'Balle ed ecoballe: l''emergenza c''è ancora'

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20 Marzo 2010 - 16.45


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di Davide Pelanda – Megachip.

Ricordate le “eco balle”? Con il piano di Berlusconi e Bertolaso per far sparire i rifiuti in Campania dovevano essere incenerite tutte. E così, degli inceneritori che sarebbero dovuti sorgere proprio per bruciare 4 milioni e 300 mila tonnellate di rifiuti, imballati in tutta la regione partenopea (conteggio il nostro fermo al 2008, quando a Villa Literno il deposito era grande come un paese di 3 mila abitanti ndr), per ora neanche l”ombra.

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E infatti a Napoli e dintorni continuano a pullulare di sacchetti di rifiuti che non vengono ancora differenziati: ancora oggi si è al di sotto del 20%.

Mentre intanto arrivava Berlusconi per la campagna elettorale per le Regionali, la via principale che percorreva era più pulita della Svizzera, mentre il resto della città aveva montagne di rifiuti.

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Ma il tanto sbandierato inceneritore di Acerra inaugurato nel 2009, ha difficoltà a funzionare come si deve, secondo cioè i parametri di legge: infatti i parametri di polveri sottili, i cosiddetti PM10, ad esempio non rientrano nella normativa.

E dunque nel cosiddetto triangolo della morte Acerra-Nola-Marigliano, dove c”è il più alto tasso di leucemie e tumori del Mezzogiorno, il Comune di Acerra ha deciso di ritirare i propri rappresentanti dall”Osservatorio ambientale del termovalorizzatore, istituito dal governo, in segno di protesta contro il mancato confronto con le istituzioni sovracomunali per le decisioni prese sull”impianto.

È stato il sindaco Tommaso Esposito ad annunciare che l”ente comunale intraprenderà tutte le iniziative necessarie per difendere il diritto di Acerra a non essere calpestata.
Ad Acerra, secondo Esposito, «il termovalorizzatore e la sua realizzazione rimangono una ferita democratica inferta a questo territorio e a questa comunità e l”Osservatorio non può esserne il ”cappello”. Nessuno può immaginare che quella parte del territorio, dichiarata con enfasi di interesse strategico nazionale, sia stata definitivamente ”espropriata” alla comunità acerrana e tutte le decisioni che si assumono e si continuano ad assumere prescindano totalmente dalla volontà dei cittadini. Il mancato confronto delle istituzioni con l”Amministrazione comunale di Acerra non può continuare ad essere tollerato».

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Il sindaco, infine, sottolinea che l”Osservatorio Ambientale è stato utile, in una fase di gestione straordinaria, per assicurare un”informazione sulle attività e le vicende dell”impianto, ma anche per definire e approvare un progetto, fortemente voluto dal Comune di Acerra, di monitoraggio epidemiologico e ambientale, di valenza regionale, che richiede l”istituzione di una struttura di alto profilo tecnico-scientifico, che potrà avviarsi se e quando governo nazionale e Regione Campania decideranno di passare ai fatti.
Ma rimangono ancora sul piatto questioni legate allo scarico delle acque, al sistema di controllo della radioattività e della valutazione del mercurio, il percorso delle scorie in uscita dall”impianto e la speciazione delle particelle pm10.

«Nelle campagne di Nola, Acerra e Arigliano – sostiene padre Alex Zanotelli – sono stati sepolti centinaia di fusti di rifiuti tossici, rifiuti a non finire. Così i rifiuti tossici del porto di Marghera che sono finiti nel Casertano. Per cui tutta questa roba è ormai entrata nell”aria e anche nel ciclo alimentare. Si parla di sostanze quali diossina o metalli pesanti, come il nanoparticolato. Siamo davanti ad una tragedia immensa. Un inceneritore ad Acerra, che è già un disastro ecologico incredibile, è secondo me criminale».

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