MUOS Niscemi 3 - Il Sindaco Massimiliano Conti

Nel giorno del compleanno, il sindaco di Niscemi ringrazia le centinaia di persone che hanno voluto fargli gli auguri con quest’immagine. Partiamo da qui, dalla ragione per cui si fanno le cose...

MUOS Niscemi 3 - Il Sindaco Massimiliano Conti
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16 Marzo 2019 - 15.43


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di Giovanni Rodini.

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Si vede un’ombra sulla parte bassa della fotografia, l’immagine di un corpo che cammina. Quando la sagoma oscura, coricata sul ciottolato bagnato da una pioggia recente, si ricongiunge ai piedi della figura che avanza in mezzo alla strada, ci si rende conto che sono due i corpi. Una persona che porta sulle spalle un bambino. Da qui, solo osservando lo scatto, non possiamo dire se si tratti di bimba o bimbo, si vede solo che entrambi indossano un cappotto e che la creatura che giganteggia sulle spalle dell’adulto ha un cappello di lana di colore chiaro. Davanti a loro una strada lunga in una giornata di pioggia. In fondo c’è un edificio con una cupola enorme. Tra loro e l’ingresso della chiesa ci sono altre persone, altri corpi indefiniti. Come la figura in primo piano, anche gli altri passanti sgocciolano a terra le loro ombre che si allungano sulla strada e navigano ancorate ai loro piedi. Non sappiamo in che città sia stato fatto questo scatto in bianco e nero, ma conosciamo quest’uomo. Lui è Massimiliano Conti, il sindaco di un piccolo paese della Sicilia settentrionale. Sulle spalle si porta sua figlia, una bambina messa al di là della sua testa perché suo padre possa sussurrarle: “Andrai più lontano di me”. Dietro, a qualche metro da loro, c’è la moglie del sindaco. Quest’immagine la dobbiamo a lei.

Nel giorno del suo quarantacinquesimo compleanno, il sindaco di Niscemi ha scelto di ringraziare le centinaia di persone che hanno voluto fargli gli auguri con quest’immagine. Sul libro virtuale delle facce, Massimiliano ha scritto alcune parole: “Voglio condividere questa foto che racchiude tutto il mio mondo: la Fefe che mi ha scattato la foto, che mi supporta e sopporta, e Giordana, ovvero la ragione per cui faccio la totalità delle cose”. Sì, dobbiamo partire da qui, dalla ragione per cui si fanno le cose.

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Niscemi è un piccolo comune in una zattera di pietra ancorata nel cuore del Mediterraneo che gli antichi indicarono come la terra della fecondità. Ma la Sicilia non è solo il nome di una delle regioni più belle del mondo, è anche un tempio a cielo aperto che punta verso tre continenti e che spesso non sa che direzione prendere.

Non lo ha saputo nemmeno quando la Marina militare statunitense ha inoltrato una richiesta di autorizzazione per poter installare un sistema di comunicazione satellitare ad altissima frequenza in contrada Ulmo nel Comune di Niscemi. L’idea era quella di collocare tre antenne paraboliche di quasi venti metri di diametro in una preesistente centrale di telecomunicazione della US Navy denominata NTRF, in funzione dal 1991. Quarantadue antenne che, dall’inizio dell’ultimo decennio del millennio scorso, disegnano uno skyline che assomiglia tanto a un esercito di spilli conficcati al suolo come dentro al tessuto di una bambola in un rito voodoo.

Solo che qui non ci sono bambole e il tessuto che si è lacerato è quello sociale, economico e morale di un’intera comunità. Il NTFR, infatti, non è una sigla innocua. E’ piuttosto un complesso di torri di metallo con cui si è proceduto alla merca di un territorio e, come dal fumo denso che si alza dalla carne dell’animale marchiato, anche da qui si propaga un’esalazione nauseante che ha preso la forma di intense emissioni elettromagnetiche.

