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Perché non faccio una donazione a Pandora Tv

In risposta a un lettore, Giulietto Chiesa spiega i perché e le ragioni del progetto Pandora TV.

Perché non faccio una donazione a Pandora Tv
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4 Agosto 2018 - 06.02


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di Redazione

 

Gentile Giulietto Chiesa,

pur usufruendo quasi quotidianamente dei contenuti di Pandora Tv, desidero manifestarle le ragioni per le quali, ancora, non sento di dover contribuire al finanziamento della vostra impresa.

Ciò che non riesco e mai riuscirò a digerire della vostra iniziativa, pur comprendendone le ragioni, è l’approccio televisivo che avete dato al vostro mezzo di comunicazione. Certo, Youtube domina la produzione di contenuti nel web, certo, avrete calcolato come plusvalore della vostra offerta i video con contenuto politico, diplomatico, militare ecc. di cui riuscite a fornirvi, e certo, a livello istituzionale paesi come la Russia si sono dotati di media televisivi per contrastare quelli occidentali e voi avete pensato che sia giusto imitarli, ma tutto ciò non cambia la mia convinzione che l’approccio visivo all’informazione sia quello sbagliato, soprattutto per chi deve emergere con risorse scarse. Non è cosa da poco. Io ritengo che la tesi di Giovanni Sartori riguardo all’homo videns, che tanto l’affascina e che penso abbia contribuito anch’essa a fare di Pandora Tv una televisione, sia errata e perniciosa, prescrittiva più che descrittiva, e per questo da contrastare. Io penso invece, e lo dicevano pure i grandi della Grecia antica sebbene non conoscessero la televisione, che già la semplice voce possa costituire un eccellente canale di comunicazione mediatica. La voce dovrebbe quindi essere vista come il canale d’elezione, necessario e sufficiente, mediante la quale trasmettere le vostre preziose informazioni. Lo dico chiaramente: ciò che vorrei (non) vedere (ma ascoltare), è una Radio Pandora, non una Pandora Tv.

Le motivazioni sono diverse:

1) i costi, economici e pure ambientali, sarebbero di gran lunga più contenuti. Ciò che ora viene speso per il montaggio e per tutto quello che richiede il complesso mezzo audiovisivo, può essere speso per contenuti audio più abbondanti. La piattaforma informatica sarebbe più snella, l’archivio non avrebbe dipendenze da piattaforme esterne, poiché la gestione dell’audio, soprattutto quando non è necessario avere una qualità musicale, è tecnicamente di gran lunga più leggera. Un file audio può essere trasmesso perfino come semplice allegato email, e questo potrebbe agevolare la raccolta dei contenuti e moltiplicare le fonti. Perfino gli utenti stessi potrebbero arrivare a a contribuire, inviando alla vostra redazione per esempio audio-documentari da trasmettere, ricostruiti da materiale libero preso sul web. Molti video, anche fra quelli da voi ora immessi,potrebbero essere ridotti ad audio senza perdere praticamente nulla in contenuto informativo. Nel 90% di quello che si trova su Pandora Tv, la parte video ha scarsissima rilevanza. I discorsi più importanti, le “pietre miliari”, possono essere tradotti in testo italiano e pubblicati su una semplice pagina web, o naturalmente letti a voce in sintesi o per intero. Non ultimo, la trasmissione e la fruizione di video sul web è la causa prima del consumo di banda e computazionale globale di internet, ciò vuol dire maggiori consumi elettrici e di apparecchiature di cui l’ambiente farebbe volentieri a meno. Il pianeta ha risorse scarse, ottimizziamole anche a livello di informazione mediatica;

2) la risorsa scarsa per eccellenza è però il tempo: più che di homo videns io parlerei di homo indaffaratus, nel senso che veramente pochi possono permettersi il lusso di leggere i sottotitoli del discorso del ministro degli esteri russo o dell’opinione del giornalista brasiliano. Personalmente, e credo che come me molti altri, ascolto e NON guardo Pandora Tv, e mi scoccia dover pure lavorare per scartare i video che non si prestano al solo ascolto (quelli con parte visiva superflua). Questo argomento smonta in gran parte il vantaggio di avere video esclusivi. Forse non vi rendete conto abbastanza che siete in competizione con tutti i canali tv (rai, mediaset ecc.), con netflix, sky, youtube, i videogiochi… tutto ciò che immobilizza davanti ad uno schermo. Questo è intrattenimento, se invece voi davvero volete fare soprattutto informazione, cosa ve lo fa fare di mettervi in concorrenza inutilmente con questi giganti?

