Grillo, Gambaro e la democrazia

Tutto tornerà nella “normalità” del M5s. Ma possiamo parlare di “normalità”? La vicenda si presta ad una serie di considerazioni. [Aldo Giannuli]

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19 Giugno 2013 - 09.28


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di Aldo Giannuli.

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Come era prevedibile, l’assemblea dei gruppi parlamentari del M5s ha deciso a maggioranza di proporre l’espulsione Adele Gambaro, “rea” di aver criticato pubblicamente Grillo e (per di più) senza averlo fatto prima nelle riunioni di gruppo. Ovviamente la “rete” voterà plebiscitariamente per la sua esclusione, manco a dirlo, e tutto tornerà nella “normalità” del M5s. Ma possiamo parlare di “normalità”? La vicenda si presta ad una serie di considerazioni.

1. In primo luogo, sinceramente non mi pare che le cose dette dalla Gambaro (giuste o meno, non ha importanza) fossero così gravi da meritare una simile reazione. In fondo aveva fatto critiche alle modalità della comunicazione di Grillo, attribuendo ad esse l’insuccesso alle amministrative. Personalmente trovo che fosse una critica molto all’acqua di rose e che ben altri siano stati gli errori politici di Grillo e del M5s, ma insomma, non mi pare che per due frasette così si possa parlare di “lesa maestà”. E, pertanto, trovo la vicenda leggermente ridicola e trovo strano che un comico come Grillo non lo avverta.

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2. Ma la Gambaro ha detto questo fuori dalle sedi del movimento”. Posso farvi una domanda? Se la Gambaro quelle critiche le avesse fatte non in una intervista televisiva, ma intervenendo nel web, in uno dei vari blog, sarebbe stata ugualmente fuori dalle regole? Perché se questo fosse stato regolare, ciò avrebbe avuto comunque carattere pubblico (esattamente come in Tv), con tutte le conseguenze che è facile immaginare, ma se ciò fosse stato proibito, come la mettiamo con “la rete” che decide? Non è la “Rete” la sede in cui discute il Movimento? Comunque: fatti vostri, vedetevela voi.

3. C’è un punto sul quale, tuttavia, mi pare si sia fatta poca attenzione: la maggioranza dei parlamentari 5s ha sostenuto –al pari di una bella fetta degli interventi in rete- che il soggetto sovrano è la rete al cui verdetto tutti dovranno sottomettersi. Ma chi è questo misterioso soggetto della “Rete”? Raschia, raschia tutto si riduce agli iscritti certificati on line, che sono 42.104 persone. Il M5s, alla Camera, ha ottenuto 8.689.168 voti, per cui abbiamo un iscritto per ogni 206 elettori (sempre che tutti gli iscritti partecipino alla consultazione): vi sembra un campione rappresentativo del corpo elettorale del M5s che, in fondo, è quello che ha mandato in Parlamento tutti 163 gli eletti?

4. Ma è anche vero che sono quegli stessi iscritti ad aver scelto i loro futuri deputati con il meccanismo delle “parlamentarie” e, infatti, i candidati sono stati proposti in lista nell’ordine di arrivo nelle Parlamentarie. Dunque, la “Rete” dà e la “Rete” toglie. Va bene. Però, lasciando da parte le ovvie considerazioni su quale capolavoro sia questa legge elettorale senza preferenze, mi permetto di far presente che qualcosa non va in un sistema come quello della scelta on line dei candidati. Insomma, se già una manciata di settimane dopo l’insediamento delle Camere, si contano 2 espulsi e 2 abbandoni del gruppo e si preannunciano altre epurazioni (Pinna, Turco, Zaccagnini, Giarrusso, Campanella, Currò…), questo significa che, alla media di un fuoruscito ogni due settimane o poco più, ci saranno 25 abbandoni in un anno e 125 in tutta la legislatura. L’ultimo spenga la luce, per cortesia… Insomma, se la selezione dà tanti scarti (senza intervenire nel merito di chi ha ragione e chi torto) vuol dire che il meccanismo funziona poco, vi pare?

