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Torri gemelle e pecore elettriche

Quando si iniziano a sognare pecore elettriche significa che ormai ogni contatto con la realtà è perso. [Piotr]

Torri gemelle e pecore elettriche
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12 Settembre 2018 - 10.48


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di Piotr

 

11 settembre. Non ne posso più dei complottisti!

In questi giorni ricorre il triste anniversario dell’11 settembre 2001, l’attentato alle Torri Gemelle. Ovvero la data d’inizio della Terza Guerra Mondiale (per ora condotta a pelle di leopardo).

Non sopporto più quei complottisti (solitamente sovranisti e rossobruni) che continuano a dire che la versione ufficiale dell’attentato non convince, che fa acqua.

Insomma, tutti sappiamo che sono stati un pugno di estremisti islamici che avevano imparato a volicchiare su monomotori turistici e adesso sappiamo che di mezzo (ce lo dicono le carte desecretate l’anno scorso) c’erano i Sauditi, ai quali i parenti delle vittime hanno quindi chiesto milioni di danni (ma tanto i Sauditi i soldi ce li hanno).

Tutti sanno che la serie infinita di guerre che l’America ha iniziato a partire da quel giorno non è altro che un moto naturale di difesa. Che non c’era nulla di preordinato.

Perché è naturale che se un terrorista islamico di al-Qaida nascosto tra le montagne dell’Afghanistan ti fa un attentato in casa, tu devi fare la guerra all’Afghanistan, all’Iraq, alla Libia (alleandoti con al-Qaida), alla Siria (alleandoti con al-Qaida), allo Yemen (tramite i sopra citati Sauditi e con l’ausilio di al-Qaida e il supporto dell’Italia piddina) e minacciare di farla all’Iran.

Questo è tutto logico. Non vi pare? Non fatemi anche voi i complottisti, per favore!

E’ del tutto irrilevante che i neocons del Project for a New America Century, o PNAC (i vari Wofowitz, Perle, Armitage, Bolton, Cheney), esattamente un anno prima avessero auspicato un “evento catastrofico e catalizzante, come una nuova Pearl Harbor” (“some catastrophic and catalyzing event – like a new Pearl Harbor”). Perché i debunker, cioè i demistificatori, gli sbufalatori, ci hanno spiegato bene che il contesto era semplicemente il rammodernamento delle forze armate statunitensi. Mica il contrasto ai nuovi grandi competitor, come c’è scritto nella parte introduttiva solo per depistare. Mica la promozione di una nuova leadership americana globale, come c’è scritto nell’abstract. Quello era uno specchietto per le allodole, per fare i piacioni coi politici a Washington e farsi sganciare soldi. Lo capiscono tutti, tranne i complottisti. Mica perché bisognava convincere i governanti americani a spostare in fretta il peso strategico americano a Oriente per contenere la Cina (la Russia all’epoca sembrava fuori gioco, venduta all’incanto dall’amatissimo cleptocrate Yeltsin che però, il grullo ubriacone, si portò in casa quella serpe in seno di Putin). Anche questo era soltanto un esercizio retorico per sembrare più interessanti. Insomma, ci voleva una nuova Pearl Harbor per convincere i decisori a ingrassare meglio i fucili e magari, sì lo ammettiamo, anche dare un po’ più di soldi all’industria degli armamenti. Ma niente di più. Non c’entra nulla con i 17 anni di guerre che sono seguiti. Basta andarselo a leggere!

E’ del tutto irrilevante che gli strateghi del PNAC entrarono poi in massa nelle stanze dei bottoni di Bush Jr. Fu solo una coincidenza. Ed è del tutto marginale che sfanculati dal repubblicano Reagan trovarono invece la porta aperta con il democratico Bill Clinton e da lì iniziarono la loro scalata coronata dall’apoteosi bushiana. Non mi verrete a dire che questo proverebbe l’organicità di Hillary Clinton ai neocons? Hillary è una donna e quindi brava per definizione. Lo dice anche Il Manifesto!

E non se ne può più di complottisti come il generale a 4 stellette Wesley Clark, già comandante della Nato in Kosovo, che essendogli venuta la balzana idea di candidarsi come Presidente contro i Repubblicani (non gli bastava la pensione?), iniziò a spiattellare che al Pentagono diretto da Wolfowitz (sì, quello del PNAC) la prima reazione alle Torri Gemelle fu quella di attaccare l’Iraq.

“Perché?”, chiese Clark al generale del Pentagono che glielo aveva riferito. “Non lo so!”, fu la risposta. “Hanno trovato legami tra Saddam e al-Qaida?”, insistette Clark. “No, nulla. Forse è perché non sanno cosa fare ma abbiamo un buon esercito e possiamo rovesciare governi. Se tutto quello che hai in mano è un martello ogni problema ti sembra un chiodo”, fu la risposta.