3) la radio ha un’utenza più diffusa e trasversale rispetto a quella della televisione, può catturare utenze altrimenti irraggiungibili: automobilisti, sportivi, casalinghe impegnate nei lavori di casa, ecc. Non sono soli i colossi di cui sopra a farvi concorrenza, ma anche tutte le necessità della vita quotidiana. Ripeto, l’informazione arriva con la semplice voce, e non potete mettervi in competizione con la necessità della gente di cucinare o di spostarsi in automobile, perdete in partenza. Piuttosto, siccome non siete in broadcast ma sul web, pensate all’alleggerimento dell’interfaccia di fruizione dei contenuti che offrite. Ci riuscireste molto più facilmente se questi contenuti fossero semplice audio. “Mobile first” significa non solo rendere il sito web compatibile con gli smartphone (attualmente permettimi di dire che siete pure scarsi su questo fronte), ma anche velocizzare e ottimizzare l’accesso ai contenuti, dovreste rendere Pandora il più possibile aderente ad una radio piuttosto che ad un sito web. Se riusciste a rendere l’esperienza di fruizione simile a quella dell’accensione di una radio, allora sareste sulla buona strada. Con il modello televisivo questo non riuscireste mai ad ottenerelo, con quello radiofonico ci sono molte più possibilità.

4) le tecnologie da usare ci sono già, essenzialmente il modello di partenza sarebbe quello della web radio. Ormai esistono una miriade di oggetti connessi, pure l’automobile, per cui la fruibilità sarebbe massima. C’è anche la radio digitale (DAB), che in futuro potrebbe consentire la nascita di nuove emittenti in broadcast, ma il web per ora sarebbe già più che sufficiente.

5) a proposito di espansione futura: la “radiovisione” sta un po’ tracciando quella che potrebbe essere l’evoluzione di una futura Radio Pandora, per cui il modello da seguire sarebbe già esistente. Ma per il presente il punto di partenza deve essere la radio! Ciò non toglie che si possa mantenere aperto da subito un canale di pubblicazione di video (Youtube o meglio altri simili), a costo zero, anche se la “radiovisione” è ovviamente un’altra cosa, da riservare per il futuro.

Un consiglio finale: create un palinsesto, sia pure minimo. Radio Pandora non dovrebbe avere esitazioni a cominciare con uno o due appuntamenti periodici (troppo costosi invece per una televisione), partendo anche dalle sole news, o partendo anche da periodicità molto ampie (settimanali o mensili).

Questa in conclusione è la visione della Pandora che vorrei: sostanzialmente una radio, aggiornata dagli strumenti del web. Mi auguro che raccolga questo suggerimento di cambiamento radicale, per poter permettere a noi tutti di continuare ad usufrire del vostro prezioso servizio informativo, al quale non mancherei allora di contribuire senza remora.

La saluto.

ESDV

 

***

 

Gentile ESDV, ho letto con molta attenzione la sua lettera, nella quale mi informa che, se non accetto la sua idea di comunicazione, allora non contribuirà alla vita di Pandora Tv. Mi scuso, ma non sarò così analitico come lo è stato lei. Diciamo che mi limiterò all’essenziale, visto che lei contesta tuttol’impianto sulla base del quale io ho organizzato l’impresa, titanica, di “competere” con l’intero sistema televisivo mondiale.

