Dossier Tav, ecco il graphic journalism

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21 Dicembre 2012 - 22.51


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Si intitola Dossier Tav, una questione democratica, il bel lavoro di graphic journalism di Claudio Calia. Un”inchiesta disegnata edita da Becco Giallo.

di Antonio Cipriani Globalist.

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Graphic journalism, ma non solo di questo si tratta. Dossier Tav è citizen journalism nel modo che ci piacerebbe sempre fosse: giornalismo della partecipazione e dell”attenzione, aggiungerei. Si tratta di un”inchiesta illustrata sulla questione democratica legata alla realizzazione della Tv in Val Susa firmata (scritta e disegnata) da Claudio Calia, uno bravo davvero. Che guida il lettore con poesia e fantasia per i tortuosi e complicati itinerari di una storia emblematica italiana.

Il libro, da regalare cortesemente agli amici per le feste, si intitola Dossier Tav, sottotitolo: Una questione democratica, edito da Becco Giallo.

 

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Conosco Claudio da tanti anni ormai. Le nostre strade si sono incrociate nel 2001. Prima del G8 di Genova. A quei tempi io ero a L”Ora di Palermo. E per una bella intuizione decidemmo di seguire quei giorni (che ora fanno parte della storia di questo paese) con un gruppo di giovani, forti, intelligenti, creativi. E Claudio Calia fece il reportage live “My own private G8” (lo trovi qui), disegnava una striscia al giorno dalla postazione nella Scuola Diaz. E successivamente, lavorando ancora insieme, tenne una rubrica a fumetti su Tribù Astratte, prima mensile di interferenze culturali, poi esperimento interessante di web-journalism (I disegni sul cartaceo e CominiAdesso).

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Lo sfoglio parte subito ardito e forte. Con tavole bellissime ispirate dal Treno partorito dal sole di Fortunato Depero, un inno alla velocità e all”acciaio. All”opera imprescindibile, a sentire Monti, che se non fosse realizzata sull”onda ideologica del mercato della velocità, farebbe slittare l”Italia in un tuffo nel Mediterraneo. Roba strana, questa immagine del tuffo. Mostra il segno di un”ideologia ben precisa che si declina in un uso legittimo, o discutibile, della forza da parte dello Stato. In virtù di un interesse nazionale superiore a qualunque interesse locale. Attraverso i suoi apparati militari. O mediatici, laddove l”informazione (e buona parte della politica) partecipano alla costruzione simbolica di un nemico pubblico, che sarebbe il cittadino che si oppone. E che lo fa in tutti i modi consentiti e talvolta no della mobilitazione popolare di massa.

Calia con la sua inchiesta non parte da una tesi e neanche narra una storia per dimostrare qualcosa. Mette in fila ciò che si sa. Raccoglie e mette in fila i fatti, dichiara. Passo dopo passo.

La storia del Tav comincia negli anni Novanta. Anzi proprio nel 1990. Ed è incredibile pensare che in questi 22 anni il mondo è cambiato. C”era il governo Andreotti VI, con il pentapartito. George Bush padre era il presidente americano e Mitterand era il presidente francese. Insomma un altro mondo, con altre idee di futuro. Di un futuro che è mutato sotto l”occhio attento del tempo, costruendo una storia diversa da come era stata ipotizzata.

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Meno che in Val Susa. Lì è successo qualcosa di profondo, una valle è stata militarizzata e un popolo alle strette. E lì è successo il miracolo, o sta succedendo il miracolo: le persone, insieme, stanno cambiando la storia. Stanno rendendo discutibile una decisione inderogabile. E Calia scrive nell”introduzione: “Anche una piccola valle in mezzo alle montagne può piegare il corso della storia”. E su queste basi comincia il racconto, si snoda l”inchiesta.

Ed è questa consapevolezza che ci portiamo dietro che ci salva la vita, che ci restituisce libertà: che la storia la fanno sempre gli uomini e le donne, le comunità, le persone. Chi sceglie la democrazia e la partecipazione, chi si batte per un principio giusto e non per un vantaggio.

Per il resto vi consiglio di leggerlo questo libro-inchiesta. Di farvi rapire dalle tavole disegnate alla grande, dai dubbi dell”autore, dalla dolcezza della piccolina, sua figlia, che fa capolino. Come in questo video

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http://www.youtube.com/watch?v=0hZx8dqX0i0

 

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Fonte: http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=37568&;typeb=0&Dossier-Tav-ecco-il-graphic-journalism.

 

 

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