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Era il 2007 quando la US Navy aveva presentato l’istanza per ottenere il via libera all’installazione del MUOS in uno dei vialetti d’ingresso di Niscemi. Sulla base delle sole informazioni fornite dalla marina americana e con una leggerezza che si rischia di pagare molto cara, gli organi interessati, Comune di Niscemi compreso, avevano rilasciato il nulla osta.

Poi, a ben quindici anni di distanza dall’entrata in funzione del NTFR, qualcuno ha pensato bene di fare intervenire l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale per effettuare delle rilevazioni che potessero far luce sui valori dell’inquinamento elettromagnetico causato dal solo NTFR. E i valori non erano rassicuranti: l’inquinamento era prossimo e in alcuni casi superiore a quello tollerato dalla normativa vigente. Come si sarebbero messe le cose una volta accese le parabole del MUOS? Talmente male che il Comune di Niscemi decise di annullare in via di autotutela la sua autorizzazione.

Ma qualcuno non era dello stesso parere in regione e nonostante la revoca adottata dal piccolo comune in provincia di Caltanissetta, la Regione Siciliana concedeva i permessi necessari nel 2011.

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Da qui prende il via tutta la lunga vicenda processuale che ha conosciuto un’ulteriore puntata con la recente pronuncia del 14 gennaio di quest’anno del CGA siciliano. Il Consiglio di giustizia amministrativa, in breve sintesi, ha dichiarato inammissibile il riesame avanzato dal mondo No MUOS. E ora, che fare?

Al telefono il Sindaco Conti non ha dubbi: “Occorre andare oltre il contenzioso giuridico per riappropriarsi del diritto alla salute dei cittadini. Questo contenzioso, che vede contrapporsi Comune, Regione e Stato, ha assunto le forme di un mostro giuridico che potrà essere sconfitto solo attraverso un confronto civile tra territorio e Stato”.

Confronto che ci dovrebbe essere nei prossimi mesi, se non settimane. Aprire un dialogo e sedersi attorno a un tavolo tecnico istituzionale potrebbe essere una soluzione per superare questa situazione di stallo e permetterebbe di disegnare le future strategie.

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Strategie che occorrerà adottare tenendo in conto le normative vigenti e non gli interessi particolari, come mi ricorda il Sindaco Conti: “Lo Stato ha un obbligo istituzionale e deve garantire il diritto alla salute e la tutela dell’ambiente. La tutela di questi diritti passa necessariamente da azioni concrete. Nel nostro caso, si tratta di effettuare correttamente le misurazioni delle emissioni, cosa che ancora non è stata fatta, e qualora queste superino i limiti di legge, dovrà trovare applicazione la legge”.

Affrontare una battaglia come quella contro il MUOS è un impegno che richiede l’intervento di tutti, tanto che la questione non è stata delegata a un assessore in particolare, ma viene trattata dal Sindaco in prima persona e vede impegnata l’amministrazione comunale in toto. E quando da Roma arriverà la convocazione per sedersi al tavolo tecnico istituzionale, “come Sindaco potrò essere parte attiva e chiederò da subito in quella sede che partecipino anche le diverse associazioni che da anni lottano contro il MUOS”, chiarisce il primo cittadino.

La partita si sposta dunque a Roma. Ottenere le misurazioni corrette delle emissioni potrebbe davvero segnare una svolta importante in questa vicenda. Qualora, come molto probabile se si somma quello già prodotto dal NTFR alle tre parabole del MUOS, i valori dell’inquinamento elettromagnetico dovessero superare i limiti di legge, ci sarebbe una novità, che è condizione necessaria per richiedere un riesame della sentenza e trasformare la disfatta in vittoria.

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Tra non molto, dunque, quest’uomo si recherà nella capitale per affrontare le altre parti in causa. Mentre gli auguro buona fortuna, me lo rivedo come nella foto. Lui che cammina in mezzo a una strada con la figlia sopra le spalle, forse questa volta con la moglie che procede al suo fianco tenendogli la mano. Dietro di lui ogni niscemese, residente o meno in paese. Dietro di lui un’intera città che chiede al suo sindaco di portarla in un futuro che non sia tenuto in vita da una flebo per la chemio.

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