Che intenzioni hanno i BRICS insieme alla Germania?

La perdita dell’impero si manifesta sempre più in miriadi di mosse da parte di svariate entità che puntano ad un mondo multipolare. [Pepe Escobar]

Che intenzioni hanno i BRICS insieme alla Germania?
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11 Marzo 2015 - 11.58


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di Pepe Escobar.

tradotto da ComeDonChisciotte.

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Winston Churchill una volta ha detto “Mi sento solo ed abbandonato
senza una guerra”. Sentiva anche forte nostalgia di possedere un impero.
Il suo successore – l’Impero del Caos – ora affronta lo stesso dilemma.
Alcune guerre – come in Ucraina, per procura – non stanno andando molto
bene.

La perdita dell’impero si manifesta sempre più in miriadi di mosse da
parte di svariate entità che puntano ad un mondo multipolare.

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Per
cui non stupiamoci che la “macchina del pensiero” statunitense stia
perdendo il senno, diramando buffe “previsioni” dal sapore di CIA, in
cui la Russia è destinata a disintegrarsi e la Cina si sta tramutando in
una dittatura comunista. Così tanti pensieri (imperiali) ricchi di
buoni propositi, così poco tempo per tirare in lungo un’egemonia.

L’acronimo di tutte queste “previsioni” che non ci si deve azzardare a
nominare è BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa). BRICS è
peggio della peste per come la pensano i “Padroni dell’Universo” che
davvero controllano il – truccato – mondo attuale. Vero, i BRICS stanno
affrontando svariati problemi. Il Brasile è attualmente paralizzato: un
lungo, complesso ed autodistruttivo processo sta sbocciando con minacce
di cambio di regime da parte dei galoppini locali dell’Impero del Caos.
Ci vorrà tempo, ma il Brasile reagirà.

Restano i “RIC” – Russia, India e Cina – come vere chiavi di volta
per i BRICS. A causa di tutte le loro discrepanze, sono tutti d’accordo
che non hanno bisogno di puntare all’egemonia assoluta, ma ad nuovo
ordine multipolare.

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La Nuova Banca per lo Sviluppo dei BRICS (NDB) – un’alternativa
chiave al FMI che permetterà alle nazioni in via di sviluppo di
sbarazzarsi del dollaro come valuta di riserva – sarà operativa dalla
fine di quest’anno. L’NDB finanzierà infrastrutture e progetti di
sviluppo sostenibile non solo nelle nazioni facenti parte dei BRICS, ma
anche in altre in via di sviluppo. Dimentichiamoci della Banca Mondiale
dipendente dall’occidente, di cui capitale e capacità di prestito non
vengono mai innalzate dalle cosiddette “potenze” occidentali. L’NDB sarà
un’istituzione aperta. Le nazioni dei BRICS deterranno il 55% del
potere di voto e al di fuori di questo pacchetto a nessuna nazione sarà
permesso detenere più del 7% dei voti. Il dettaglio fondamentale è che
le nazioni in via di sviluppo potranno diventarne partner e ricevere
prestiti.

Dannati quei comunisti.

Un gentlemen agreement a tre è in via di definizione. Il Primo
Ministro indiano Arendra Modi sarà in Cina il prossimo maggio – e la
“Cindia” di sicuro si metterà in marcia per una svolta riguardo le aspre
dispute territoriali. Così come Delhi avrà molto da guadagnare dagli
ingenti capitali cinesi e dalle esportazioni, Pechino vorrà approfittare
del vasto mercato indiano e delle sviluppate conoscenze tecnologiche.
In parallelo, Pechino ha già offerto aiuto economico alla Russia – se
Mosca lo chiederà – appellandosi alla partnership strategica che
coinvolge le due nazioni.

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Il “perno asiatico” degli USA – lanciato dal Pentagono – è vestito da
sera ma senza un posto dove andare. Bullizzare il Sudest asiatico,
l’Asia del Sud e, per quanto possibile, l’estremo oriente per renderli
vassalli dell’ “Impero del Caos” – e più di tutto confrontarsi
apertamente con la Cina – è sempre stato un non-punto di partenza. Per
non menzionare la convinzione che un Giappone militarizzato di nuovo
potesse “contenere” la Cina.

Isolare la “dittatura comunista” non funzionerà. Guardate, ad
esempio, la ferrovia ad alta velocità che collegherà Kunming, nella
provincia dello Yunnan, e Singapore, attraversando un bel pezzo di
Sudest asiatico che per Washington non è mai stato molto più di un
mucchietto di stati clienti. L’Asia emergente del ventunesimo secolo è
basata sulle interconnessioni e il sole di questa nuova galassia è
inesorabilmente la Cina.

