-A- Non lo so! Davvero, non lo so!
-B- Ma come non lo sai? Come fai a non sapere questa cosa? Fino a ieri mi sembrava che lo sapessi…
-A- Fino a ieri lo sapevo, credo. Mi pare di ricordare che fino a ieri lo sapessi. Ora non ricordo. O, per l’esattezza, non ricordo se l’ho mai veramente saputo…
-B- Ma almeno puoi essere certo di questo? Che oggi non lo sai…?
-A- Se devo essere sincero, allora devo ammettere che non so se lo so o non lo so!
-B- Aspetta, dunque stai ammettendo che potresti saperlo…!
-A- No, sto ammettendo che non so se qui e ora non lo so oppure se qui e ora potrei saperlo…
-B- E da cosa dovrebbe mai dipendere il fatto che potresti saperlo?
-A- Da una sola cosa: che lo so. Ma non ricordo se lo so!
-B- Ci stiamo avvitando: se tu lo sai, allora, anche se non lo ricordi, dovresti almeno sapere che lo sai! E dovresti limitarti a dire che non lo ricordi. “Lo so†può significare solo che da qualche parte nel tuo cervello (o nella tua mente) questa informazione è depositata. Anche se poi, per svariate ragioni, non ti è consentito di recuperarla dal magazzino della memoria.
-A- Mettiamo che io dica: “lo soâ€, e che poi tu pretenda che io dimostri quello che affermo e che te ne dia prova esibendo l’informazione. Se “non ricordo†vuol dire che non sono in grado di recuperare quella informazione, anche se dovessi essere certo che da qualche parte è depositata, allora – ne converrai – l’eventuale sapere che lo so, ma non sapere provare che lo so, rende il saperlo praticamente equivalente al non saperlo.
-B- Certo, ma questo solo nel caso in cui tu affermi di saperlo ma non sei in grado di sapere con certezza se lo sai veramente. Dunque: solo nel caso in cui sei consapevole di dire una cosa falsa. Perché, alla fine, è falso dire che tu lo sai senza sapere davvero che lo sai.
-A- Per la verità , io sono giunto ad un grado ancora più forte di certezza: sono sicuro di non sapere se lo so o non lo so!
-B- Ma non ti sembra di dire qualcosa di simile a: “non so se quello che sto affermando in questo stesso momento sia vero o falso� Siamo nei pressi del paradosso del mentitore.
-A- Il paradosso del mentitore è il frutto avvelenato di una certezza, che ha la peculiarità di generare una spirale di contraddizioni: “io mentoâ€, se l’enunciato coincide con l’enunciazione allora è falso che io menta. Ma se è falso che io menta allora dico il vero, e cioè che mento. E così via, all’infinito!
-B- E non è così che finisce con la tua affermazione che non sai se lo sai o non lo sai?
-A- Boh… non lo so! A me sembra soltanto che il meccanismo dell’amnesia – che potrebbe essere l’inceppamento di un meccanismo – genera come un’onda, che comincia a propagarsi inarrestabile e a trascinare con sé tutto quello che è immediatamente nelle vicinanze!
-B- Sono d’accordo. L’amnesia è un battito d’ali in Cina che genera un cataclisma in Canada!
-A- L’amnesia, mio caro, è una brutta bestia! Toglie nutrimento alle idee. Rende i sentimenti fragili. Introduce il caos nella vita degli uomini. Che hanno bisogno di una memoria piena, compatta, coesa, senza buchi, per vivere! Pena la perdita di senso della vita stessa…
-B- Sono perfettamente d’accordo con te!
-A- D’accordo su cosa…?
(3 dicembre 2016)
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