Comincerò da qui. Io non intendevo e non intendo “competere” con il mainstream. Sarei stato davvero un ingenuo, o un visionario totale, se avessi avuto questa intenzione. Io volevo fare “scuola” di formazione ai media audiovisivi imperanti. Volevo insegnare a usarli in altro modo, perfino “alla rovescia”. Volevo aiutare i miei spettatori a capire dove e come sono manipolati dei grandi media, in primo luogo da quelli televisivi. Anche a quelli (e sono la maggioranza grande) che non lo sanno. Volevo far passare, tra coloro che avessero fruito del mio aiuto, un’altra “visione del mondo” (intendendo non solo i contenuti, ma il mezzo e il modo con cui i contenuti passano nei cervelli di almeno tre miliardi di persone, forse di più). Lei non ha compreso prima di tutto il senso del mio progetto e, per questo, logicamente, non lo appoggia.

Purtroppo si sbaglia su quasi tutti i punti. Non per niente respinge tutto il discorso sull’homo videns, che è invece il centro del mio ragionamento. Lei rifiuta l’evidenza. impariamo dal Potere, che sa meglio di lei e di me come funziona la macchina del dominio. Ha mai sentito citare una radio, quando si parla di informazione di massa di ciò che vuole il Potere?  Io mai, proprio mai, dai tempi di Orson Welles. Sarà un caso che è sempre la televisione?  Il Potere ha occupato in primo luogo la Televisione. Come fanno i generali quando vogliono vincere la guerra, ha preso le posizioni strategiche. E quelle sono strategiche, tant’è vero che hanno vinto.  Sono loro che determinano il “rumore di fondo” attraverso il quale passa la loro“narrazione”. Tutto il sistema della creazione del consenso passa non attraverso la ragione (la radio è ancora e rimarrà lo strumento dell’homo legens, cioè della razionalità). E su quel terreno non si “penetra” nella psiche della gente. La si può informare, con la radio, ma sempre, comunque, in posizione secondaria.

Ecco cosa io penso si debba fare: vaccinare il pubblico contro la penetrazione dei contenuti subliminali, quelli che passano esclusivamente attraverso l’organo della vista. Questo è il mio punto di partenza. Che lei respinge perché non lo “vede”. Ma la ricerca scientifica le dà irrevocabilmente torto. È come Beppe Grillo, che, non avendo capito nulla, è partito con il suo progetto affermando che la Tv era finita e che era arrivato il tempo di Internet. Ha sbagliato tutto, e continua a sbagliare adesso, quando sostiene che la RAI dovrebbe vendere addirittura due dei suoi tre canali. Venderli a chi? Ma al nemico, naturalmente, che se li comprerà subito.

Lei dirà che Grillo ha fondato un grande partito di massa, dunque aveva ragione. Io la chiamo eterogenesi dei fini. Ha vinto in politica, ma sbagliando in pieno l’obiettivo della democrazia. Anzi ha ingannato, fuorviato i suoi seguaci, portandoli “altrove”: a votare sul web. Una castroneria assoluta. Le votazioni sul web sono il contrario della democrazia e il massimo della manipolazione. Lo sarebbero anche se chi formula i quesiti fosse onesto. Gli è andata bene. Succede, ma non vuole dire che avesse ragione. Ha manipolato anche lui il suo pubblico facendolo andare in una direzione sbagliata. E infatti non ha costruito una forza di alternativa al sistema. I suoi seguaci pagheranno il prezzo. E ora (mentre aveva, lui sì, la possibilità di creare una televisione di massa) non si accorge che tutto è diventato televisione, che il web è al 99% televisione, come lo sono gli smart phone che tutti abbiamo in tasca.

E lei mi propone di fare una radio? Ma vogliamo scherzare? Questa è la vecchia idea di fare la “contro-informazione”. Idea perdente in partenza e che, infatti, è stata sconfitta.

Io non volevo fare “contro-informazione”. Volevo fare, e ho fatto, uno strumento di cultura di massa che dovrebbe diventare la base di un programma di ritorno alla democrazia per la società del futuro.

Io non pensavo di “competere”. Il mio obiettivo era, ed è, quello di cambiare la tv pubblica. Pandora tv è il nucleo di una riforma generale dei sistemi radiotelevisivi di un paese moderno e democratico. È l’attuazione della Costituzione repubblicana.