Dato che la Cina si è imbarcata in una variazione estremamente
complessa del suo modello economico, come ho spiegato qui, il monopolio
cinese della manodopera a basso costo – la sua precedente base
industriale – si sta spostando verso il mondo in via di sviluppo,
specialmente nella zona attorno all’Oceano Indiano. Buone notizie per il
Sud del Mondo – ciò include tutte le nazioni, da quelle africane come
il Kenia e la Tanzania, fino al Sudest asiatico e all’America Latina.
Ovviamente
l’ “Impero del Caos, mantenendo un occhio agli affari, non verrà
buttato fuori dall’Asia. Ma i suoi giorni da egemone, o di mafioso
geopolitico che garantisce “protezione”, sono finiti.

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Il remix cinese di Vai ad Ovest, Giovane Uomo [frase utilizzata negli
USA per spingere la corsa all’oro, attribuita a Horace Greely, NdT] –
in effetti, un espandersi ovunque – è iniziato nel 1999. Dei 10 più
grandi porti di container del mondo, non meno di 7 sono in Cina (gli
altri sono Singapore, Rotterdam e Pusan in Korea del Sud). Per quanto
riguarda il dodicesimo piano quinquennale cinese – che finirà nel 2015 –
la maggior parte degli obiettivi delle sette aree tecnologiche in cui
la Cina voleva primeggiare sono stati raggiunti, in alcuni casi
addirittura superati.

La Bank of China permetterà allo Yuan di muoversi sempre più
liberamente nei confronti del dollaro. Si sbarazzerà di dollari ogni
poco. Il ventennale cambio fisso col dollaro scomparirà gradualmente. La
più grande nazione del mondo per scambi commerciali, nonchè la seconda
più grande economia, non può semplicemente essere ancorata ad una sola
valuta. Pechino sa molto bene come questo vincolo amplifichi ogni shock
esterno nei confronti dell’economia cinese.

Sykes-Picot siamo noi

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Un processo parallelo si svilupperà anche nel Sudest asiatico: lo
smantellamento degli stati nazione in Medio Oriente – un remix
dell’accordo di Sykes-Picot di cento anni fa. Che lampante contrasto con
il tirono agli stati nazione che sta avvenendo in Europa.

Ci sono rumors del fatto che il moderno Sykes sia Obama e il moderno
Picot sia Putin. Non proprio. È l’ “Impero del Caos” che sta agendo come
un nuovo Sykes-Picot, riconfigurando direttamente ed indirettamente il
“Grande Medio Oriente”. L’ex boss della NATO, il generale Wesley Clark,
ha di recente “rivelato” ciò che tutti già sapevano: il finto Califfato
dell’ISIS/ISIL/Daesh è finanziato da “stretti alleati degli USA”, ovvero
Arabia Sudita, Qatar, Turchia e Israele. Facciamo un paragone con il
Ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon che ammette che l’ISIS
“non rappresenta una minaccia agli interessi di Israele”. Daesh è un
mezzo per portare avanti Sykes-Picot per gli USA.

L’ “Impero del Caos” ha perseguito attivamente la distruzione di
Iraq, Siria e specialmente Libia. Ora, a capo della Casa di Saud, il
“nostro” bastardo Re Salman non è altro che l’ex reclutatore di
jihadisti per Abdul Raul Sayyaf, il Salafita Afghano che era il cervello
dietro OSama Bin Laden e l’altra mente dell’11 settembre Khalid Seikh
Mohammad.

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Questo è il classico modo di muoversi dell’Impero del Caos (le
persone eccezionali non costruiscono le nazioni, le fanno a pezzi). Ci
saranno un sacco di terrificanti sequel di distruzioni di nazioni, dagli
“Stan” centro asiatici allo Xinjiang in Cina, per non menzionare la
putrescente Ucraina, alias il Nulandistan.

Parti dell’Af-Pak [contrazione per definire la zona di Pakistan e
Afghanistan in Asia centrale, NdT] potrebbe venir convertito in un
tentacolo dell’ISIS/ISIL(Daesh proprio ai confini di Russia, Cina, India
e Iran. Dalla prospettiva dell’ “Impero del Caos” questo potenziale
bagno di sangue nei “Balcani eurasiatici” – per citare l’eminente
russofobo Dott. Zbig “Grande Scacchiera” Brzezinski – è la famosa
“offerta che non si può rifiutare”.

Russia e Cina, nel frattempo, continueranno a scommettere
sull’integrazione eurasiatica, rafforzando l’Organizzazione per la
Cooperazione di Shanghai (SCO) e la loro coordinazione all’interno dei
BRICS e usando le loro risorse di intelligence per contrastare gli
sgherri del Califfo.

