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di Laurynas Kasčiūnas.
Di fronte alla pressione politica ed economica russa, il governo ucraino ha
preso la decisione di compiere un avvicinamento strategico all”Ue. Il
governo ha confermato all”unanimità l”accordo di associazione e di
libero scambio negoziato con l”Ue. All”inizio di settembre il
presidente ucraino Viktor Janukovic si è rivolto ai parlamentari per
l”adozione delle leggi necessarie alla firma e alla ratifica
dell”accordo di associazione con l”Ue, e la Rada suprema si è messa
subito all”opera.
Dieci anni fa, durante il periodo della Rivoluzione arancione, chi
avrebbe potuto immaginare che Janukovic e il suo principale sponsor
finanziario Rinat Achmetov, l”uomo più ricco d”Ucraina, sarebbero
diventati “la forza motrice” dell”avvicinamento all”Ue? Il
motivo che spinge queste persone a impegnarsi in questo senso non è
né la scelta di valori della civiltà europea né un segno di
patriottismo ucraino, ma degli interessi pragmatici uniti a
un”attenta analisi dei costi e dei benefici.
A quanto pare oggi i gruppi d”affari di Achmetov lavorano
attivamente con le più influenti compagnie europee, che a loro volta
fanno pressione sui loro governi per non bloccare l”accordo di
associazione con l”Ucraina. Viktor Fedorovic Janukovic ha ormai un
nuovo soprannome, Vettor Fedorovic, con allusione ai suoi discorsi
nei quali afferma in continuazione che l”Ucraina ha già scelto il
vettore dell”integrazione con l”Europa. Ma come spiegare l”attuale
comportamento del potere ucraino e dei grandi gruppi economici?
Le imprese russe, non potendo concorrere con le moderne societÃ
europee o americane sul mercato mondiale, cominciano a praticare un
protezionismo interno.
Gli uomini d”affari kazaki e bielorussi ne parlano sempre più
apertamente. In seno all”Unione doganale euroasiatica le imprese
russe, non potendo concorrere con le moderne società europee o
americane sul mercato mondiale, cominciano a praticare un
protezionismo interno e ad allontanare dal mercato di un determinato
settore le imprese degli altri paesi membri dell”Unione doganale.
Questo punto è molto importante per l”Ucraina, perché le sue
imprese sono i concorrenti diretti della Russia, in particolare nel
settore agroalimentare, chimico, automobilistico e metallurgico.
Un altro fattore che trattiene lӎlite politica ed economica
dall”entrare a far parte dell”Unione doganale euroasiatica è
l”assenza di assicurazioni legali e politiche derivanti dall”adesione
a questo blocco commerciale sulla riduzione del prezzo del gas russo.
Nonostante l”industria russa sia particolarmente dipendente dal
prezzo del gas e teoricamente questo possa essere un importante
strumento di pressione nelle sue relazioni con Kiev, è evidente che
i documenti di adesione all”unione doganale non garantiscono in alcun
modo la fornitura di risorse energetiche al prezzo di mercato che
vige in Russia. Questa può essere solo una concessione bilaterale
della Russia e non la conseguenza diretta di un”adesione all”unione
euroasiatica.
Fiducia tradita
Quali sono allora le possibili concessioni della Russia
all”Ucraina? La questione della fiducia reciproca è molto
importante. Diverse volte Janukovic si è sentito tradito dalla
Russia e i cosiddetti accordi di Karkhiv nel 2010 non sono stati
dimenticati. In cambio del prolungamento dell”affitto delle basi
militari [russe] di Sebastopoli, il presidente ucraino Janukovic,
appena eletto, era riuscito a negoziare una riduzione importante del
prezzo del gas. Ma la formula del calcolo del prezzo del gas
presentata dalla Gazprom ha trasformato questo accordo in un
fallimento totale per il presidente ucraino. Oggi Kiev paga le
tariffe più alte d”Europa.
“L’Ucraina
deve fare ciò che ci aspettiamo da essaâ€
Quali
sono le riforme che l”Ucraina dovrà affrontare per avvicinarsi
all”Europa? Per il ministro degli esteri lituano Linas Linkevicius,
il cui paese occupa attualmente la presidenza dell”Ue, Kiev dovrÃ
adeguare il suo sistema elettorale e il funzionamento della
giustizia. La liberazione di Julia Timo?enko, per quanto “altamente
simbolica”, sarebbe solo uno dei passi che l”Ucraina deve
intraprendere.
In questo contesto non bisogna dimenticare neanche la questione
del rispetto dei principi e dell”amor proprio. Tradito diverse volte,
addirittura umiliato (questa estate il presidente ucraino ha atteso
Vladimir Putin per tre ore e il loro incontro è durato solo 15
minuti), Janukovic vuole dimostrare al leader russo che può prendere
delle decisioni indipendenti che non corrispondono necessariamente
agli interessi russi. E soprattutto che l”Ucraina non è un”altra Armenia.
Bisogna inoltre aggiungere che l”atteggiamento filoeuropeo del
presidente rafforza la sua popolarità nell”ovest e nel centro
dell”Ucraina, regioni che di solito gli sono poco favorevoli. Un
elemento importante in vista delle elezioni presidenziali del 2015.
Insomma la situazione è paradossale. Un personaggio politico che
fino a poco fa prometteva di attribuire al russo lo status di seconda
lingua ufficiale, e che non ha promosso né l”identità nazionale né
una memoria storica capace di rafforzare la sovranità ucraina,
potrebbe diventare in modo del tutto fortuito l”uomo che nei libri di
storia sarà presentato come il leader che ha portato a termine
quella politica “multivettoriale” cominciata venti anni fa
e che è stato capace di aprire la via dell”integrazione del paese
con l”Europa.
Fonte:
http://www.veidas.lt/kaip-v-janukovycius-proeuropietisku-ukrainos-politiku-tapo
Tratto da:
http://www.presseurop.eu/it/content/article/4207631-perche-l-ucraina-sceglie-l-europa.
Traduzione di Andrea De Ritis
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