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Morto Provenzano, il boss sanguinario di Cosa
Nostra
Nostra
di Giorgio Bongiovanni.
Sarà anche stato l”alter ego “ragioniere†della“belvaâ€, ovvero
di Totò Riina.
Ma Bernardo Provenzano, deceduto ieri al San Paolo di Milano, rimane comunque boss sanguinario di Cosa nostra, colui che
non si è opposto e anzi sposò la terribile strategia stragista del compaesano
corleonese, u” curtu. Del resto, il conto che gli è stato addebitato dalla
giustizia è tra i più salati: venti ergastoli, 33 anni e 6 mesi di isolamento
diurno, 49 anni e un mese di reclusione e 13mila euro di multa.
di Totò Riina.
Ma Bernardo Provenzano, deceduto ieri al San Paolo di Milano, rimane comunque boss sanguinario di Cosa nostra, colui che
non si è opposto e anzi sposò la terribile strategia stragista del compaesano
corleonese, u” curtu. Del resto, il conto che gli è stato addebitato dalla
giustizia è tra i più salati: venti ergastoli, 33 anni e 6 mesi di isolamento
diurno, 49 anni e un mese di reclusione e 13mila euro di multa.
Tra i delitti per i quali “Binnu
u” Tratturi†era stato condannato ci sono la
strage di Capaci, la strage di via d”Amelio, le stragi di Firenze, Milano e
Roma del 1993 e altri delitti eccellenti come quello del generale Carlo
Alberto dalla Chiesa, di Rocco
Chinnici, Piersanti Mattarella, Pio La Torre, Cesare
Terranova. Nel
2009 Provenzano era stato condannato all”ergastolo anche per la strage di viale
Lazio, datata 1969 e uno dei più cruenti regolamenti di conti della storia di
Cosa nostra.
u” Tratturi†era stato condannato ci sono la
strage di Capaci, la strage di via d”Amelio, le stragi di Firenze, Milano e
Roma del 1993 e altri delitti eccellenti come quello del generale Carlo
Alberto dalla Chiesa, di Rocco
Chinnici, Piersanti Mattarella, Pio La Torre, Cesare
Terranova. Nel
2009 Provenzano era stato condannato all”ergastolo anche per la strage di viale
Lazio, datata 1969 e uno dei più cruenti regolamenti di conti della storia di
Cosa nostra.
E proprio nel rammentare questo
suo essere sia stratega politico che autore e mandante di stragi e omicidi ci
sovviene alla mente un”altra figura sanguinaria, diversa per contesto e tempo
storico: quella di Heinrich
Himmler, comandante della Gestapo del Terzo
Reich (nominato dallo stesso Hitler, di cui era braccio destro, ministro dell”interno
nel 1943) nonché uno dei maggiori responsabili dell”instaurazione del
nazionalsocialismo.
suo essere sia stratega politico che autore e mandante di stragi e omicidi ci
sovviene alla mente un”altra figura sanguinaria, diversa per contesto e tempo
storico: quella di Heinrich
Himmler, comandante della Gestapo del Terzo
Reich (nominato dallo stesso Hitler, di cui era braccio destro, ministro dell”interno
nel 1943) nonché uno dei maggiori responsabili dell”instaurazione del
nazionalsocialismo.
Da una parte Himmler, capo della
polizia politica e mandante dell”assassinio di milioni di ebrei. Di più,
l”ideatore del progetto sposato da Hitler di eliminazione di massa dai netti
contorni politici del popolo ebraico, la millantata soluzione che avrebbe
consentito al Terzo Reich di continuare a regnare. Himmler si qualifica infatti
come l”ispiratore della cosiddetta Endlösung der Judenfrage (soluzione
finale della questione ebraica) dai nazisti usata inizialmente per definire le
deportazioni degli ebrei nei territori controllati. Un progetto che a breve
sarebbe diventato di sistematico sterminio nei campi di concentramento.
polizia politica e mandante dell”assassinio di milioni di ebrei. Di più,
l”ideatore del progetto sposato da Hitler di eliminazione di massa dai netti
contorni politici del popolo ebraico, la millantata soluzione che avrebbe
consentito al Terzo Reich di continuare a regnare. Himmler si qualifica infatti
come l”ispiratore della cosiddetta Endlösung der Judenfrage (soluzione
finale della questione ebraica) dai nazisti usata inizialmente per definire le
deportazioni degli ebrei nei territori controllati. Un progetto che a breve
sarebbe diventato di sistematico sterminio nei campi di concentramento.