Tutto ovvio, cristallino, naturale e logico.

Poi qualcuno convinse gli strateghi neocons che – se non altro per la forma – prima bisognava attaccare l’Afghanistan, e solo dopo l’Iraq e la Siria, il Libano, la Libia, la Somalia e il Sudan, per finire con l’Iran. Perché questa era la tabella di marcia, due settimane dopo l’11 settembre, da attuare in cinque anni.

Perché è ovvio che se l’11 settembre un gruppo di 19 terroristi ti butta giù due (anzi tre) grattacieli e ti fa un buco nel Pentagono con un aereo di cui non si trovano più tracce (manco i motori che pure si ritrovano sempre nei disastri aerei terrestri), è ovvio, dicevamo, che alla fine del mese hai già preparato i piani per andare a fare la guerra a 200 milioni di persone, che manco sono alleate fra di loro, alleandoti tu invece, in the process, proprio con quelli che ti hanno fatto l’attentato. Logico, no?

E non ne posso più di quelle migliaia di ingegneri, fisici, chimici, architetti, esperti di demolizioni di tutto il mondo, che dicono che la ricostruzione ufficiale non è credibile. E di quegli allocchi dei parenti delle vittime che ci credono!

Insomma, sappiamo tutti che basta una sigaretta dimenticata accesa per combinare un guaio. Guardate tutte le tragedie domestiche che avvengono! Specialmente nelle roulotte degli zingari o nei paesi di montagna (e non ditemi che lì c’entra il fatto che le case sono di legno! Complottisti!).

E poi, che dire di quei cospirazionisti che tirano fuori la faccenda del World Trade Center 7, il WTC7? Sostengono che sia crollato senza nemmeno essere stato colpito. Ma come? Anche i sassi sanno che 2 aerei possono colpire simultaneamente 3 grattacieli di cui uno (il WTC7, per l’appunto) scostato dagli altri (ché, il poveretto non era gemello di nessuno). E poi continuano a insistere su quella faccenda della giornalista della BBC (in effetti, lo ammetto, un po’ sprovveduta) che annunciò alla televisione che il WTC7 era crollato mentre dietro di lei la telecamera lo inquadrava ancora perfettamente in piedi.

Non hanno sentito, questi complottisti, la spiegazione ufficiale della BBC? Che aprano le orecchie: le affermazioni della giornalista (sprovveduta) erano dovute al fatto che ci fu un “rapporto incorretto” da parte del capo dei Vigili del Fuoco di New York. Chiaro, no? Il capo dei Vigili del Fuoco aveva detto che il WTC7 era crollato mentre, o sciocco!, sarebbe crollato solo 20 minuti dopo. E non mettetevi a chiedere come faceva a saperlo!

Escludo che per il WTC7 le cose siano andate come afferma questo sedicente massimo esperto mondiale in demolizioni controllate. È un tedesco e noi Italiani sappiamo benissimo qual è la sicumera dei Tedeschi.

Sto crucco è proprio una bestia, un cospirazionista, anche se del WTC7 non ne sapeva niente. Anzi, la razza peggiore: un pre-complottista.

Non riesco proprio a capire perché i parenti delle vittime dell’11 settembre non credono a una virgola dei rapporti ufficiali. E’ tutto talmente così chiaro, anzi crystal clear!

E per carità, non voglio nemmeno sentir parlare del documento “bruciacchiato” di uno dei terroristi che stavano sugli aerei, trovato sotto le Torri Gemelle prima che crollassero. Può succedere benissimo che un incendio butti giù grattacieli in acciaio e cemento armato ma non riesca a bruciare un passaporto. No? Dimostratemi che non può capitare.

E può succedere che questa prova regina (il suddetto passaporto bruciacchiato), questa prova del più sanguinoso attacco negli Stati Uniti venga persa dall’FBI (così dissero ai legali dei parenti delle vittime quando lo vollero visionare). Quante volte noi non troviamo più le cose e diventiamo matti a cercarle!

E meno che meno voglio sentire ancora quella storia dei cinque israeliani che furono arrestati perché filmavano il disastro delle Torri Gemelle apparentemente esultanti e congratulandosi l’un con l’altro. Per me è una fake news, anche se la riportò Haaretz (il particolare delle congratulazioni reciproche fu riportato da quegli altri impiastri del New York Times).

Non se ne è saputo più nulla. Ma non m’importa.

Io non sono complottista come voi, come Haaretz e il New York Times. Quindi penso che sicuramente per tutte queste cose c’è una spiegazione.

 

Sognare pecore elettriche

La sinistra e la sinistra-sinistra ormai sognano insieme pecore elettriche. Dicono che il nostro problema è non avere un Macron o uno Tsipras. Forse sarebbe un problema averceli tra i piedi.

Per quanto riguarda il famoso appello di Cacciari rimando al lucido, caustico e scoraggiato commento di Pierluigi Fagan.

