Euro+Bancor+Lira

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7 Novembre 2011 - 23.20


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Un giovane economista scrive una lettera e un articolo per proporre una possibile soluzione all”attuale crisi monetaria. Gli risponde Giulietto Chiesa.

Gentile Giulietto,  nel caso l”idea di trasformare l”Euro in un “Bancor europeo” le possa interessare le mando un breve pezzo in cui ne descrivo i possibili vantaggi.   Cordiali saluti e grazie per il suo lavoro,

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 Fulvio

 Rimanere nell” Euro o tornare ad una nuova Lira? Entrambi!

 Si, fare entrambe le cose non solo è perfettamente possibile ma anzi è  probabilmente la strada piu” sensata da seguire.  La coesistenza di più monete su uno stesso territorio e mercato e”  avvenuta molto spesso in passato e tutt”ora avviene.*  

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La presenza di piu” monete ha il vantaggio di assicurare maggiore  flessibilità e stabilità al sistema monetario in quanto i cicli di  espansione e contrazione di una moneta  tendono ad essere compensati da quelli dell”altra.

 L”idea sarebbe quindi quella di reintrodurre la Lira e le altre monete  nazionali come monete complementari all”Euro a circolazione nazionale.

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 L”Euro oltre che rimanere come moneta circolante anche nelle singole nazioni vedrebbe significativamente rafforzata la sua naturale funzione di  “Bancor europeo” (che in un mondo ideale avrebbe dovuto essere il vero  scopo della sua creazione).

 Il Bancor era la moneta internazionale prevista nel piano di Keynes proposto agli accordi di Bretton Woods e affossato dagli Stati Uniti che  preferirono imporre il loro dollaro come moneta per gli scambi  internazionali.

 In realtà il fatto che una moneta nazionale svolga anche il compito di  moneta internazionale è una aberrazione economica che attribuisce un  enorme ed ingiustificato previlegio alla nazione emittente della moneta  internazionale (privilegio che alcuni chiamano signoraggio  internazionale).

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 Il piano del grande economista inglese di una moneta internazionale non  controllata da alcun stato, era invece la soluzione teoricamente giusta  per avere un corretto sistema monetario internazionale, cioe” un sistema  monetario equo e stabile.

 Seppur per motivi alquanto diversi, l”Euro condivide in parte con il  Bancor questa natura di moneta orfana o apolide (non essendo cioè  espressione di uno specifico potere statale nazionale ma della sola BCE) che le consentirebbe di rappresentare un buon candidato per svolgere la  funzione di moneta internazionale (a patto di ridisegnare la struttura di controllo e di potere della BCE).

 Rafforzando la funzione dell” Euro come moneta per gli scambi  internazionali (anche se nella prima fase prevalentemente tra stati  europei) porterebbe, quindi, in realtà, al rafforzamento della posizione  dell”Euro come moneta di riferimento internazionale nei confronti delle  concorrenti monete nazionali (Dollaro, Yuan, Yen).

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 Ma sopratutto, la reintroduzione delle valute nazionali, ridando (anche se  in modo parziale) sovranità monetaria ai singoli stati, consentirebbe di  reintrodurre quella flessibilità monetaria necessaria per adattarsi ai  diversi bisogni economici delle varie nazioni, flessibilità la cui  mancanza ha rappresentato una delle principali cause del fallimento dello  sciagurato disegno dell”Euro.

F.C.

 

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 * si pensi all”oro, l”argento e agli altri metalli coniati nell”antichità,  alle varie monete locali medioevali, alle diverse “banco-note” delle prime  banche (prima dell”armonizzazione prodotta dall”istituzione di una banca  centrale e un sistema bancario integrato), al circuito Wir presente in  Svizzera e, in un certo senso, quello del nero in Italia.

 

 

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Caro Fulvio,

pubblico volentieri la sua idea, che mi pare tutt”altro che peregrina. Io, come lei sa, non sono un economista e nemmeno un esperto di finanza internazionale. Tuttavia, obtorto collo, da mesi mi sto occupando assiduamente di queste questioni. Le ricette che leggo, le discussioni in corso tra esperti di qualità indubbia,  sono diversissime l”una dall”altra ed è francamente difficile individuare  non tanto gli scenari, quanto gli effetti che ciascuno di essi può produrre nei rapporti sociali, soprattutto sulle classi meno agiate.

La sua proposta non avrà comunque vita facile, perché gli attuali padroni della finanza internazionale sono determinati (disperatamente , direi) a cancellare ogni sovranità nazionale. Intravvedo che lei è nel giusto, keynesianamente, quando spiega che un ritorno parziale alla Lira, senza distruggere l”euro, non solo sarebbe possibile, ma tale da rafforzare l”euro come moneta di scambio internazionale. Tutto bene, secondo la logica, ma niente di bene secondo gli appetiti di potere e di dominio dei banchieri.

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Il problema principale, a mio avviso, è che la BCE è nient”altro che una filiale subalterna della Federal Reserve (sebbene ci sia stato e ci sia chi pensa che l”euro poteva e potrebbe diventare un serio concorrente del dollaro). in queste condizioni la BCE persegue la stessa strategia degli Stati Uniti e verrà trascinata nel gorgo di quella crisi, prima ancora di finire nella padella delle proprie contraddizioni. Se questo è il contesto, io penso che si debba proprio rompere il meccanismo del debito che è stato inventato a Wall Street. Se non si ferma quella follia dovremo scontare catastrofi. Comunque il suo ragionamento è fecondo di stimoli intellettuali e potrebbe tornare utile in futuro.

Grazie e saluti cordiali

Giulietto Chiesa

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