Lettera aperta a Ugo Mattei

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di Andrea Pinna.

Prof. Mattei,

ho letto con grande stupore (e una notevole indignazione) dapprima la sua dichiarazione di adesione alle primarie del PD/SEL, nella quale invocava «laicismo» (?) e un sospetto agnosticismo – che toglie ogni spazio alla politica come capacità di fare ragionevoli diagnosi e assumere coerenti decisioni (”nessuno può sapere.”) – e una settimana dopo, ho letto le motivazioni con cui pretende di difendere la coerenza della sua attiva presenza all”assemblea di “Cambiare si può” (”Un arancione per Nichi”, il manifesto, 1 dicembre). 

Capisco che la sua formazione giuridica l”abbia abituata ad usare con disinvoltura le categorie della logica (e appunto, della ”coerenza”), ma c”è un limite insuperabile: non si può credibilmente far passare, con noncuranza e sprezzo dell”intelligenza del prossimo, tutto e il suo contrario.

Non entro nel merito delle sue incredibili argomentazioni, che ci porterebbero ad una disputa da azzeccagarbugli che non interessa nessuno; mi limito – quale lettore attento partecipe (ed ingenuo) dei suoi numerosissimi interventi antiliberisti e “benicomunisti” (che perdio, dovranno pur essere inseriti in una coerente strategia politica) – a sottolineare il suo tacere l”unica questione veramente dirimente: che il suo Nichi (come d”altronde ogni altro partecipante alle precitate primarie) è politicamente perso a qualsiasi battaglia antimontiana ed antiliberista, avendo firmato “lealtà istituzionale agli impegni internazionali e ai trattati sottoscritti dal nostro Paese” (ovvero l”agenda Monti: Maastricht, Lisbona.Fiscal Compact, Mes, NATO e via genuflettendosi). Quello stesso Nichi che prima ancora che Monti divenisse premier aveva esaltato la cattedra morale di Draghi, da lui definito un «papa laico».

Lei, col suo disinvolto e incoerente agire politico (che tra l”altro azzera la credibilità acquisita col pregresso impegno di giurista anti-sistema), non ha alcun titolo per interrogarsi «su quale sarà domani la sociologia e antropologia dei molti eletti del M5S».  

Se permette, al netto del suo roboante massimalismo da salotto (il suo spacciarsi quale difensore delle “occupazioni e prassi sovversive.”), porto una stima infinitamente superiore verso il prof. Gustavo Zagrebelsky che, senza niente occultare della sua cultura e storia di coerente, intransigente difensore della Costituzione (mia indefettibile stella polare), si è recentemente interrogato sull”esigenza di un partito della Legge suprema (che non c”è), sulla banalità dell”accusa di antipolitica («che evita di fare i conti con le ragioni che allontanano dalla politica»), sull”inutilità dell”anatema lanciato dai veri antipolitici con «quelle parole che si possono pronunciare a basso costo, parole banali. che non vogliono dire nulla. vuota retorica del nostro tempo.».

Di tutto il suo arzigogolato e ”oscuro” ragionamento politico, con cui intende “scongiurare un”alleanza del PD con i moderati ed il Monti-bis” (ovvero darci a credere che si possa battagliare per evitare ciò che è già consolidata realtà da oltre un anno! ), chiara rimane solo la sua riconoscenza per l”incarico professionale datole a suo tempo dal presidente Vendola e che, se la memoria non mi tradisce, Ella sollecitò impudicamente tramite il manifesto.

La riconoscenza è un sentimento nobile, ma non c”entra con la politica, anzi con la raffinata tattica e strategia politiche, su cui lei pretende di farci una lezione che, nel migliore dei casi potrà costituire l”oggetto di un”esercitazione universitaria in quel di Torino.

Andrea Pinna – Ferrara.

 

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