Sulla scrittura dei fenomeni naturali

'Una sperimentazione musicale e le riflessioni che l''hanno originata possono farci comprendere cosa stia sotto una frase come "la Natura ci parla". Anche con i terremoti. '

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Redazione Modifica articolo

22 Giugno 2013 - 18.16


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di Elisa Strinna.

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Una sperimentazione musicale e le
riflessioni che l”hanno originata possono farci comprendere cosa stia
sotto una frase come “la Natura ci parla”. Anche con i
terremoti.

Il rapporto tra Uomo e Natura non
si esplica solo nel contrasto o nella palingenesi di una Crisi, ma
anche in varie forme di comunicazione, espressione, interpretazione,
traduzione. In questo senso, convergono le rappresentazioni
scientifiche, quelle spirituali, quelle artistiche.

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“L’opposizione di
natura e cultura diventa più chiaro se si traduce nei termini
familiari e biologici, di eredità endosomatica e eredità
esosomatica. Natura, in questa prospettiva, può soltanto significare
il patrimonio ereditario trasmesso attraverso il codice genetico,
mentre cultura è il patrimonio ereditario trasmesso attraverso
veicoli non genetici, il più importante dei quali è certamente il
linguaggio.”
1

Il linguaggio è il mezzo tramite il
quale l’uomo trasmette quell’insieme di “operazioni complesse” [2]
che non sono trasmissibili biologicamente e fisiologicamente, ma che
vanno a costituire la memoria collettiva e sociale identificabile
nella tradizione.

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Assieme al linguaggio, nel tempo,
l’uomo ha maturato anche le tecniche, sistemi di operazioni
sviluppate a partire dal gesto. Tra le tecniche troviamo la
scrittura, diventata funzionale a molte società nella trasmissione
dell’eredità esosomatica.

Walter Benjamin, nel saggio Sulla
lingua in generale e sulla lingua dell’uomo
scrive come 

“la realtà della lingua non si
estende solo a tutti i campi di espressione spirituale umani, ma a
tutto senza eccezione. Non vi è evento o cosa nella natura animata o
inanimata che non partecipi in qualche modo della lingua, poiché è
essenziale ad ogni cosa comunicare il proprio contenuto spirituale.”
[3]

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L’uomo, scrive Giorgio Agamben, si
differenzia fra gli altri esseri viventi per la “scissione fra
lingua e parola, fra semiotico e semantico, fra sistema di segno e
discorso”
[4].
La lingua umana è un sistema di comunicazione che avviene per mezzo
di un codice acustico complesso, il quale si occupa di nominare il
mondo.[5]
La nostra specie ha sviluppato inoltre linguaggi diversi che
corrispondono a vari livelli di espressione.

Nella ricerca che porto avanti ciò che
m’interessa è l’insieme di quei grafismi che si utilizzano per
registrare non tanto le espressioni umane, ma piuttosto quelle
manifestazioni che sono proprie alla condizione degli elementi
naturali.

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La traduzione grafica di un fenomeno
naturale permette di coglierne alcune peculiarità su un piano
differente rispetto al suo puro svolgersi. Registrato attraverso un
sistema di segni, l’evento viene individuato ed inserito in un
processo culturale e storico. Il linguaggio della natura trova
rappresentazione in uno dei linguaggi dell’uomo.

Le onde di un terremoto registrate dal
sismografo ci offrono un tracciato, una “scrittura” che
testimonia il carattere dell’evento. Tale scrittura non ci racconta
l’effetto provocato dal sisma, ma ci racconta la sua intima natura,
la forma della sua energia. La traduzione di questa forma in un
ulteriore linguaggio di tipo acustico si può riferire al tentativo
di articolare la scrittura che il terremoto produce attraverso sé
stesso.

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Esperire quindi “la lingua senza
nomi di cui l’intera natura è traversata”
[6]
nel suono di un linguaggio umano, avviare un processo in cui il
fenomeno si racconta in un discorso culturale.

L’uomo ha sviluppato diversi sistemi
di rappresentazione. Uno stesso soggetto, come un paesaggio, può
essere rappresentato per esempio attraverso la parola, attraverso
l’immagine, attraverso la sintesi matematica. Ognuna di queste
rappresentazioni ci fornirà un tipo di percezione del paesaggio,
incrementando diverse tipologie di relazione con esso. La traduzione
di un linguaggio grafico in un linguaggio acustico vuole cercare una
continuità tra diverse forme di rappresentazione. Inversamente alla
scrittura fondata su simboli grafici che rappresentano dei suoni, in
questo caso i simboli si riferiscono a una lingua non umana, che si
articola in un linguaggio sonoro proprio

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all’uomo sviluppandosi in musica,
esplorando così i limiti dei sistemi espressivi e delle relazioni.

Sinfonie
Sismiche

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Scheda dell”opera

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Le sinfonie proposte nel progetto hanno
origini particolari: esse infatti prendono vita da un processo di
traduzione di tracce grafiche in una traccia sonora. Le tracce
grafiche in questione sono costituite dai sismogrammi originali
registrati durante alcuni terremoti.

La prima sinfonia realizzata risale al
2008/2009, durante la residenza alla Fondazione Bevilacqua la Masa.
Essa traduce alcuni dei più devastanti terremoti che hanno avuto
luogo nella penisola italiana dal 1908 al 1980. Una seconda sinfonia
traduce il più violento sisma avvenuto in Taiwan negli ultimi
cinquant’anni- il terremoto 921- ed è stata realizzata per la
Biennale di Taipei 2012.

Le Sinfonie vengono tradotte in musica
da una scultura-strumento che nasce dal connubio tra un sismografo ed
un organo di barberia. Lo strumento legge le note attraverso un
sistema di fori praticati su carta. Per creare le sinfonie, le onde
dei terremoti registrate su sismogrammi sono state trasferite su
scala musicale dello strumento, rispettando la magnitudo e
successivamente sono stati realizzati i fori sui picchi dei
sismogrammi. I fori vengono quindi letti dall’organo e trasformati
in musica.

Sinfonie Sismiche è anche una
inversione simbolica: lo strumento dell’organo è comunemente usato
nelle chiese, le sue musiche aspirano al cielo e simboleggiano
l’armonia cosmica. Ma qui è la terra, la “natura”, il terreno
sotto i nostri piedi che suona. Esso ci parla non di armonia, ma
della nostra fragilità. 

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Cenni sull”artista

Il lavoro artistico di Elisa Strinna
esplora il modo in cui strutturiamo la nostra percezione ed i nostri
campi del sapere.
Riferendosi ai residui della storia naturale e
umana, l’artista né esamina le informazioni dando vita a
narrazioni diverse. Narrazioni che rivelano intrinseci aspetti
“culturali” della natura, sfidando ogni concezione che limita i
processi sia culturali che naturali, e narrazioni che restituiscono
originali letture della storia culturale.
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NOTE

[1]. Andrè
Leroi-Gourhan, Il gesto e la parola. Tecnica e linguaggio.
La memoria e i ritmi
.
Giulio Einaudi Editore, Torino 1977.

[2].Ibidem.

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[3] Walter
Benjamin,
Angelus Novus. Saggi e frammenti. Giulio
Einaudi Editore, Torino 2006, pag.53.

[4] Giorgio
Agamben,
Infanzia e Storia. Giulio Einaudi Editore,
Torino 2001, pag.50.

[5] Walter
Benjamin, op. cit.
[6] Walter
Benjamin, op. cit., pag.70.

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