MUOS Niscemi 4 - L'onorevole Trizzino

Quando a Niscemi l’inquinamento elettromagnetico riscriverà il modo in cui si vive e si muore in paese, allora arriveranno anche i disegni dei bambini.

MUOS Niscemi  4 - L'onorevole Trizzino
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24 Marzo 2019 - 21.22


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di Giovanni Rodini.

 

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Col tempo arriveranno anche i disegni dei bambini. Saranno di quelli dove da qualche parte nel foglio comparirà una macchia oscura destinata a espandersi per imbrattare ogni cosa. Forse all’inizio la loro angoscia avrà la forma di una nuvola nera spiaccicata all’orizzonte. Poi, col tempo, la nube si farà più minacciosa e volteggerà fino a portarsi al centro della scena, come un’ombra venuta lì a oscurare la vita. Quell’ombra si farà spazio nel loro disegni quando la malattia farà capolinea nelle loro vite reali. Non lo possiamo dire con certezza, ma le probabilità ci sono e sono concrete. Quando a Niscemi l’inquinamento elettromagnetico riscriverà il modo in cui si vive e si muore in paese, allora arriveranno anche i disegni dei bambini.

Intanto, a livello regionale, tra quei banchi in cui i disegni di cui tanto si discute sono i disegni legge, qualcuno ha deciso di dedicare il suo tempo a fare in modo che i bambini di Niscemi possano continuare a decorare i loro fogli con i colori dell’infanzia, tra soli, alberi e orizzonti senza lutti annunciati.

Lui è l’On. Giampiero Trizzino, un palermitano con la passione per l’ambiente, eletto all’Assemblea regionale siciliana con il Movimento 5 Stelle. Si è laureato in giurisprudenza discutendo una tesi sulla tutela del paesaggio e ha completato due master universitari di secondo livello su temi connessi alla tutela dell’ambiente. Ha poi continuato i suoi studi all’Università di Milano, conseguendo il titolo di Dottore di ricerca in diritto pubblico dell’economia, discutendo un progetto sulla gestione integrata dei rifiuti. Si definisce “un avvocato, un consulente ambientale e un attivista”. E di attività ne ha fatta davvero molta a favore della battaglia contro il MUOS, sia da semplice militante che da Deputato dell’ARS.

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Lo sento al telefono, dopo che il procedimento per revocazione è stato respinto dalla recente pronuncia della CGA siciliana dello scorso gennaio 2019.

La posizione dell’On. Trizzino è perfettamente in linea con quelle espresse sia dal Sindaco di Niscemi, l’avv. Massimiliano Conti, sia da tutto il mondo delle associazioni nazionali e locali che in questi anni hanno combattuto il MUOS: “Ora che il procedimento amministrativo si è chiuso, occorre verificare se vi siano eventuali sforamenti dei valori di legge nella misurazione delle emissioni,” sostiene il deputato pentastellato. “E’ un passaggio obbligato, perché può rappresentare l’elemento di novità che ci permetterebbe di riavviare il procedimento”.

Tali verifiche, in realtà, erano già state effettuate nel 2016, ma da più parti si è obiettato che quelle rilevazioni non possono essere considerate come attendibili. Non solo nessuno ha potuto controllare come siano state effettuate, ma ci sono anche seri dubbi che i risultati non siano il frutto di un procedimento rispettoso delle disposizioni normative vigenti.

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Sul punto, l’Onorevole precisa che: “Le misurazioni svolte nei giorni 9, 10 e 11 marzo 2016 sono state effettuate per definire il campo elettromagnetico prodotto da tutte le antenne MUOS – NRTF – LF presenti nella base americana. Occorre però segnalare che tutti i sistemi di antenna sono comandati a remoto, sicché non è possibile controllare quale potenza sia stata realmente utilizzata, né se i dati che comparivano sui monitor di controllo fossero attendibili”.

Per questo motivo,” continua Trizzino, “si tratta di misure prive di rigore scientifico. Non è stato nemmeno possibile verificare come venivano realmente utilizzate le apparecchiature; non era stato fatto alcuno schema previsionale, sicché le misurazioni esterne sono state realizzate andando a casaccio. Tutto si è basato su informazioni fornite unilateralmente dai militari USA senza alcuna possibilità di controllo. Inoltre, delle 26 antenne NRTF presenti, ne sono state dichiarate attive solamente 18”.

Questa nuova fase della battaglia contro le parabole del MUOS dovrà però essere portata avanti sentendo l’opinione di tutti, anche di chi è stato escluso dal dibattito e dalle scelte fin’ora compiute. Questa è l’opinione tanto delle associazioni, nazionali e locali, quanto del Sindaco di Niscemi e dello stesso On. Trizzino.

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Quest’ultimo, infatti, si è fatto portatore di una “Richiesta di istituzione di un Tavolo tecnico per il monitoraggio delle emissioni elettromagnetiche” provenienti dal MUOS. Mentre scrivo, ho davanti a me una copia del testo, datato 21 novembre 2018, con cui il consigliere regionale si rivolge ai vertici di tre dicasteri nazionali: Difesa, Salute e Ambiente. In due sole pagine vi si leggono le ragioni della battaglia. Una serie di fatti, non contestabili, che non sono stati da soli in grado di suggerire maggior prudenza nella trattazione di tutta la faccenda. In particolare si precisa che “l’estrema vicinanza con il centro abitato di Niscemi ha determinato, negli ultimi anni, un netto incremento dell’incidenza di patologie tumorali tra la popolazione, ragion per cui appare opportuno porre in essere, con estrema celerità, un’azione politico-amministrativa volta alla difesa della salute dei cittadini, oltre che dell’intero ambiente circostante”.

Che occorra “con estrema celerità porre in essere un’azione volta alla difesa della salute dei cittadini” contro la minaccia di chi diceva che con quel macchinario avrebbe difeso la pace nel mondo, suona un po’ strano. La salute sembrerebbe non importare a chi dice di voler difendere la vita. O forse non è nemmeno tanto strano, se consideriamo che “anche noi viviamo in una società che ha parcheggi a pagamento davanti agli ospedali e gratuiti fuori dai centri commerciali”.

In attesa che questo Tavolo venga costruito, non ci resta che sperare che tardi a venire il momento in cui a Niscemi si inizierà a pagare con la vita la presenza del MUOS. Perché allora quelle tre lapidi dalla forma di parabole si trasformeranno in quello che sono: l’allegoria delle tre scimmiette che si rifiutano di vedere, parlare o sentire. Dopotutto, se ci fossero stati più Trizzino a Niscemi, il MUOS lo avrebbero costruito da un’altra parte.

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