Torino, Grillo. Una piazza, tre applausi

Il comizio di Grillo davanti alla piazza gremita di Torino va giudicato anche in base agli argomenti ai quali la folla ha reagito. Ci sono tre sorprese.

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18 Maggio 2014 - 18.02


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da Contropiano Torino.

Ieri a Torino si è tenuto il comizio del Movimento 5 stelle per le elezioni
europee e regionali. Non c’è molto da dire su discorsi dei candidati e
di Grillo in persona, sui quali si può leggere sui loro blog, profili,
ecc.

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Ogni
comizio è più o meno una sintesi di quanto un’organizzazione politica
va dicendo in giro per le piazze, le tv, i social network, i giornali.
Tuttavia, ogni comizio è una particolare articolazione di un discorso
politico rivolto a una piazza situata, cioè che ha una sua storia
e una sua particolare posizione sociale da cui vive l’attuale crisi.
Per questo motivo le parole, i riferimenti alle questioni e i simboli
utilizzati per i comizi non sono indifferenti. Capire come risponde una
piazza a tali segnali significa cogliere anche quali sono gli umori, i
punti vivi e le idealità che agitano spezzoni di questa decomposta
società che cerca una sua identità anche politica. Farlo, prendendo ciò
che è successo ieri in una strabordante piazza Castello, può forse
essere di qualche utilità.

Torino è la “città” dei No Tav, lo dimostra l’affollatissima prova di
solidarietà dimostrata il 10 maggio ai quattro compagni No Tav
arrestati (senza che con ciò si voglia negare la portata nazionale della
lotta No Tav). È noto l’impegno del Movimento 5 stelle contro il TAV e
le grandi e inutili opere. Di conseguenza non può stupire che le uniche
due bandiere presenti sul palco siano quelle del Movimento e quella dei
No Tav. Non è solo captatio benevolentiae, si capisce, se anche
Alberto Perino può parlare dal palco e rivendicare che, se Claudio,
Niccolò, Mattia e Chiara sono terroristi, allora «anche noi siamo tutti terroristi».
Parole non leggere di questi tempi, certo, e oggi legittimate più che
mai dalla sentenza della Cassazione che smentisce la Procura di Torino,
ma parole che hanno raccolto uno dei più caldi applausi della piazza.

Un
altro riferimento, non certo scontato, è stato offerto dalle parole di
una esponente del movimento che ha citato un recente articolo di
Micromega, secondo il quale il Movimento 5 stelle sarebbe in Italia
l’unico erede della questione morale posta decenni or sono da Enrico
Berlinguer. Anche in questo caso gli applausi e le ovazioni sono stati
intensi e sentiti. È difficile pensare al solito rigurgito anti casta.
Qui si va oltre e si trova un riferimento storico e ideale che forse
difficilmente si coglie in una città del sud Italia. Segno forse che una
parte di quell’elettorato di sinistra che non si riconosce più nel PD
ha ancora a cuore qualcosa che riporta la storia a una Torino precedente
l’89.

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Un
ultimo applauso di questa natura è stato rivolto a una battuta di
Grillo su Schulz, il quale qualche giorno fa aveva dato dello Stalin al
portavoce del Movimento: «Schulz, lui che è tedesco, dimentica che senza
Stalin avrebbe una svastica sulla fronte». Al di là della battuta
efficace e su cui non ci sarebbe nulla da obiettare (anche perché si
tratta di una verità storica di cui, a “sinistra”, molti si
dimenticano), ciò che non era prevedibile è stato l’applauso e il
consenso generale della piazza, che non è stato tale, ad esempio, quando
Grillo, sempre con la sua solita ironia un po’ futurista (“questo lo
dico per Rete 4”) si è definito “oltre Hitler”.

Questi
non sono certo stati gli unici applausi della piazza ma, se l’angolo di
osservazione non ci ha ingannati, sono stati quelli più sentiti.

Che
il Movimento 5 stelle si dichiari oltre la destra e la sinistra è un
fatto noto, così come lo è l’accostamento disinvolto di argomenti di
destra (il protezionismo, il feticcio della meritocrazia, la vicinanza
alla polizia e alla Digos, l”opposizione allo Ius soli, l”astio nei
confronti dei dipendenti pubblici) con alcuni di sinistra (sanità
pubblica, lotta al consumo del suolo e alle grandi opere, fino allo
spurio reddito di cittadinanza), senza il quale questo movimento non
potrebbe cogliere consensi elettorali così elevati al tempo della
scomposizione di classe della società. Ma ciò non dovrebbe farci
confondere ciò che tale Movimento dichiara con quello a cui la piazza, o
una almeno, reagisce.

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