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Il fantasma della libertà

Noi siamo la società della libertà dei vibratori, della guerra e dei sette individui che hanno la ricchezza di 3.500.000.000 altri individui. [Pierlugi Fagan]

Il fantasma della libertà
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10 Gennaio 2019 - 10.55


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di Pierluigi Fagan

Il regista Luis Buñuel, che ricevette l’Oscar due anni prima per “Il fascino discreto della borghesia”, realizzò questa pellicola (“Il fantasma della libertà”), dagli intenti ironico-sovversivi, nel 1974. Celebre la scena della riunione della buona borghesia conviviale riunitasi per una allegra comune seduta di defecazione collettiva dalla quale, scusandosi, i singoli si distaccavano per andare a chiudersi in uno stanzino dove espletare in privato i bisogni alimentari giudicati necessari ma vergognosi. Il meccanismo semplice è quello dell’inversione sur-reale, applicato in questo caso alla coppia ciò che immetti – ciò che emetti, girato dalla semplice inversione della convenzione sociali.

Le società, infatti, hanno una serie di necessità (o meglio le hanno gli individui che ne fanno parte e le istituzioni cui danno vita e quindi infine la società come un tutt’uno), ma poi scelgono una serie di ordinatori che saranno più utili o convenienti per certe cose e meno per le altre. Gli ordinatori cioè non sono strettamente legati al funzionamento di ciò che deve soddisfare i bisogni. Gli ordinatori certo sono collegati a questi bisogni ma eccedono di buon grado rispetto alla loro stretta funzionalità. Nel Medioevo ad esempio l’ordinatore era la religione e quindi il volume ed il significato delle pratiche religiose era molto più ampio e significativo di oggi in cui la religione e retrocessa a sola funzione primaria di soddisfazione dei bisogni metafisici individuali. La scelta di questi ordinatori è convenzionale, cioè opzionale.

Stamane leggevo di una start up americana che ha vinto l’award all’International Consumer Electronics Show, con un vibratore per donne che replica l’uso di dita, bocca, lingua lì dove la cosa fa effetto, dall’intrigante nome “Osé”, salvo poi esser squalificata ex post perché l’oggetto è stato ritenuto osceno. Ne è nata la solita diatriba sul sessismo-gender bias poiché pare che in altri casi, il concorso non si era fatto problemi di ospitare bambole robot-sex toys ed applicazioni di virtual realty per simulazioni sessuali rivolte ai maschi. In più la start up era tutta al femminile quindi immaginate che clash tematico ne è nato tra libertà d’impresa e di genere, un vero concentrato di contraddizioni liberal-liberali.

La notizia però mi solleticava per un altro motivo. Giusto ieri stavo leggendo nell’ambito dei miei studi biologici, di nuovo e per l’ennesima volta dei bonobo. Queste simpatiche scimmiette sorelle strette degli scimpanzé da cui si son speciate poco meno di 2 o forse 1 milione di anni fa dopo che noi e gli scimpanzé abbiamo preso strade divergenti da un comune antenato 6 milioni di anni fa circa, sono assai note per le loro strane abitudini sociali.

L’ordinatore delle società dei bonobo infatti è il sesso. Non il sesso come funzione animale che tutti condividiamo, il sesso in eccesso funzionale, come intelaiatura dell’interrelazione sociale. I bonobo si baciano lì, si toccano, si strusciano, copulano nei rispettivi orifizi, l’un con l’altro, tutti con tutti (maschi con femmine ma anche ogni genere con se stesso, giovani con anziani, dominanti che sono femmine con tutti gli o le altri/e etc.), dal mattino alla sera. Poi giocano e si spulciano (grooming), si abbracciano e si accarezzano spesso. Ne consegue bassa aggressività, bassa competizione, incerta paternità, mancanza di infanticidio, sottodimensionamento del conflitto inter-individuale, gerarchie sociali elastiche e variabili.

Kanzi è il nome del famoso bonobo studiato dalla psico-primatologa Savage-Rumbaugh, che ha acquisito non per istruzione (induzione comportamentale retribuita da premi) ma per semplice esposizione ed imitazione, diciamo “spontaneamente” (forzando un po’ il termine) la facoltà di comprendere semplici frasi umane e di usare un lessigramma di ben 800 termini. Si dice, una “competenza linguistica” di un bambino umano di tre anni. C’è chi pensa (Frans de Waal) che i bonobo siano addirittura più simili a noi che non gli scimpanzé anche se le evidenze filo-genetiche non sembrano indicarlo. Certo le performance di Kanzi replicate poi anche dalle sue sorelle, non si riscontrano negli scimpanzé.

C’è anche un video che mostra ronde di scimpanzé lungo i confini dell’areale che si scontra con una banda di invasori con rissa, botte, morsi ed anche un morto poi pasto conviviale tra i maschi vincitori. Poi un altro di incontro tra due comunità di bonobo che fanno una grande festa sessual-giocosa, un po’ come se l’ONU si trasformasse in una orgia permanente con sauditi avvinghiati ad iraniani che soddisfano oralmente un israeliano che spulcia un turco. Così torniamo all’inversione surreale di Buñuel.

A concludere, l’evidenza a sbalzo tra convenzioni sociali in cui il sesso è ordinatore sociale e convenzioni in cui lo è il fatto economico unito ad aspetti moralistici di derivazione religiosa-culturale che portano a produrre oggetti di piacere sostitutivi dell’Altro. Certo che i bonobo, dei vibratori e dei bonobo gonfiabili, non hanno certo bisogno. Noi invece che siamo molto più evoluti ci ritiriamo in solitudine e ci infiliamo pezzi di plastica negli organi sessuali. Però si fa “business” il che, nella nostra convenzione sociale, conta.

A dire però anche che il fatto economico può avere una dimensione, ruolo e funzione quando si limita a soddisfare bisogni primari e qualche principale secondario visto che siamo umani e non bonobo, tutt’altro ruolo, dimensione e funzione quando viene usato come ordinatore sociale. Io credo che in futuro, la stessa perseguibilità del concetto di futuro, sarà legata alla nostra capacità di diminuire l’attività economica, abbassandola progressivamente al livello di funzione e sostituendone il ruolo ordinativo con qualcos’altro.

Questo sarebbe il più alto compimento della tanto decantata “libertà” umana, lo scegliere consapevolmente da cosa farsi ordinare per avere società ordinate, resilienti ed adattate le une alle altre e tutte assieme all’ambiente che ci ospita.

Questa interpretazione del concetto di libertà, oggi è un fantasma.Oggi la libertà è poter dare un premio ad un giocattolo sessuale per l’auto-stimolazione femminile. La libertà è morta. Viva la libertà!

*

[Rilevo che Buñuel era aragonese cioè spagnolo ed i suoi film prodotti ed interpretati da francesi ed italiani, quando i latini condividevano una stessa cultura e nel qual caso anche “alternativa”. Oggi siamo tutti anglo-sassoni e facciamo spin off, start up, sex toys, preoccupandoci del gender gap. Tenete conto che si pensa per come si parla, vocabolari anglosassoni portano ad immagini di mondo anglosassoni ed al concetto di libertà anglosassone ovvero al suo fantasma]

+ [A seconda di come si interpreta il concetto di libertà, discendono i limiti di interpretazione dei concetti correlati di fraternità ed uguaglianza. Noi siamo la società della libertà dei vibratori, della guerra e dei sette individui che hanno la ricchezza di 3.500.000.000 altri individui]

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