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di Andrea Scanzi.
Come già fatto dal perennemente ilare Pietro Grasso, Laura Boldrini ha intimato ai parlamentari M5S di non nominare Napolitano: “Non si può”, giacché Egli è Luce e Saggezza.
Intervistata brevemente dal Fatto, la Boldrini ha rincarato la dose: “L”atteggiamento distruttivo e nichilista non aiuta il Paese, servono soluzioni. Il Presidente non va strumentalizzato, ho fatto bene a fermarli, i Cinque Stelle sono sarcastici e irriverenti”.
Oibò.
Laura Boldrini è persona preparata e qualificata, pasionaria a giorni alterni, oltremodo stimabile e certo “femministaiola militante” (cit. Gaber).
Diligentemente, anche lei si accoda ora al vagone della Casta: ci si può arrabbiare per tutto, sul serio o meglio ancora per finta, ma Re Giorgio non si tocca. Guai a chi lo fa.
Anche per la Presidente della Camera, impegnata un giorno nella guerra santa a Miss Italia e quello dopo in uno sproloquio sull”uso maschilista (yeownn) delle donne negli spot, la democrazia funziona evidentemente così: si discute, ci si arrabbia, ci si interroga. Poi però, alla fine, la ragione ce l”abbiamo sempre noi. Anzi, lui: l”amato compagno Giorgio.
Dall”alto della sua misericordia democratica e appena appena veterocomunista, Laura “quasi-Nilde” Boldrini saprà certo perdonare coloro i quali continueranno a pensare che, se siamo arrivati a tale sfacelo, è anche grazie all”intoccabile – nonché ormai innominabile – Presidente della Repubblica.
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