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La sentenza (la n. 6529 del 10 settembre 2010, testo accessibile a questo indirizzo) nasce dall”esame di una vicenda di Forlì: il Comune aveva messo in gara e appaltato a una ditta privata il servizio di refezione scolastica. Lo stesso comune è in seguito tornato sui suoi passi decidendo di gestire il servizio in forma associativa mediante affidamento all”istituzione per i servizi alla persona del comune stesso.
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L”impresa che aveva vinto il precedente appalto ha fatto ricorso al Consiglio di Stato contestando il fatto che il servizio fosse di rilevanza economica e quindi dovesse forzatamente essere affidato tramite gara e gestito da un”azienda privata.
Il Consiglio di Stato, con questa sentenza, propone una lettura innovativa delle linee-guida definite dall”ordinamento comunitario e recepite dal nostro ordinamento tramite il famoso e contestato decreto Ronchi, definendo in maniera chiara come sia l”Ente Locale a dover decidere sulla rilevanza economica di un servizio, quindi a definire quali servizi e quali no debbano “essere privatizzati”.
In particolare la sentenza afferma che è l”ente locale a stabilire se un servizio è privo di rilevanza economicao se invece ce l”ha; la definizione di “privo o non privo di rilevanza economica” è quindi una scelta politica e non una derivazione della natura intrinseca del servizio.
Questa sentenza non si limita al servizio di gestione dell”acqua ma fornisce un fondamento giuridico alle battaglie di tutti coloro che si oppongono alla svendita de servizi pubblici in generale, dal servizio idrico alla refezione scolastica, al trasporto pubblico.
Inoltre, definendo in maniera chiara come la scelta di procedere a privatizzare i servizi pubblici sia politica, nessun ente locale potrà più difendersi affermando l”impossibilità di opporsi a tali privatizzazioni e sostenendo che sia lo Stato Italiano o le Regole definite in ambito Europeo ad imporglielo.
Le nostre amministrazioni non hanno scuse e dovranno quindi farsi carico, nel bene o nel male, di fronte ai cittadini, delle conseguenze delle loro scelte in seguito alla privatizzazione o no di un servizio pubblico.
(1) I Movimenti per la difesa dell”acqua pubblica, oltre alla campagna referendaria, hanno già proposto ed ottenuto in molte amministrazioni locali, la modifica dello statuto e la conseguente definizione del servizio idrico come servizio privo di rilevanza economica, escludendolo di fatto dall”applicazione de decreto Ronchi e della conseguente privatizzazione.
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Articolo originale: http://www.fabionews.info/View.php?id=9814.
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