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ho letto il suo articolo sulle monete di carta, ho pensato ad una stupidata: per garantire qualcosa ai miei figli (alimentari), conviene mettere via monete con la S, italiane?
Grazie e saluti
Mario
Caro Mario,
ho l”impressione che non servirebbe, esattamente come non serve ai greci conservare le banconote con la Y.
La cosa da fare, invece, è battersi (cioè creare un partito) che metta nel suo programma il ritorno alla sovranità monetaria del nostro paese e dell”Europa, rispetto alle banche private. Il sistema bancario attuale è una rapina legale nei confronti della gente. L”intera architettura finanziaria è costruita per sostenere il potere di coloro che controllano il denaro. Ai danni nostri.
Occorre un programma di graduale ritorno in mani pubbliche, cioè democratiche, della creazione di moneta. Ovvio che questa non può essere una riforma “italiana”. Occorre una trasformazione della finanza mondiale.
Ma questo tema deve essere messo all”ordine del giorno a cominciare dal nostro paese, per poi estendere la questione all”Europa.
La Grecia ha già perduto interamente la sua sovranità nazionale. L”Europa la sta perdendo. A vantaggio di chi? Dello sfruttatore mondiale, cioè di Wall Street. Il dollaro deve essere sostituito come moneta mondiale di riferimento. Per la semplice ragione che l”Impero americano non è più in grado di sostenere i suoi lussi e la sua prevaricazione. Non siamo soli.
Mezzo mondo l”ha già capito. L”hanno capito i cinesi, per esempio. E loro già contano non poco.
Giulietto Chiesa
P.S.: Proprio mentre pubblichiamo queste considerazioni, un articolo di Federico Rampini su «la Repubblica» fa notare la clamorosa novità della lettera ufficiale al Congresso del segretario del Tesoro , Tim Geithner, che per la prima volta osa pronunciare la parola default (bancarotta) nell”indicare i rischi che minacciano da vicino l”economia più importante del pianeta. Particolarmente interessanti le conclusioni dell”articolo di Rampini: «Washington ha ancora il privilegio imperiale di stampare una moneta che il resto del mondo accetta, sia pure a malincuore. E” il signoraggio che manca all”Eurozona. Perciò, se il 2011 dovesse essere l”anno di una bancarotta sovrana, i mercati scommettono che questo accadrà prima in Europa. E perfino l”interessata generosità della Cina non sarebbe un salvagente miracoloso.»
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