'Ecco chi si nasconde nell''ombra di Renzi '

'La destra repubblicana neocon e quella israeliana, l''Arabia Saudita, Morgan Stanley, Mediobanca, De Benedetti e Caltagirone. Dietro Renzi non c''è spazio per il Quinto Stato'

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14 Febbraio 2014 - 02.29


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di Franco Fracassi

Quando negli anni Ottanta Michael Ledeen varcava l”ingresso del
dipartimento di Stato, al numero 2401 di E Street, chiunque avesse
dimestichezza con il potere di Washington sapeva che si trattava di una
finta. Quello, per lo storico di Los Angeles, rappresentava solo un
impiego di facciata, per nascondere il suo reale lavoro: consulente
strategico per la Cia e per la Casa Bianca. Ledeen è stato la mente
della strategia aggressiva nella Guerra Fredda di Ronald Reagan, è stato
la mente degli squadroni della morte in Nicaragua, è stato consulente
del Sismi negli anni della Strategia della tensione, è stato una delle
menti della guerra al terrore promossa dall”Amministrazione Bush, oltre
che teorico della guerra all”Iraq e della potenziale guerra all”Iran, è
stato uno dei consulenti del ministero degli Esteri israeliano. Oggi
Michael Ledeen è una delle menti della politica estera del segretario
del Partito democratico Matteo Renzi.

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Forse è stato anche per garantirsi la futura collaborazione di Ledeen
che l”allora presidente della Provincia di Firenze si è recato nel 2007
al dipartimento di Stato Usa per un inspiegabile tour. Non è un caso che
il segretario di Stato Usa John Kerry abbia più volte espresso giudizi
favorevoli nei confronti di Renzi.

Michael Ledeen, una delle anime nere della destra repubblicana negli Usa, è uno dei consiglieri di Renzi.

Ma sono principalmente i neocon ad appoggiare Renzi dagli Stati Uniti.
Secondo il “New York Post”, ammiratori del sindaco di Firenze sarebbero
gli ambienti della destra repubblicana, legati alle lobby pro Israele e
pro Arabia Saudita.

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In questa direzione vanno anche il guru economico di Renzi, Yoram
Gutgeld, e il suo principale consulente politico, Marco Carrai, entrambi
molti vicini a Israele. Carrai ha addirittura propri interessi in
Israele, dove si occupa di venture capital e nuove tecnologie. Infine,
anche il suppoter renziano Marco Bernabè ha forti legami con Tel Aviv,
attraverso il fondo speculativo Wadi Ventures e, il cui padre, Franco,
fino a pochi anni fa è stato arcigno custode delle dorsali telefoniche
mediterranee che collegano l”Italia a Israele.

Forse aveva ragione l”ultimo cassiere dei Ds, Ugo Sposetti, quando
disse: «Dietro i finanziamenti milionari a Renzi c”è Israele e la destra
americana». O perfino Massimo D”Alema, che definì Renzi il terminale di
«quei poteri forti che vogliono liquidare la sinistra».

Dietro Renzi ci sono anche i poteri forti economici, a partire dalla
Morgan Stanley, una delle banche d”affari responsabile della crisi
mondiale. Davide Serra entrò in Morgan Stanley nel 2001, e fece subito
carriera, scalando posizioni su posizioni, in un quinquennio che lo
condusse a diventare direttore generale e capo degli analisti
bancari.
La carriera del giovane broker italiano venne punteggiata di
premi e riconoscimenti per le sue abilità di valutazione dei mercati. In
quegli anni trascorsi dentro il gruppo statunitense, Serra iniziò a
frequentare anche i grandi nomi del mondo bancario italiano, da Matteo
Arpe (che ancora era in Capitalia) ad Alessandro Profumo (Unicredit),
passando per l”allora gran capo di Intesa-San Paolo Corrado Passera.

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Davide Serra, braccio destro di Renzi per l”economia, è considerato unp squalo della finanza internazionale.