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5. Comunque, ognuno ha diritto di darsi l’ordinamento interno che crede, esattamente come tutti gli altri hanno il diritto di criticare quell’ordinamento. A me sembra che si tratti di un modello organizzativo un tantino autoritario, un filino paternalista, forse leggermente assolutista. Insomma, una regola più adatta ad una caserma che a un movimento politico, per dirla schietta. E se è vero che tutti hanno diritto a darsi le regole che credono è anche vero che non si può pretendere fuori quella democrazia che non si adotta al proprio interno, per la contraddizion che nol consente. O no?! Come si fa a parlare di democrazia diretta adottando questo genere di costume disciplinare che sembra la caricatura degli aspetti più beceri dello stalinismo?

6. Il guaio peggiore, per il M5s, è come percepisce queste cose l’elettorato: il messaggio che arriva è che il M5s non ha minimamente riconosciuto la sconfitta subita, quindi non ha preso minimamente in considerazione il segnale inviato dagli elettori. Anzi, la sensazione che si ha è che la vera colpa della Gambaro non stia tanto nelle critiche a Grillo, quanto nell’aver ammesso una sconfitta sulla quale tutti hanno amabilmente sorvolato. L’elettorato, soprattutto a livello di massa, in genere non giudica in modo molto raffinato, ma per grandi linee e, prevalentemente, sul metro del buon senso. Questo genere di epurazioni, così drastiche e per il fatto di “aver criticato il capo” (a proposito: ma non si era parlato di rifiuto della leadership?) sono cose che rendono molto diffidente l’elettorato che non può far a meno di pensare: “Ma se questi fossero al governo, cosa farebbero…?”

7. Sono convinto che la “Rete” (questa specie di Moloch impersonale) darà ragione a Grillo con maggioranza schiacciante e Grillo lo interpreterà come una riconsacrazione del suo ruolo. Errore: i pasdaran che animano il suo seguito non sono rappresentativi dell’elettorato, anzi sono estremamente respingenti per esso. Nei commenti di questi giorni, fra deputati e militanti di “base”, è venuto fuori un florilegio di cui non si sa se ridere o piangere: “Grillo si può criticare, ma con rispetto” (e chi è? Il Papa?). “I deputati non devono pensare con la propria testa ma con quella del Movimento” (nel quale, immaginiamo, che nessuno pensi con la sua testa). “Adele deve chiedere pubblicamente perdono a Beppe” (senza parole…). E via di questo passo. Ma Grillo ha capito che di questo passo si ritrova solo con un pugno di imbecilli fanatici ed a rischio di non rientrare neppure in Parlamento? (a proposito: vedrete fra i commenti a questo pezzo quante conferme a quello che sto dicendo…)

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8. Ho detto in un pezzo precedente che molti si sono venduti la pelle dell’orso prima di averlo ucciso e che il M5s ha ottime possibilità di recupero. Lo confermo, ma qui l’orso sta andando volontariamente verso il precipizio e, se continua così, finirà per caderci dentro in pochissimo tempo. Di questo passo alle europee il M5s rischia di disintegrarsi.

9. Personalmente ritengo che la scomparsa o una grave caduta del M5s sarebbero un dato molto negativo che potrebbe riportarci all’opprimente bipolarismo Pdl-Pd. Il M5s è un soggetto politico giovane che deve passare attraverso un processo di maturazione inevitabilmente laborioso e tormentato, con cadute e riprese. Sarebbe ingenuo aspettarsi (come sembra che i suoi leader abbiano pensato) un cammino placido, rapido e rettilineo che faccia passare il movimento di successo in successo: la lotta politica non è via XX settembre che porta dritti dritti da Porta Pia al Quirinale. E’ anzi probabile che il M5s passerà attraverso rotture, ricomposizioni, confluenze. Ma se questo dovesse sfociare in una sconfitta frontale e nella dissoluzione del movimento, sarebbe una sconfitta grave per tutti quelli che sperano di cambiare questo paese. E ci sembra che il modo più leale per aiutare il M5s a maturare sia quello di non tacere nessuna delle critiche -anche severe- che il suo comportamento merita.

10. Il M5s può risalire la china, ma il tempo comincia a scarseggiare e fra un po’ potrebbe essere troppo tardi.

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Fonte: [url”http://www.aldogiannuli.it/2013/06/grillo-gambaro-e-la-democrazia/”]http://www.aldogiannuli.it/2013/06/grillo-gambaro-e-la-democrazia/[/url]

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