal Bass un commento sulle buone notizie giunte nelle ultime ore. Eccolo.]
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Ieri sera la Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza del Riesame di Torino che confermava i pesantissimi capi di imputazione (attentato con finalità terroristiche e di eversione) con cui la procura di Torino accusava quattro NoTav: Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò.
Non è certo la vittoria finale in questa vicenda, i compagni per il momento restano in carcere, ma di sicuro è un bello squarcio nella pesante cappa che Procura, media e politici cercavano di mettere su questa storia. Il 22 maggio si aprirà il processo, ma questa decisione della Cassazione cambia l’atmosfera, come ha detto uno dei difensori questo pronunciamento
«incide positivamente sul processo che è imminente e che ora si svolgerà come un processo “normale†una volta sgomberato il campo da questa accusa pesante».
La pronuncia della Cassazione potrebbe inoltre migliorare le pesantissime condizioni detentive (Alta Sicurezza 2) a cui sono sottoposti i quattro NoTav. Condizione detentiva che si protrae ormai da 5 mesi proprio sulla base dell’accusa formulata dalla Procura.
Da un anno ormai la Procura di Torino si sforza di spingere sul terrorismo e l’eversione per fatti che di terroristico non hanno nulla. L’ex capo della procura Gian Carlo Caselli aveva, esattamente dodici mesi fa, parlato di «atto di guerra» relativamente all’iniziativa per cui sono accusati i quattro. A sostenere le tesi della Procura si sono messi poi molti giornali e una infinità di politici. Illuminante un editoriale de La Stampa (diretta da Mario Calabresi) in cui senza tentennamenti si affermava che «c’è una cosa che bisogna sapere: in Valsusa il terrorismo c’è già ». La sentenza della Cassazione, ribaltando le tesi della Procura, getta aria nei polmoni di chi in questi mesi ha dovuto resistere a questo fuoco basato su accuse assurde e teoremi.
Anche se, a dirla tutta, il movimento ha resistito assai bene. Sabato 10 maggio a Torino hanno sfilato decine di migliaia di persone, contro l’accusa di terrorismo e per la liberazione di Chiara, Claudio, Mattia e Nicco. Un appello firmato un mese fa da artisti, scrittori, giornalisti e docenti universitari, ha permesso di creare un diffuso senso di solidarietà e vicinanza. Il 22 febbraio in decine di città e paesi c’erano state mobilitazioni per la libertà dei no tav. E poi una infinità di iniziative, azioni e prese di posizione. Modi diversi, ma un unico scopo.
Chi esce pesto da questa vicenda è sicuramente l’ex procuratore capo Caselli, che sull’accusa di terrorismo contro i NoTav si era giocato l’ultimo pezzo di carriera. Ha sbagliato i suoi conti. E poi escono pesti i due PM che conducono le accuse contro il movimento: Antonio Rinaudo e Andrea Padalino. Quei due ricorderanno a lungo queste settimane.
Prima una inchiesta del movimento NoTav dove si legge di inquietanti amicizie del PM Rinaudo, cene con persone legate alla ‘ndrangheta, legami con Moggi ai tempi di Calciopoli evidenziati da intercettazioni imbarazzanti, e molto, molto altro. La lettura dell’inchiesta è fortemente consigliata anche perché porta dritta al cantiere di Chiomonte, approdo che dà da riflettere se si pensa che il PM è il principale accusatore della resistenza NoTav.
E poi la vicenda grottesca dell’autista di Rinaudo. Questo tizio, un ex carabiniere, aveva denunciato un mese fa una aggressione ai propri danni, fatta da tre uomini che l’avrebbero apostrofato «servo dei servi». Immediatamente si era alzata una montagna di indignazione e accuse contro i NoTav, automaticamente associati all’episodio. Proprio ieri, in una curiosa coincidenza temporale con la pronuncia della Cassazione, si è concluso che l’autista di Rinaudo si era inventato tutto. Nessuna aggressione, nessun aggressore.
[Nota di Wu Ming: non per dire «Noi l”avevamo detto» ma…l”avevamo detto! Il giorno stesso. In compagnia di tutto il movimento.]
Il problema è che nel frattempo Rinaudo e Padalino si erano lasciati andare a dichiarazioni che rilette ora fanno impressione per il tentativo dei pm di associare l’aggressione con il movimento.
Rinaudo: «Colpiscono chi è indifeso. Se è vero che non hanno mai aggredito le persone? Certo, ma c’è sempre un’ora zero. Un momento in cui accade qualcosa di diverso che cambia il corso della storia».Padalino: «L’aggressione dell’altra notte è un tipico atteggiamento intimidatorio mafioso. Queste cose le ho dette anche in aula, durante il processo per un’altra aggressione. Lì il teste era imbarazzato, impaurito. L’ho detto che, certe scene di minaccia appartengono ad altri mondi, ad altre parti d’Italia. Ma questa, ormai, è l’atmosfera che si respira. […] Stanno tentando di far vedere che ci sono, che esistono. Il 22 maggio si avvicina e quella è una data chiave».
Il richiamo al 22 maggio, cioè al processo a Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia è certamente spericolato, considerando che si basava su una bufala, su una montatura.
Non è la prima volta che la Cassazione smonta i teoremi della Procura di Torino.
Il 21 novembre 2001 venne annullata la condanna per associazione terroristica con finalità eversive a Silvano Pelissero per vicende legate al Tav e alla Val Susa. Non poterono sentire la pronuncia della Cassazione Sole (Maria Soledad Rosas) e Baleno (Edoardo Massari), due giovani accusati insieme a Silvano e nel frattempo morti durante la detenzione.
Nessuno ha dimenticato quella storia. E forse anche in questa consapevolezza, nella capacità di contrapporsi alle prepotenze, ai tentativi di annichilire chi si oppone, sta il motivo per cui i NoTav fanno paura. Portare in piazza decine di migliaia di persone contro l’accusa di terrorismo e la forza di resistere tutti insieme alle ingiustizie. Questo fa paura alla controparte. E si impara solo stando nella lotta.
Liber* tutt*.
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