Nel 2006 Serra decise tuttavia che era il momento di spiccare il volo. E
con il francese Eric Halet lanciò Algebris Investments.
Già nel primo
anno Algebris passò da circa settecento milioni a quasi due miliardi di
dollari gestiti.
L”anno successivo Serra, con il suo hedge fund, lanciò
l”attacco al colosso bancario olandese Abn Amro, compiendo la più
importante scalata bancaria d”ogni tempo.

Poi fu il turno del banchiere francese Antoine Bernheim a essere fatto
fuori da Serra dalla presidenza di Generali, permettendo al rampante
finanziere di mettere un piede in Mediobanca.

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Definito dall”ex segretario Pd Pier Luigi Bersani «il bandito delle
Cayman», Serra oggi ha quarantatré anni, vive nel più lussuoso quartiere
di Londra (Mayfair), fa miliardi a palate scommettendo sui ribassi in
Borsa (ovvero sulla crisi) ed è il principale consulente finanziario di
Renzi, nonché suo grande raccoglietore di denaro, attraverso cene
organizzate da Algebris e dalla sua fondazione Metropolis.

La banca d”affari Morgan Stanley è considerata tra i responsabili della crisi economica mondiale.

E così, nell”ultimo anno il gotha dell”industria e della finanza
italiane si sono schierati uno a uno dalla parte di Renzi. A cominciare
da Fedele Confalonieri che, riferendosi al sindaco di Firenze, disse:
«Non saranno i Fini, i Casini e gli altri leader già presenti sulla
scena politica a succedere a Berlusconi, sarà un giovane». Poi venne
Carlo De Benedetti, con il suo potentissimo gruppo editoriale
Espresso-Repubblica («I partiti hanno perduto il contatto con la gente,
lui invece quel contatto ce l”ha»). E ancora, Diego Della Valle, il
numero uno di Vodafone Vittorio Colao, il fondatore di Luxottica
Leonardo Del Vecchio e l”amministratore delegato Andrea Guerra, il
presidente di Pirelli Marco Tronchetti Provera con la moglie Afef, l”ex
direttore di Canale 5 Giorgio Gori, il patron di Eataly Oscar Farinetti,
Francesco Gaetano Caltagirone, Cesare Romiti, Martina Mondadori,
Barbara Berlusconi, i banchieri Fabrizio Palenzona e Claudio Costamagna,
il numero uno di Assolombarda Gianfelice Rocca, il patron di Lega Coop
Giuliano Poletti, Patrizio Bertelli di Prada, Fabrizio Palenzona di
Unicredit, Il Monte dei Paschi di Siena, attraverso il controllo della
Fondazione Montepaschi gestita dal renziano sindaco di Siena Bruno
Valentini, e, soprattutto, l”amministratore delegato di Mediobanca
Albert Nagel, erede di Cuccia nell”istituto di credito.

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Proprio sul giornale controllato da Mediobanca, “Il Corriere della
Sera”, da sempre schierato dalla parte dei poteri forti, è arrivato lo
scoop su Monti e Napolitano, sui governi tecnici. Il Corriere ha ripreso
alcuni passaggi dell”ultimo libro di Alan Friedman, altro uomo Rcs. Lo
scoop ha colpito a fondo il governo Letta e aperto la strada di Palazzo
Chigi a Renzi.

Il defunto segretario del Psi Bettino Craxi diceva: «Guarda come si
muove il Corriere e capirai dove si va a parare nella politica». Gad
Lerner ha, più recentemente, detto: «Non troverete alla Leopolda i
portavoce del movimento degli sfrattati, né le mille voci del Quinto
Stato dei precari all”italiana. Lui (Renzi) vuole impersonare una storia
di successo. Gli sfigati non fanno audience».

Fonte: [url”http://popoff.globalist.it/Detail_News_Display?ID=97552&typeb=0&Ecco-chi-si-nasconde-nell-ombra-di-Renzi”]http://popoff.globalist.it/Detail_News_Display?ID=97552&typeb=0&Ecco-chi-si-nasconde-nell-ombra-di-Renzi[/url]

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