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Ho chiamato quella che segue una “contronotizia” perché diversamente dal solito vi invito a non partecipare all”occasione di cui si parla, la due giorni dal titolo “Mai più complici” organizzata da Se Non Ora Quando che si svolgerà il 13 e 14 ottobre che è l”oggetto dello scambio epistolare tra me e le organizzatrici che sottopongo alla vostra attenzione.
Le considerazioni lì esposte valgono non solo in questo caso, ma per tutti gli eventoni, convegnoni, seminarioni, premiazioni, festivaloni e via dicendo che sono ormai più che altro magnifiche…occasioni per spendere tanti soldi pubblici, dar modo ai quattro gatti della solita conventicola di parlarsi addosso e soprattutto illudere persone piene di buone intenzioni di stare facendo qualcosa di intelligente, informato, democratico e politicamente corretto per sé e per la comunità dicendo loro che tagliare le gambe alla medesima è, appunto, cosa buona e giusta
“Mai più complici” e invitate la Fornero? A voi distruggere una generazione – che comprende anche i maschi, ovvio – pare poco complice? Poco violento? Poco inammissibile? Secondo voi per parlare del sacrosanto tema della violenza sulle donne non ci può spostare dal trito schema di invitare le Istituzioni, comprese quelle che, senza nemmeno quello è ormai il patetico paravento della democrazia rappresentativa e cioè nemmeno elette, sono prone ai più devastanti poteri, quelli della finanza che ci sta distruggendo? Non ho mai creduto nell”operazione “Se non ora quando” e ora ho la riprova di essere sempre stata nel giusto. Giuliana Cupi – Torino
Cara Giuliana,
certo che invitiamo la Fornero, come invitiamo Donata Canta a parlarci del diritto dell”individuo, dell”organizzazione sociale e del ruolo della famiglia. Forse ti è sfuggito?
Così come abbiamo invitato tante persone, che ogni giorno sul campo cercano di contrastare il fenomeno della violenza ed hanno esperienze e competenze acquisite negli anni.
Noi crediamo che su tutti i temi, ma in special modo sul tema della violenza di genere ci si debba confrontare con tutte/i, anche con le Istituzioni, che possono anche essere rappresentate da persone che non ci piacciono, ma che sono quelle con cui ci si deve rapportare, e questa è la democrazia, non il suo paravento; e il lavoro che faremo domenica se solo riuscirà a far riflettere chi ha un potere decisorio e se solo getterà le basi per avere anche in Italia una legge organica e risorse sul contrasto alla violenza sulle donne, sarà per noi un risultato importante.
Che tu creda o no in Se non ora quando?, (che non è un”operazione, ma un movimento fatto di donne in carne ed ossa che cercano di affermare la libertà , la forza e l”autonomia delle donne in tutti i settori della società ) non è un problema nostro.
Grazie comunque per averci scritto.SE NON ORA QUANDO – TORINO
Forse a voi è sfuggito che invitare la Fornero a parlare di (cito) “diritti dell”individuo, organizzazione sociale e ruolo della famiglia” è come convocare un piromane a un convegno sulla spegnimento degli incendi. La Fornero non è “una persona che non mi piace”, è una delle rappresentanti più spietate e zelanti dei potreri finanziari che stanno distruggendo quel poco di benessere sociale che anni di lotte portate avanti anche dal sindacato – quando era degno di questo nome - avevano conquistato ed è membro di un Governo che non è espressione nemmeno formale della democrazia rappresentativa, perché imposto da quegli stessi poteri sotto forma dell”Uomo della Provvidenza Monti che se l”è portata appresso. Mi auguro sappiate che già si prefigura una continuazione di questo stesso Governo, indipendentemente dalla legge elettorale che sarà varata tra poco e da chi vincerà le elezioni di aprile, quindi tutto ciò se non “paravento” potrei chiamarlo “manfrina”, “teatrino”, “presa per i fondelli”, ma non certo democrazia.
Io – non in quanto singola cittadina, ma come parte di un movimento di opinione ormai piuttosto consolidato e che per fortuna sta acquisendo sempre più popolarità – ritengo che essendo le cose giunte al punto sopra descritto non solo confrontarsi – che poi spesso vuol dire incensare – con Istituzioni del genere non abbia senso, né utilità alcuna, ma costituisca un vero e proprio atto di complicità che non può trovare giustificazione. O dobbiamo arringare decine di persone che partecipano in buona fede a una giornata contro la violenza sulle donne con argomentazioni per cui è bene atomizzare la vita lavorativa delle persone, considerarla un qualcosa che bisogna “meritarsi”, allungarla in maniera quasi indefinita e predicare che è necessario essere disposti a condurla qua e là , calpestando le proprie radici e i propri progetti sulla propria esistenza? Queste sono tutte perle della Fornero e questa È violenza, eccome se lo è; inoltre non dovrei sottolineare proprio a voi che, nel voraginoso peggioramento delle condizioni di lavoro, le prime a rimetterci sono sempre e proprio le donne, altro che “libertà , forza e autonomia (…) in tutti i settori della società “.
Certo, che io non creda in voi non è un problema vostro. E” un problema mio, eccome, ma sempre non come privata cittadina, ma come persona che attivamente si sforza di esercitare una vigilanza attiva e critica su quanto succede intorno a lei e che vede la pericolosità non solo potenziale di operazioni di grande richiamo come la vostra. Mi impegnerò a comunicare i miei pensieri a quante più persone – uomini e donne- possibili.
Giuliana Cupi
Post originale: http://www.fabionews.info/View.php?id=14338
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