La reazione di Grillo ai risultati delle ultime elezioni amministrative conferma la sua incapacità di leggere la realtà includendo nell’analisi una sana dose di autocritica. In sintesi, il Movimento 5 Stelle crolla un po’ ovunque e sconta due errori macroscopici: il primo è quello di non aver pensato sufficientemente ad un’adeguata formazione politica e culturale dei suoi candidati, il secondo di aver lasciato a Grillo il potere assoluto di comunicare le posizioni del MoVimento senza accettare alcun confronto sui principali mezzi di comunicazione. In questo modo si è reso facilmente attaccabile da tutto il mainstream, che ha avuto gioco facile nel rappresentare il M5S come forza populista e inconcludente.
Purtroppo chi segue con attenzione il MoVimento ha compreso da tempo che quest’ultimo ha intercettato nelle scorse elezioni nazionali il malcontento di molti italiani, ma senza avere un’idea chiara di come tradurre il voto di protesta in azioni concrete di cambiamento. Il fatto più grave, però, è che il M5S non sia riuscito a scalfire l’egemonia silenziosa del primo partito italiano, quello degli astenuti. Evidentemente Grillo non è stato vissuto da costoro come un’affidabile alternativa al sistema morente dei partiti tradizionali.
Ora tuttavia, al di là dell’analisi contingente del voto, ci troviamo palesemente davanti ad un bivio e a nulla servirebbe fingere indifferenza o stupore. Se Grillo non vuole soffocare con le sue mani il bambino che insieme a Casaleggio ha generato (lo so l’immagine è alquanto perturbante), deve subito indire un primo congresso, rivedere le regole democratiche interne e chiedere aiuto a cittadini e forze politiche che in questi anni si sono mantenuti distanti dal mostro bicefalo PD-PDL, continuando però a lottare sui territori e nelle grandi battaglie per i beni comuni. Questo suggerimento non è solo nostro, bensì proviene da quella Rete che il leader genovese ha sempre “adoratoâ€. Se stiamo dunque ai dati di realtà è facile oggi prevedere un’imminente implosione del MoVimento. L’unica salvezza resta quella di uscire dall’autoriferimento egoico che sta compromettendo una delle più grandi avventure politiche degli ultimi due decenni.
Devo essere sincero? Dubito che Grillo avrà il coraggio e l’intelligenza strategica per tirarsi fuori da questa situazione e dal suo nefasto sogno di autosufficienza. Forse non si è accorto che quel disastro che annuncia quotidianamente nelle piazze di tutto il Paese e nel suo blog, lo sta preparando anche lui. In assenza di un’apertura significativa ad altre realtà che lottano per un’Italia e per un’Europa diversa, il MoVimento è destinato a sparire come una stella cadente priva di scia. Speriamo che la franchezza sia ancora apprezzata negli ambienti del M5S.