Riflessioni su un aereo in volo

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15 Settembre 2010 - 07.07


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Durante la prima Assemblea Nazionale di Alternativa, Giulietto Chiesa ha usato la metafora dell”aereo per illustrare in qualche modo la situazione in cui ci troviamo ..
«Immaginiamo di trovarci su un aereo di linea a 10mila metri di altezza. Fino a poco fa tutto andava per il meglio, ma da qualche minuto il velivolo ha cominciato a sobbalzare violentemente; sembra precipitare, poi si innalza, poi torna a volare normalmente per qualche attimo, ma sobbalza ancora.

I passeggeri gridano di paura, allacciano la cintura. Ma non c”è nessuno che dia informazioni, le hostess sono sparite, il comandante tace, anzi dal microfono vengono strani rumori. Che fare? Vi alzate a fatica e correte verso la cabina di pilotaggio. Forzate la porta chiusa e… scoprite che al posto del pilota c”è una scimmia.»

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E” davvero una coincidenza curiosa che Chiesa prenda come esempio l”aereo: anch”io nel mio ultimo libro (dicembre 2009) faccio riferimento alla metafora dell”aereo per spiegare la necessità di avere nuovi indicatori di benessere e di avere un nuovo modo di gestirli e comunicarli. In fondo i due esempi potrebbero essere integrati ..

Ma ora mi presento.

Sono Filomena Maggino (iscritta ad Alternativa) e sono professore di Statistica Sociale presso l”Università di Firenze. Mi occupo da tempo – tra altri temi – di qualità della vita e soprattutto della costruzione degli indicatori per misurarla. Mi occupo di questi temi da tempi non sospetti, da quando parlare di benessere e qualità della vita delle società era considerata una attività che sminuiva il lavoro di ricerca accademica (potrei raccontare “interessanti” esperienze in merito!)

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Sono Vice President della International Society of Quality-of-Life Studies (www.isqols.org<http://www.isqols.org/ ) e sono coinvolta a livello internazionale in molte iniziative (come per esempio, il Global Project ospitato dall”OECD e promosso da colui il quale ora è Presidente dell”ISTAT).

L”anno scorso ho organizzato e presieduto a Firenze un congresso internazionale sul tema della qualità della vita
(http://www.isqols2009.istitutodeglinnocenti.it/). Sono intervenuti oltre 400 partecipanti da 44 paesi diversi dei cinque continenti. L”evento è stato patrocinato tra l”altro anche dall”OCSE e dal Consiglio d”Europa. La partecipazione italiana è stata notevole anche se devo segnalare la miopia di alcune istituzioni (leggi: Regione e Comune) che hanno ritenuto di
snobbare l”evento (seguito tra l”altro anche dalla stampa).

Attualmente sono impegnata su molti fronti ma uno in particolare mi sta a cuore ed è l”organizzazione di una rete di (veri) esperti nazionali sul tema della misura del benessere delle società. Per questo ho organizzato con un collega dell”Università di Milano-Bicocca un convegno nazionale sul tema (http://www.statistica.it/qol/index.htm). Certo, si presenta molto come un convegno accademico ma solo apparentemente (forse può interessare anche Giulietto Chiesa ).

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Il grande dibattito che recentemente è emerso – anche grazie ad iniziative blasonate, pur se scientificamente discutibili, come il rapporto della commissione Stiglitz promossa da Sarkozy (conosco alcuni dei membri della commissione .) – ha fatto emergere la necessità da parte delle amministrazioni locali e nazionali di strumenti per poter misurare e monitorare il benessere delle comunità. Le amministrazioni sembrano (forse sono) impreparate ad affrontare la questione nel modo corretto. Il rischio è che la mancanza di competenza da una parte e la comparsa di novelli esperti (ben “agganciati” politicamente) facciano naufragare questa grande opportunità.

Credo di non aver bisogno di spiegare quanto sia importante sviluppare un vero modello di benessere ma soprattutto una vera competenza per misurarlo.