Dall”altra Provenzano, il “mediatore†di
Cosa nostra, vero e proprio detentore dei contatti con la politica, la
massoneria, i servizi segreti. Mentre Totò portava avanti l”attacco frontale
allo Stato con la sua mafia militare, Binnu (che non diventò mai, almeno
formalmente, capo della Cupola, nemmeno dopo l”arresto di Riina) parlava,
trattava, pianificava, stringeva contatti con alti vertici delle istituzioni,
dirigeva quel ramo di “intelligence†mafioso, sia interno che esterno a
Cosa nostra, e nell”ombra e nel silenzio tesseva patti e alleanze.
Cosa nostra, vero e proprio detentore dei contatti con la politica, la
massoneria, i servizi segreti. Mentre Totò portava avanti l”attacco frontale
allo Stato con la sua mafia militare, Binnu (che non diventò mai, almeno
formalmente, capo della Cupola, nemmeno dopo l”arresto di Riina) parlava,
trattava, pianificava, stringeva contatti con alti vertici delle istituzioni,
dirigeva quel ramo di “intelligence†mafioso, sia interno che esterno a
Cosa nostra, e nell”ombra e nel silenzio tesseva patti e alleanze.
Del resto, dei rapporti tra
Provenzano e i suoi contatti istituzionali (che gli garantirono 43 anni di
latitanza) ce lo raccontano alcuni tra i più importanti collaboratori di
giustizia. A cominciare da“Manuzza†Giuffré,
ex fedelissimo di Binnu, che parlò di “voci che giravano in Cosa nostra su rapporti tra Provenzano ed i
carabinieriâ€. Per proseguire con l”ex boss di
Ficarazzi, Stefano
Lo Verso: il pentito che
ospitò il boss corleonese latitante tra il 2003 e il 2004, e che raccontò di
come “Provenzano
in più occasioni mi ha parlato di rapporti con la politica e le istituzioniâ€.
Provenzano e i suoi contatti istituzionali (che gli garantirono 43 anni di
latitanza) ce lo raccontano alcuni tra i più importanti collaboratori di
giustizia. A cominciare da“Manuzza†Giuffré,
ex fedelissimo di Binnu, che parlò di “voci che giravano in Cosa nostra su rapporti tra Provenzano ed i
carabinieriâ€. Per proseguire con l”ex boss di
Ficarazzi, Stefano
Lo Verso: il pentito che
ospitò il boss corleonese latitante tra il 2003 e il 2004, e che raccontò di
come “Provenzano
in più occasioni mi ha parlato di rapporti con la politica e le istituzioniâ€.
Non si incontrarono mai Himmler e
Provenzano, per evidenti ragioni temporali, eppure in entrambe le“carriere†criminali ritroviamo tratti simili:
l”uso sprezzante della violenza e dello sterminio (dove però Himmler si rese
responsabile del massacro di milioni di vittime, mentre Provenzano si macchiò “solo†di
alcune migliaia di delitti) usato però non fine a se stesso, ma per perseguire
precisi e aberranti fini politici e ideologici. Ed entrambi tradirono il capo:
Himmler quando, nel ”45, si dichiarò disposto a patteggiare all”insaputa di
Hitler; Provenzano “vendendo” Riina sul tavolo di quella trattativa
avviata con parti dello Stato che portò all”arresto di u” curtu.
Provenzano, per evidenti ragioni temporali, eppure in entrambe le“carriere†criminali ritroviamo tratti simili:
l”uso sprezzante della violenza e dello sterminio (dove però Himmler si rese
responsabile del massacro di milioni di vittime, mentre Provenzano si macchiò “solo†di
alcune migliaia di delitti) usato però non fine a se stesso, ma per perseguire
precisi e aberranti fini politici e ideologici. Ed entrambi tradirono il capo:
Himmler quando, nel ”45, si dichiarò disposto a patteggiare all”insaputa di
Hitler; Provenzano “vendendo” Riina sul tavolo di quella trattativa
avviata con parti dello Stato che portò all”arresto di u” curtu.
Come ha potuto lo Stato italiano,
nelle vesti di uomini delle istituzioni, funzionari, agenti delle forze
dell”ordine, sindaci e persino uomini religiosi, scendere a patti con l”“Heinrich Himmler†della
Sicilia? La morte di Provenzano non diminuisce l”urgenza di avere verità su
questi torbidi accordi di cui ancora troppi elementi vengono taciuti.
nelle vesti di uomini delle istituzioni, funzionari, agenti delle forze
dell”ordine, sindaci e persino uomini religiosi, scendere a patti con l”“Heinrich Himmler†della
Sicilia? La morte di Provenzano non diminuisce l”urgenza di avere verità su
questi torbidi accordi di cui ancora troppi elementi vengono taciuti.
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