Per altro i suoi suggerimenti — che apprezzo —non sono e non erano applicabili in rapporto ai mezzi di cui disponevamo e disponiamo. Per fare la radio che lei auspica (al livello adeguato tecnico e informativo e comunicativo e non una brutta copia delle radio dei potenti) occorre una squadra di professionisti ben più ampia di quella di cui potrei disporre. La radio è “diretta”. Deve funzionare 24 ore su 24, deve essere sul punto, nei luoghi. Deve avere gente che sa parlare in radio. Non è affatto vero che costerebbe di meno. Questi calcoli li abbiamo fatti fin dall’inizio. O sarebbe una ciofeca, o costerebbe molto di più.

Noi invece abbiamo fatto dell’ottima televisione, usando produzioni di alto livello professionale e coniugandole con le nostre capacità giornalistiche.

Noi siamo partiti avendo un vantaggio su tutti gli altri blogger (ovviamente consapevoli di esserechiusi dentro la Rete): avevamo e abbiamo le immagini di Ruptly, di RT e di altri canali russi, arabi, latino americani. Quei costi non li abbiamo dovuti sopportare. In più abbiamo usato, scegliendo e selezionando in modo intelligente, l’immensa quantità di contenuti televisivi dei “content providers” dei social networks . E abbiamo potuto, in tal modo, collocarci — seppure in una piccola nicchia — sul terreno dove il Potere esercita la sua forza, per contestarla. Per altro l’unico cambiamento di rotta possibile (non certo automaticamente realizzabile) ce lo ha fornito la stessa tecnologia in vorticosa modificazione. Al momento attuale l’idea di arrivare a un canale televisivo digitale terrestre non è più né realistica, né utile. I televisori, nel corso di due o tre anni, saranno tutti abilitati a lavorare attraverso Internet e dunque, con una semplice “app”, Pandora tv potrà essere visibile attraverso un qualsiasi televisore di casa.

Ma l’obiettivo “politico” non sarà comunque quello di fare una nuova, per quanto originale, televisione privata, capace di competere con quelle del mainstream. Io penso di avere contribuito, insieme alla mia squadra, alla formazione di una comunità di persone in grado di difendersi dalle infinite manipolazioni. In grado di non brancolare nel buio quando qualche cosa di incomprensibile accade. Ci siamo riusciti?

I dati dicono che, con i pochissimi mezzi che abbiamo, parliamo ora a circa quattro milioni di persone al mese. E siamo visti (e sentiti) in molti ambienti diversi, anche ostili (lo so perché me lo dicono), che ci riconoscono di avere rotto il monopolio. Anzi, addirittura di essere diventati noi dei monopolisti delle notizie. Ma, in questo caso, non per merito nostro: semplicemente perché il mainstream nasconde le notizie, quando non le deforma al punto da renderle irriconoscibili.

Va bene così? Se andasse bene non dovrei chiedere continuamente ai miei spettatori di aiutarmi a far sopravvivere Pandora tv. Non ho mecenati, non ho pubblicità. Se avessi gli uni e gli altri (senza essere costretto a limitare la mia libertà) potrei fare esplodere le potenzialità che ho scoperto esistere. Siamo partiti nel 2014 sapendo che dovevamo raccontare il futuro di una crisi immensa. Purtroppo avevamo ragione, e i fatti lo dimostrano. Abbiamo scommesso che esisteva un pubblico assetato di buona informazione. Quel pubblico esiste ed è molto più grande di quello che abbiamo toccato fino ad ora. Ma non ci conosce. E io so perfettamente che ormai le nostre finestre di visibilità “non proprietarie” Google, Facebook, Twitter etc,, attraverso cui i nostri messaggi arrivano al grande pubblico, possono essere ostruite e lo saranno entro tempi non molto lunghi. Già hanno cominciato e sanno bene dove vogliono arrivare. Quindi la battaglia continua.

Grazie per avermi stimolato a parlarne, a lei e a tutti coloro che ci leggeranno per aiutarli a comprendere che sostenere Pandora Tv è un atto politico decisivo per loro stessi.

 

Cordiali saluti

Giulietto Chiesa

 

 

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