La pena di morte è stata mai abolita?

«Quando delle persone non riconoscono il dolore di una madre che ha perso un figlio è perché si sta arrivando a un livello di depravazione sociale forse ancora sconosciuto». [Nicolai Caiazza]

La pena di morte è stata mai abolita?
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6 Settembre 2014 - 07.35


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di Nicolai Caiazza

La domanda: è possibile applicare una “procedura” di giustizia sommaria se una persona scappa o non si ferma all’alt della polizia? Di fronte all’esecuzione sommaria di una persona che ha fatto una trasgressione non grave c’è da considerare anzitutto la disproporzione tra il livello della trasgressione e la pena applicata conseguente. Questa differenza tra la portata della trasgressione e la pena inflitta è uno spazio riempito dal sentimento di odio razziale o di odio sociale. A Ferguson è stato l’odio razziale che ha fatto scavalcare il limite della punizione per spingere direttamente verso l’atto di omicidio.

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Al Rione Traiano si è trattato di odio sociale. È stato l’odio sociale che fatto superare il limite al carabiniere che ha ucciso il giovane Davide. Di questo odio sociale che è parte della preparazione del personale dei Servizi statali di repressione ne sono testimone le cronache degli ultimi anni in particolare: si puó seviziare e anche uccidere purché non si tratti di persone ricche o comunque appartenenti a organi di potere.

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La reazione dei lettori sui blog dei giornali, sopratutto del Mattino di Napoli, è un indice anche del livello di astio sociale che ormai serpeggia tra la popolazione. Invece di condogliare e solidarizzare con la madre del giovane ucciso, molti si sono addirittura accaniti contro di lei accusandola di non aver dato la giusta educazione al figlio: non gli ha insegnato che non fermarsi all’alt fa correre il rischio di morire. Altri hanno anche parlato di ipocrisia della madre. È un fatto: pietà l’è morta.

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Quando delle persone non riconoscono il dolore di una madre che ha perso un figlio è perché si sta arrivando a un livello di depravazione sociale forse ancora sconosciuto. Il tono generale é di solidarietá invece per il carabiniere che avrebbe reagito con giustizia perché i ragazzi non si sono fermati all’alt, e protestando preventivamente contro una sua incriminazione.

“Faccio ancora un giro e poi torno” aveva detto Davide alla madre. Un giro in motorino in tre era evidentemente l’unico svago possibile prima di andare a dormire. Il grado di noia contro il quale devono lottare i giovani è enorme. Luoghi di incontro, di intrattenimento, di divertimento sono un lusso ancora proibito in molti quartieri. Ma non è un caso. Il potere vuole che i giovani stiano a casa per instupidirsi davanti alla Tv.

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(6 settembre 2014)

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