Dove va la neonata federazione della sinistra?

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4 Gennaio 2010 - 14.51


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di Rivista Indipendenza.

«Pronto ad allearmi anche con il diavolo» pur di battere Berlusconi. Pronto anche ad accettare Pier Ferdinando Casini come candidato di un governo di centrosinistra e Di Pietro nella coalizione con al centro il PD. Non ricorre a mezzi termini Paolo Ferrero nell”intervista a “la Repubblica” (21 dicembre scorso).

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Idee che il segretario della Federazione della sinistra, oltre che di Rifondazione, aveva già abbozzate in un”intervista a “il Manifesto” di qualche giorno prima: un fronte comune contro Berlusconi, un nuovo Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) in difesa della Costituzione.

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«Con al centro due questioni-chiave. Primo: difesa della democrazia e legge sul conflitto di interessi. Secondo: una futura legge elettorale, sul modello tedesco, per chiudere con la sventurata stagione del bipolarismo». E fuori da Palazzo Chigi: «non ripeteremo l”esperienza del governo Prodi».

Condizionando almeno, forse, dall”esterno, l”esecutivo? Nemmeno: «con l”attuale legge elettorale, il premio di maggioranza è tale da assicurare pieni margini di manovra all”accordo di governo». In chiusura d”intervista, poi, un passaggio rivelatore della contrattazione già avviata per rimediare qualche eletto alle prossime regionali, obiettivo a breve di questa subalternità mai così sfacciata e penosa.

Alle critiche che seguono, Ferrero risponde, due giorni dopo, con un editoriale su “Liberazione” (23 dicembre), invitando a «discutere della luna e non del dito». Ribadisce che il fronte “democratico” con PD e UDC è solo elettorale, e non riguarda il governo. Che per le regionali l”accordo può essere ricercato «su contenuti programmatici chiari». Che il fronte democratico con PD e UDC non va confuso con il fronte sociale.

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Infine, per sostanziare qualcosa ”di sinistra”, annuncia che la Federazione della Sinistra interverrà con una campagna referendaria che «avrà al centro l”abrogazione della legge 30», la legge di riforma del mercato del lavoro varata dal secondo governo Berlusconi, sèguito di quel “Pacchetto Treu” (1997) che, votato anche da Rifondazione Comunista (PRC), introdusse -nell”ordinamento italiano del lavoro- l”interinale e altre forme contrattuali di lavoro atipico, uno dei principali atti legislativi che hanno determinato la nascita del precariato.

Questa l”essenza di un”operazione massmediatica che evidenzia un tatticismo peraltro strampalato per la sua manifesta vacuità ed impotenza, funzionale ad una navigazione a vista per posti di micropotere purchessia (almeno per le imminenti regionali…). Prospettive politiche alternative e strategiche di medio-lungo periodo: zero.

Non c”è più nemmeno quella patina di illusorietà PRC-bertinottiana di voler condizionare da sinistra il governo di centrosinistra di turno. In nome di queste «alleanze con il diavolo», in assenza di una visione strategica alternativa effettiva, negli ultimi quindici anni si è accelerata la deriva in generale della sinistra italiana, con atti conseguenti di compartecipazione ai tagli sociali, alle privatizzazioni, allo smantellamento del sistema industriale del paese, alle norme sulla precarietà del lavoro, alla svendita del sistema scolastico, ad istituzioni di lager come i Cpt per gli immigrati, ai crediti di guerra per le missioni ascare al seguito delle aggressioni imperiali dei padroni di questa nazione, gli USA, eccetera. La conseguente scomparsa dal Parlamento è stata la spia terminale del discredito accumulato.

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L”opposizione “democratica” cui Ferrero offre i servizi della Federazione della Sinistra si caratterizza in linea generale per una condivisione sostanziale delle direttrici politiche di fondo dell”attuale governo, surrogata da una critica di bassa lega, polemica e gossippara, del personaggio Berlusconi secondo linee americane della lotta politica, in cui individualismo, invettiva, personalizzazione, sono alcuni degli ingredienti fondamentali.

Un antiberlusconismo tanto più viscerale quanto più avulso dalla materialità delle contraddizioni sociali, incapace di presa sugli effetti della crisi e di critica agli attuali assetti sociali e cosiddetti democratici dello stato di cose in Italia e assolutamente incapace di prospettare un cambiamento reale, un”alternativa sistemica. Insomma, un antiberlusconismo per riproporre, con soggetti e accenti diversi, la solita politica antipopolare ed atlantista che connota le forze bipolari e relative appendici satellitari di questo paese.

La proposta dei novelli “federati di sinistra” è alla fin fine una sostanziale riproposizione in forma peggiore di quella già pessima “desistenza” del 1996.

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Conflitto d”interessi, sistema elettorale “tedesco”, legge 30, regionali

Vediamo alcuni punti che emergono dalle interviste.

La legge sul “conflitto di interessi” è sempre evocata quando Berlusconi è al governo e costantemente ignorata ogni volta che ci va il centrosinistra. Sembra davvero che sia sinora servita per mantenere in piedi l”argomento principe dell”antiberlusconismo di maniera, funzionale all”acquisizione di consensi.