Il tema del benessere delle società è cruciale all”interno di programma di un movimento politico. La mia decennale esperienza mi fa sospettare degli esperti che sono saliti solo nell”ultima ora sul “carro” e che diffondono accattivanti slogan (spesso legati alla parola “felicità“, priva spesso di reali contenuti) senza avere maturato la dovuta esperienza e approfondito la necessaria competenza per trattare di questi temi.

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Non voglio prolungarmi oltre se non per dire che metto a disposizione di Alternativa quanto ho maturato sul tema.

Per tornare all”osservazione che ho fatto all”inizio, ovvero la metafora dell”aereo, ecco il testo che ho inserito all”interno del lavoro che ho pubblicato a dicembre:

A complex approach is needed in order to measure and monitor well-being of societies. Consequently, the complexity requires multiple indicators conceived and organized in a conceptual structure. Of course, the system needs a guidance at different levels (e.g., policy). By attempting to depict this situation, we could image the policy maker as a pilot sitting at the flight desk:

actually, the present work aimed at presenting and discussing the process allowing the “flight desk” to be defined, constructed, and assessed. But, in order to let the system taking off, the “flight desk” needs to
– share the decision on the destination (– democracy)
– know the destination (– goals)
– know pre-conditions (– resources, .)
– know flight conditions (– monitoring)
– communicate flight conditions (– communication system)
– know how to manage emergency conditions

At the same time, it requires a wide sharing and support, allowing a research environment urging investigations aimed at implementing and improving the measurement and monitoring of well-being of societies.

[in F.Maggino (2009), The State of the Art in Indicators Construction in the perspective of a comprehensive approach in measuring well-being of societies, Firenze University Press, Archivio E-Prints, Firenze. http://eprints.unifi.it/archive/00001984/ – Publication added in the Measuring the Progress of Societies. Knowledge Base inventory hosted by OECD (http://www.measuringprogress.org/knowledgeBase/) accepted on 21/01/2010].

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Con stima,
Filomena Maggino.


Cara Filomena,

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accade sempre, in campo scientifico, che si scoprano coincidenze come quella che ci ha accomunato a distanza. Vuol dire semplicemente che certe idee “camminano nell”aria”, non sono patrimonio di nessuno e, anzi, in molti le si avverte e le si esprime pur partendo da punti di vista e da espereinze anche molto diverse.

Buon segno, perchè vuol dire che quelle idee hanno una loro vita e una loro verità autonoma.

Anche per questo con molto piacere accolgo la tua proposta. Di cui Alternativa ha assoluto bisogno. Dobbiamo infatti costruire un movimento non solo di opinione ma anche di sperimentazione, coinvolgendo, tra l”altro, anche gli insegnanti, gli amministratori locali, il lavoro, l”imprenditoria, la politica, i sindacati, il sistema dell”informazione.

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Di fatto tra le fondamentali questioni programmatiche di Alternativa c”è quella di una “scuola quadri”, cioè di un luogo di studio dove formare molte menti ad una transizione assai difficile.

Stanno emergendo proposte interessanti, come quella, ad esempio, di impostare una serie di incontri internazionali (vedremo come e con che mezzi, questione tutt”altro che facile), che ci consentano di conoscere cosa stanno facendo, pensando, elaborando, altri centri di ricerca e di aggregazione politico-culturale dentro e fuori l”Italia.

In questo senso la tua esperienza, che mi hai qui esposto, mi sembra assai importante.

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Dal sito di Alternativa avrai certamente visto che esiste già il gruppo toscano e il primo suggerimento è quello di prendere contatto con loro. Ma alla prima occasione dovremo parlare di persona della possibilità di una collaborazione tua anche in questo senso. Impiegheremo così una parte delle “sette ore” settimanali che chiedo a tutti i militanti, senza eccezione.

A presto

Giulietto Chiesa.

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