Nessuno lo sa

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1 Febbraio 2012 - 18.09


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Gentile Segretario Nazionale On. Chiesa,

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mi chiamo Savio Mancini. Ho saputo dell”esistenza del movimento politico Alternativa da diverse settimane ed ho sin da subito apprezzato la qualità delle proposte politiche e periodicamnete seguo gli aggiornamenti dal sito. Dato però che io non sono un economista vorrei chiedeLe diverse cose.

Quali potrebbero essere le conseguenza per L”Italia di un”uscita dall”euro e il ritorno alle monete nazionali e se questo è fattibile?

Se questo avvenisse, se i nostri conti dimezzerebbero o verrebbero valutati al pari delle 1936,27 (esempio 1000 euro 2 milioni oppure 1 milione 1000 euro oppure 1000 euro 500 mila lire).

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Quali potrebbero essere le misure che dovrebbe adottare l”Italia oltre l”uscita dal Fmi (se ho ben compreso)?

Chiedo (ad un movimento politico che ha coraggio di portare a conoscenza del popolo italiano situazioni mai spiegate) questo perché sono temi importanti ed il sistema ovviamente imbroglia la gente minacciando la povertà piu nera e totale in caso di uscita dall”euro ecc..

Scusandomi per la lungaggine resto in attesa di risposte.

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Savio Mancini

 

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Caro Mancini,

grazie per la sua lettera e mi scuso per il ritardo con cui le rispondo.

Quali sarebbero le conseguenze dell”uscita dell”Italia dall”euro è impossibile saperlo con precisione. In realtà le ipotesi che sono state fatte sono moltissime e tutte l”una diversa dall”altra. Alcune conseguenze sarebbero inevitabili e infatti sono previste da tutti.

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Tra queste il fatto che l”Italia non avrebbe più accesso ai mercati internazionali per finanziarsi e dovrebbe procedere in autonomia, cioè nazionalizzando la propria Banca Centrale e emettendo moneta.

La seconda conseguenza sarebbe dover pagare in dollari o euro le materie prime che importiamo. I creditori intenterebbero azioni legali a catena nelle sedi internazionali. Gli effetti sociali sarebbero probabilmente molto gravi per alcuni anni. Poi, forse, ma con molti se e molti ma, ci potrebbe essere una ripresa. Ma l”esempio dell”Argentina non credo potrebbe riprodursi da noi. L”Argentina ha dichiarato default, ristrutturando unilateralmente il proprio debito, ma lo ha fatto in condizioni esterne ancora di relativa crescita. Una operazione del genere fatta oggi dall”Italia avverrebbe in condizioni di depressione economica e questa, a sua volta, non favorirebbe un grande balzo verso l”alto delle nostre esportazioni (divenute nel frattempo, causa svalutazione della lira, più competitive).

Certo l”Italia acquisterebbe in questo senso la propria sovranità monetaria, ma ho l”impressione che non sarebbe affatto in condizione di essere di molto più sovrana di quanto non lo sia oggi. Il passaggio da una moneta all”altra non modifica i rapporti di forza tra le classi sociali. Come abbiamo scritto su www.megachip.info, le classi dirigenti italiane non sono meno rapaci di quelle europee e dei circoli finanziari internazionali. Come si suol dire la migliore prospettiva sarebbe quella di uscire dalla padella per cascare nella brace.

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Cosa intendano fare i circoli dirigenti italiani ed europei non è ancora affatto chiaro. Se la vincitrice tra le  compagnie di briganti che si stanno combattendo troverà vantaggioso uscire dall”euro lo farà dopo avere fatto i suoi conti. Che si sia noi, popolo che non ha strumenti per decidere, a invitarli a farlo, mi pare sciocco.

La linea che Alternativa ha scelto è molto chiara: non pagare questo debito; chiederne la rinegoziazione; chiedere un audit nazionale pubblico e trasparente per sapere con precisione come è composto e chi ne porta la responsabilità;  rifiutarsi di riconoscere tutti i debiti con un tasso d”interesse superiore al 2,5-3%; nazionalizzare le principali banche italiane togliendo loro il controllo finanziario e trasferendo le loro funzioni ai sistema del credito cooperativo e popolare; mettere fuori legge le agenzie di rating e chiudere ogni rapporto con i paradisi fiscali (lotta all”evasione, alla fuga di capitali e, quindi, alle mafie).

L”Italia dovrebbe chiedere all”Europa di cancellare il Trattato di Lisbona e quello di Maastricht e eliminare l”indipendenza della Banca Centrale Europea, nazionalizzando anche quella, mentre si ricostituisce un serpente monetario flessibile coniugato con una divisione europea del lavoro fondata sulla solidarietà tra stati all”interno di una Europa Federale. Il nuovo processo costituente europeo dovrebbe essere basato sulle volontà popolari espresso obbligatoriamente mediante referendum.

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Questo a grandi linee. Ovvio che questo governo italiano non farà nulla di tutto ciò. Dunque tutto quello che farà sarà sua esclusiva responsabilità. Il nostro compito è di combattere questo governo e questa Europa delle banche.

Cordiali saluti.

Giulietto Chiesa

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