Quando si iniziano a sognare pecore elettriche significa che ormai ogni contatto con la realtà è perso. Rimane solo il proprio ombelico da rimirare. Pensate all’inverosimile articolo su Left (proprio così, all’ammerrecana) del buon Russo Spena, già Democrazia Proletaria, già Rifondazione Comunista, dove si compila puntigliosamente una lista di “rossobruni”: Giulietto Chiesa, Alberto Bagnai, Diego Fusaro, Fulvio Grimaldi e il compianto Costanzo Preve che per altro era proprio nella direzione di Democrazia Proletaria.

Ma il colmo è stato inserirvi il povero Stefano Fassina, colpevole di non voler vendere del tutto il nostro Paese alle mirabili e progressive sorti del cosmopolitismo finanziario. E peggio ancora colpevole di usare la parola “patria”. E allora era rossobruno anche Che Guevara che finiva i suoi discorsi con “Patria o muerte!”.

E poi, Fassina!, “Patria e Costituzione”! Che accostamento è? Perché “Costituzione” ancora ancora, ma “Patria” proprio non va. Non potevate fare lo sforzo di pensare a una Costituzione senza Patria? A una Costituzione del nulla? Perché è questo che piace alla sinistra e specialmente alla sinistra-sinistra: parlare del nulla, perché il nulla è libertà, perché il nulla è bello! E provate a dimostrare il contrario.

Io in realtà non sono molto convinto che la soluzione alla crisi stia nell’uscita dall’Euro, nel ritorno alla Lira, nel rinchiudersi nello stato-nazione (a parte gli identitarismi italici che mi innervosiscono molto e il razzismo, che odio più di ogni altra cosa al mondo – ma questo non è il caso delle persone citate in quell’articolo). Quando avevamo la Lira non eravamo poi così tanto sovrani. Forse un pochino di più in certe cose, ma in termini generali la nostra sovranità era molto “limitata”. E inoltre la nostra crisi odierna è nata là, da quel momento magico in cui avevamo la Lira e c’era il boom economico. E’ incubata nei favolosi venti anni d’oro del dopoguerra.

Per me la “questione Europa” è innanzitutto una questione di democrazia. La questione economica dipende da questa ed è intrecciata a questa. E una questione di democrazia non può non tenere conto di una Costituzione (e mi hanno insegnato che la nostra è la più bella del mondo). E se si tiene conto di una Costituzione bisogna anche tener conto di ciò che essa costituisce, a meno di voler fare solo chiacchiere. Quindi da quelle due porte, patria e Costituzione, bisogna per forza passare, evitando di farcisi incastrare. Non si può cercare di abbatterle con insulti.

Ma ormai siamo al “Dagli all’untore!”. Scoppia la peste e non si capisce il perché e si ha paura. Quindi è colpa degli untori sovranisti e rossobruni.

Invito quindi a rileggere la “Storia della Colonna Infame” di Manzoni.

Io però non penso che Russo Spena creda seriamente che Bagnai, Fassina o Vladimiro Giacchè siano dei “rossobruni” (categoria un tanto al chilo). Ha solo paura di stare fuori dal giro se non lo dice. E’ un nuovo conformismo apparecchiato con cura dalle forze imperiali e subimperiali. E chi non si conforma, innanzitutto nel linguaggio (perché di concetti non ce ne sono), è “out”.

Ma se proprio vogliamo parlare di “rossobruni”, perché non citare ad esempio Laura Boldrini che riceveva scodinzolante nel nostro Parlamento, nato dalla Resistenza, lo speaker del Parlamento ucraino, inviperita con chi le ricordava che questo personaggio è noto nel suo Paese per essere stato un picchiatore fascista vicinissimo al gruppo paramilitare neonazista Settore Destro? Un personaggio che l’altro giorno in una trasmissione televisiva ha dichiarato che Hitler è stato “il più grande democratico”, vero onorevole Boldrini? Cosa ci dice adesso? Fake news?

O, sempre per rimanere in tema, perché non citare l’ex ministra della Difesa, Roberta Pinotti, del PD, che voleva mandare i nostri soldati in Ucraina a combattere a fianco di gentaglia neonazista dichiarata come il Battaglione Azov (perché così sarebbe stato, visto che l’Azov è inquadrato nella Guardia Nazionale ucraina), a combattere contro gli antifascisti del Donbass; la ministra che rivendicava l’invio dalla Sardegna di bombe ai macellai Sauditi perché le potessero usare sui bambini dello Yemen?

Vogliamo riempire di contenuti veri il termine “rossobruno”? Bene questi sono due suggerimenti.

Suggerimenti per chi usa questo linguaggio. Io non lo uso, perché mi sembra astorico e inconsistente.

Ma che nausea!

 

Il nuovo governo

Cinque Stelle! Fate qualcosa di sinistra! Cazzo!

 

 

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