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L’amministrazione Obama cerca disperatamente un accordo sul nucleare
con l’Iran, ma Russia e Cina si sono già avvicinate a Teheran. Il
Ministro degli Esteri cinese Wang Yi era a Teheran due settimane fa,
sostenendo che l’Iran è una delle “maggiori priorità di politica estera”
cinesi e di “grande importanza strategica”. Più presto che tardi l’Iran
diventerà membro dell’SCO. La Cina ha già in ballo molti grossi affari
con l’Iran e con essa la Russia, che vende armi e impianti nucleari.

Berlino – Mosca – Pechino?

Poi c’è la questione tedesca.
Ad oggi la Germania esporta il 50%
del suo PIL. Nel 1990 la percentuale era il 24%. Negli ultimi 10 anni la
metà della crescita tedesca si è basata sulle esportazioni. Traduzione:
si parla di un’economia gigantesca che ha disperato bisogno che i
mercati globali continuino ad espandersi. Un Ue sofferente non fa
quadrare i conti.

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Le esportazioni tedesche stanno cambiando l’indirizzo di
destinazione. Solo il 40% –  in calo – va all’interno dell’UE, la vera
crescita è in Asia. Quindi la Germania, in pratica, si sta allontanando
dall’eurozona. Ciò non comporta che la Germania stia facendo saltare
l’Euro, ciò potrebbe essere interpretato come un pessimo tradimento del
tanto declamato “progetto europeo”.

Ciò che si deduce dal quadro commerciale è la ragione del gioco duro
della Germania nei confronti della Grecia: o vi arrendete,
completamente, o lasciate l’Euro. Ciò che la Germania vuole è mantenere
la partnership con la Francia e dominare l’Europa dell’Est come un
satellite economico, facendo affidamento sulla Polonia. Per cui
aspettiamoci Grecia, Spagna, Portogallo e Italia sbattere contro il muro
dell’intransigenza tedesca. Bella “integrazione europea”, che sta in
piedi solo fino a che la Germania detta le regole.

La chiave della tabella di marcia è che il doppio fiasco Grecia +
Ucraina sta venendo a galla. Berlino fa la parte di un imperfetto
egemone Europeo – per minimizzare. Berlino si è di colpo svegliata nel
mondo reale, di fronte al possibile incubo di un’esplosione totale della
guerra contro la Russia istigata dagli USA nei paesi lungo i confini
orientali europei. Non c’è da stupirsi che la Merkel abbia preso il
primo aereo disponibile in direzione di Mosca.

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Mosca – diplomaticamente – è uscita vincitrice. Ha vinto anche quando
la Turchia – istigata dai continui tentativi di entrare nell’UE
costantemente ostracizzati da, chi se non altro, Germania e Francia – ha
deciso di rivolgersi verso l’Eurasia una volta per tutte, ignorando la
NATO ed aumentando le relazioni con Cina e Russia.

Tutto ciò è accaduto in uno scenario di grande cambiamento nel gioco
del “Gasdottistan”. Dopo che Mosca intelligentemente ha negoziato il
passaggio da South Stream a Turk Stream, proprio vicino ai confini
greci, Putin e il Primo Ministro greco Tsipras si sono accordati
riguardo un’estensione del gasdotto dal confine turco, attraverso la
Grecia, verso l’Europa del Sud. Quindi la Gazprom metterà basi salde non
solo il Turchia ma anche in Grecia, che di colpo diventerà di
fondamentale importanza strategica nel “Gasdottistan” europeo.

Quindi la Germania, presto o tardi, dovrà rispondere a una domanda
pesante – come mantenere imponenti surplus commerciali, nonostante stia
scaricando i propri partner europei. La sola risposta possibile è più
commercio con la Russia, la Cina e l’estremo oriente. Ci vorrà un po’ e
ci saranno un sacco di buche lungo la via, ma un asse commerciale Berlino-Mosca-Pechino è assolutamente inevitabile.

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E comunque no, queste cose non si deducono in alcuna bizzarra “previsione” delle macchine di pensiero statunitensi.

Pepe
Escobar

è
autore di
Empire of Chaos:The Roving Eye Collection
(Nimble Books, 2014), ”
Globalistan:
How the Globalized World is Dissolving into Liquid War

(Nimble Books, 2007), ”
Red
Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge

(Nimble Books, 2007) e ”
Obama
does Globalistan

(Nimble Books, 2009). 

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Si
può comunicare con lui tramite l”e-mail pepeasia@yahoo.com.

Fonte:  http://rt.com/op-edge/236219-russia-china-germany-trade-axis/

Tratto da: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=14773.

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Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non
commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l”autore della
traduzione FA RANCO.

VEDI, IN ARGOMENTO:

Pepe Escobar: l”Impero del Caos e le Vie della seta

Dalla Libia all”Asia centrale agisce
l”Impero del Caos. L”intervento di Pepe Escobar su Guerra Fredda vs.
Integrazione Eurasiatica al simposio Global WARning 

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