Sul sistema elettorale “tedesco”, sistema proporzionale basato su soglia di sbarramento del 5%, è indubbio che sia preferibile all”attuale”porcata” del maggioritario, ma non lo si spacci per passaggio democratico: ogni soglia di sbarramento di per sé nega l”elementare principio democratico dell”uguaglianza dei voti e del principio della rappresentanza proporzionale. E” senza fondamento, poi, che sia anti-bipolare. Alle regionali già si vota con il sistema proporzionale con sbarramento, ma proprio i “federati di sinistra” sono i primi a mettere al centro la necessità delle alleanze. Dunque non è quel sistema a svincolare dalla logica delle “coalizioni forzose”, quanto piuttosto una volontà politica.

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Bizzarro, poi, l”annuncio della raccolta firme per «l”abrogazione della legge 30» che fu mantenuta, nonostante ben altri impegni elettorali, durante l”ultimo governo di centrosinistra ed anzi riconfermata anche dal PRC incluso l”allora ministro Ferrero, appena due anni fa, con il famigerato accordo sul Welfare. Ora questa raccolta firme viene proposta come fiore all”occhiello di un rilancio delle lotte sociali, per un referendum che, forse, si terrà tra due anni, ed i cui quorum da anni non vengono mai raggiunti.

Se si punta all”alleanza con PD e UDC nelle regioni ed in prospettiva per il governo del paese, non li si può certo irritare. Ecco allora che una raccolta firme è un”operazione-immagine discreta e poco irritante, ed allo stesso tempo consente di accumulare una massa critica contrattuale da spendere sul terreno negoziale con PD e UDC.

Quanto ai “contenuti programmatici chiari e condivisi” sulle alleanze regionali, PRC e PdCI da molti anni sono parte di giunte (Campania, Calabria, Liguria, Marche, Toscana, Umbria) che stanno cercando di confermare (talvolta allargandole all”UDC) ed il cui triste lascito, non messo effettivamente in discussione, si chiama dissesto delle politiche sanitarie, cliniche private, speculazioni affaristiche, sostegno finanziario alle scuole private, incuria ambientale, devastazione del territorio, insensibilità alla cura dei beni comuni, precariato, eccetera. Insomma, dalla “svolta a sinistra” opposta a Vendola, quando si trattava di ottenere i voti congressuali, all”apertura all”UDC.

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Questa deriva è figlia di un antiberlusconismo irrazionale e strumentale. Da quindici anni andiamo sostenendo che si tratta di un allucinogeno ideologico che svia dall”individuazione dei veri poteri e dei veri decisori in questo paese. Le aspettative sociali di cambiamento sono candidate ad un destino di illusorietà e a determinare impotenza e frustrazione se, nell”indicazione anche condividibile di una serie di ambiti e tematiche di lotta da rilanciare, si elude questo nodo, che è anche la vera questione morale e di democrazia di questo paese.

La pericolosità di Berlusconi, che pure esiste, si batte solo con una rivendicazione della piena sovranità ed indipendenza di questa nazione, una conseguente e coerente opposizione sociale ed una prospettiva, almeno di massima, di cambiamento sistemico.

Quale Comitato di Liberazione Nazionale

E” infatti sull”idea di CLN, evocata da Ferrero, che l”equivoco è patente, tanto più se la si lega alla difesa della Costituzione. Centrodestra e centrosinistra sono referenti servili delle politiche neoliberiste impresse dai dominanti di questo paese, gli Stati Uniti, direttamente e per via interposta dell”Unione Europea.

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Ma ad essere disattesa, ed in molti suoi articoli divenuta carta straccia, la Costituzione lo è da molto, molto tempo e ad opera di entrambe queste compagini neoliberiste. L”attacco ai principi e valori della Costituzione, se si vuol scendere su questo terreno, è condiviso a destra come a sinistra nelle politiche antipopolari ed atlantiste sinora condotte. Il centrosinistra è inoltre responsabile per averla minata con l”introduzione della legge elettorale maggioritaria e la modifica del Titolo V. Se di CLN si vuole parlare, si evidenzi la necessità di mettere in discussione, innanzitutto, la condizione servile di questo paese e di conseguenza gli attori politici (i sub/dominanti di centrodestra e centrosinistra) che occupano il proscenio per gli interessi delle oligarchie, di cui sono parte, e per la loro funzione contoterzista di tutelare quegli interessi nell”ambito della dipendenza imperialista che in ultima istanza hanno fatto propria. È da una critica politica e sociale alla condizione servile di una nazione che si arriva ad una sensata messa in discussione degli attori politici di casa propria, a qualunque cordata appartengano.

La catena di comando all”origine della dipendenza di questo paese è trasversale agli schieramenti politici sub/dominanti, che tra loro si contrastano per ragioni di potere e di tutela di confliggenti interessi imprenditoriali interni. Non prendere atto di questa condizione, e trarne le debite conseguenze politiche, come emerge dalla direzione politica su cui si è incamminata la Federazione della Sinistra, più che un errore di lettura o di omissione, pare sempre più diventare una consapevole connivenza ed accettazione dell”esistente.

Indipendenza
4 gennaio 2010

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Fonte: http://indipendenza.lightbb.com/politica-italiana-f2/dove-va-la-neonata-federazione-della-sinistra-t507.htm.

 

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