La Grande Crisi sullo sfondo della piccola crisi

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8 Novembre 2010 - 14.51


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di Fabrizio Tringali – Megachip.

Le parole pronunciate da Gianfranco Fini a Perugia impongono alcune riflessioni sulla crisi e sui possibili scenari del prossimo futuro. Se guardiamo alla situazione politica in modo non troppo superficiale, possiamo scorgere che la crisi di governo non ha nulla che fare con le liti tra Fini e Berlusconi. Né tantomeno con presunte pretese di legalità di FLI, che sono solo strumentali all”attacco al premier. La crisi di governo è figlia della crisi economica.

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Il governo non ha dato le risposte che i detentori del potere economico si attendevano. La Confindustria, le grandi banche, i cosiddetti “poteri forti” hanno deciso di disarcionare il Cavaliere. Ma anche Berlusconi è un “potere forte”. Molto forte. Qualsiasi altro leader mondiale, in qualsiasi altra parte del mondo, avrebbe perso il potere molto prima di lui.

Ma il sistema di media nelle mani di B. spunta tutti gli attacchi contro di lui, e pone tutti i possibili avversari sotto costante ricatto. Chiunque spari contro il Capo può essere sottoposto al “trattamento Boffo”. E i possibili avversari di B. non sono certo anime candide…

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Forte di tutto ciò, il Cavaliere disarcionato non ha nessuna intenzione di farsi da parte. D”altra parte tutto il resto dei “poteri forti” e “semiforti” è alla disperata ricerca di un cavallo su cui puntare: un premier che non pensi solo a salvare se stesso, ma tutti loro, provando a riportare il Paese in crescita.

Un premier che allontani Tremonti dal suo dicastero. Il che farebbe uscire la Lega Nord dal governo, ma aprirebbe le porte all”UDC, al MPA di Lombardo e anche a un buon numero di transfughi. Un premier necessariamente membro del PDL, ma autonomo rispetto al capo. In grado di fare un patto con Berlusconi per garantirgli lo scudo giudiziario di cui ha bisogno (e che FLI e UDC hanno sempre detto di voler votare). Un premier di garanzia istituzionale, che sia ben visto anche dal PD.

Solo una persona corrisponde all”identikit: Beppe Pisanu.

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Potrebbe essere lui a formare un nuovo governo, sostenuto da PDL, FLI, UDC, MPA, e un manipolo di altri parlamentari “responsabili”, cioè sempre pronti a saltare sul carro del vincitore, come Rutelli.

Scenario possibile? Forse.

Dipende dalle decisioni di B, e dalla sua disponibilità a trovare un accordo che gli garantisca l”impunità, ma lo privi della guida del governo.

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Se sceglierà lo scontro frontale porterà il Paese alle urne.

Tuttavia, qualunque sia lo scenario destinato a concretizzarsi, l”uscita dalla Crisi – quella maiuscola – è quanto di più lontano si possa immaginare.

Nessuno riporterà il Paese in crescita. Perché è impossibile. Per quanto riguarda noi, che non siamo “poteri forti”, ma semplici cittadini, il ritorno alla crescita non è nemmeno auspicabile. Esso presuppone il pieno asservimento di tutti noi alle logiche della massimizzazione della produzione e al saccheggio del territorio e dei diritti. Il piano Marchionne esteso a tutte le categorie di lavoratori.

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