Energia in Puglia: lettera aperta a Vendola, Mennitti e Ferrarese

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21 Ottobre 2010 - 22.24


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BRINDISI. Il presidente Vendola (Nella foto), parlando il 6 ottobre a Bruxelles, ha detto: “Stiamo immaginando una solarizzazione integrale delle città. Il pannello fotovoltaico per ogni condominio, per ogni abitazione, per ogni ospedale, scuola, capannone industriale o serra agricolaOra la Puglia è il primo produttore italiano di energia fotovoltaica ed eolica.“. In precedenza l”ex Assessore regionale all”Ambiente Losappio aveva dichiarato che “lo sviluppo delle rinnovabili non è stato accompagnato dalla riduzione della produzione da fossile indicata nel Pear“. Apprendiamo che si sta verificando nella nostra provincia una vera e propria esplosione delle richieste di autorizzazione per gli impianti fotovoltaici (solo per il territorio di Brindisi sarebbero oltre 500).

Ma ciò che più preoccupa è che tra questi progetti figurano quello della società Enel (di 72 MW per un estensione di 142 ettari) e quello della società 3M Energia (di 500 Mw nella per l”estensione di 1500 ettari), l”uno e l”altro in aree adiacenti alla centrale a carbone di Cerano e in alcuni casi con le stesse zone di intervento. C”è poi un altro grosso impianto previsto nel territorio di San Pancrazio Salentino. Una situazione quindi complessa che provoca diversi problemi compreso quello messo in rilievo dal Presidente della provincia Ferrarese il quale, richiamando anche l”attenzione dell”Autorità giudiziaria, ha di recente avanzato il sospetto che diverse richieste di autorizzazione per il fotovoltaico potrebbero nascondere accordi illeciti rivolti a far passare come autonomi impianti risalenti a centri unitari di interessi aziendali.

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Ciò premesso, richiamiamo l”attenzione delle SS. LL. sulle seguenti esigenze:

  • che l”attuale boom delle energie rinnovabili comporti nell”intera Regione una rilevante riduzione della produzione di energia da fossile attesa questa che, come ha ricordato l”ex assessore Losappio, è stata finora delusa;
  • che, adeguando il Pear alle disposizioni europee, si riduca di almeno il 20 % della produzione esistente nella Regione ricavata oggi solo dal termoelettrico e che sulla produzione così ridotta le fonti rinnovabili incidano del 20%;
  • che la normativa vigente venga opportunamente integrata con disposizioni che tengano conto delle situazioni specifiche riguardanti la situazione di aree che, come quella di Brindisi, subiscono da anni danni gravissimi per la presenza nel territorio di centrali elettriche alimentate a fossile;
  • che non si avviino alla combustione i rifiuti, i quali sono materiali riutilizzabili, o le biomasse, in particolare gli olii vegetali che sottraggono terreni all”agricoltura, ma si incentivi l”industria del riciclo e si prevedano impianti di produzione del compostaggio;
  • che nelle zone suddette non vengano autorizzati megaimpianti fotovoltaici del tipo di quelli progettati a Brindisi ovvero che eventuali autorizzazioni di tali insediamenti vengano subordinate ad una preventiva riduzione quantitativa della produzione da fossile proporzionata non solo alle compensazioni in termini di MW ma anche e soprattutto alla doverosa riduzione dei rischi in danno alla salute dei cittadini provocati dall”impiego del carbone nelle centrali elettriche;
  • che quanto prima si metta a punto una dettagliata regolamentazione in materia che preveda discipline differenziate in rapporto alle diverse situazioni territoriali, che salvaguardi gli interessi della agricoltura, che tenga conto delle esigenze paesaggistiche, che impedisca intrusioni criminali ed abusi di qualsiasi genere.
  • che le prossime convenzioni con l”Enel e gli altri enti elettrici prevedano una consistente riduzione del carbone bruciato che non sia inferiore al 25%, misura ovviamente destinata a crescere qualora si realizzassero i progettati megaimpianti; che le predette convenzioni non prevedano la combustione di CDR nelle centrali elettriche per non aggravarel”attuale livello di inquinamento ambientale ed il suo impatto sanitario, e che tali convenzioni prevedano la chiusura di Brindisi Nord salvaguardando comunque i posti di lavoro, la cui posizione è incompatibile con elementari norme di sanità pubblica

Invitiamo pertanto il Presidente della Regione Nichi Vendola, il Presidente della Provincia Massimo Ferrarese ed il Sindaco di Brindisi Domenico Mennitti a considerare che Brindisi ha dato e continua a dare un enorme contributo alle esigenze energetiche del Paese con costi assai pesanti e che per la nostra provincia lo sviluppo delle energie rinnovabili deve essere doverosamente accompagnato da una riduzione del carbone che parta subito da livelli elevati ed abbia un rapido sviluppo progressivo. Questo è un problema di primaria e vitale importanza per la nostra comunità, un problema che va perciò affrontato con la massima determinazione.

Italia Nostra, Legambiente, WWF Brindisi, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Acli Ambiente, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Salute Pubblica, Lipu, Comitato per la Tutela dell”Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo” Basta!”, Comitato Brindisi Porta d”Oriente.

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