Già che ci siamo, privatizziamo anche Renzi (e salviamo l'Italia)

Con la riforma del Titolo V approvata subdolamente in Parlamento le condizioni per un’immensa privatizzazione a favore di colossi dell’energia stranieri [Marcello Foa]

Già che ci siamo, privatizziamo anche Renzi (e salviamo l'Italia)
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16 Marzo 2015 - 18.30


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di Marcello Foa.

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Il mio ultimo post sull’Articolo V della Costituzione – che
permetterà a Renzi di espropriare i comuni dei servizi delle utilities
ovvero di acqua, gas e luce, sostituendo un monopolio pubblico con un
monopolio privato – ha suscitato una quantità incredibile di reazioni.
Il post è stato ripreso da decine di siti e anche dal blog di Beppe
Grillo. La preoccupazione dei cittadini è palpabile, una preoccupazione
che spesso si trasforma in indignazione: ancora una volta la volontà
popolare viene aggirata e ancora una volta la stampa non ha svolto il
ruolo di cane da guardia del sistema: nemmeno si è accorta del problema.

C’è davvero da preoccuparsi.

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Fra le tante reazioni mi ha colpito l’email che mi ha mandato l’ex
sindaco di Pordenone Alfredo Pasini, con queste argomentazioni (riporto
integralmente la sua email):

Egr. sig. Foa,

mi piace ciò che scrive e come lo scrive, ma questa volta mi sono
arrabbiato leggendo il suo articolo su http://www.beppegrillo.it/2015/03/gli_avvoltoi_dei_servizi_pubblici.html?s=n.
Anche Lei come tutti afferma che “…le utilities pubbliche non sono
certo un modello di gestione e di efficienza…”
. Non è vero! Non è vero
per tutte come la frase porta a pensare, anzi molte sono molto ben
gestite, da far invidia a tante aziende private. Se si vuole, nel
pubblico si gestisce come e meglio che nel privato, me lo lasci dire, ed
è ciò che accade in molte utilities pubbliche, guarda caso specialmente
– se non solo – al nord.

Per fortuna Lei poi dice che “le privatizzazioni si risolvono nella
sostituzione di un monopolio pubblico con uno privato”
, ma anche dove il
monopolio pubblico non è ben gestito il capitale almeno resta in mano
ai cittadini che comunque possono ottenere una migliore gestione
attraverso il voto, cosa che non è più possibile una volta ceduti i
gioielli di famiglia al privati. E poi, si hanno già oggi molti casi di
privati subentrati al pubblico che non fanno le manutenzioni ma
aumentano comunque le bollette, peggio del peggio.

Scriva per favore che diverse amministrazioni fanno il loro dovere
dimostrando che è possibile gestire bene il pubblico, basta volerlo, e
che quindi il problema non è la personalità pubblica o privatistica,il
problema è esercitare il controllo, magari affidandolo per legge a
società private di revisione, solo di revisione..

Cordiali saluti

Alfredo Pasini

Sindaco di Pordenone 1993-2001

Componente CdR Bruxelles 1997-2001

Accolgo ben volentieri la protesta, civilissima, di Alfredo Pasini, e
vengo subito al punto: Pasini paradossalmente ha ragione. Il problema è
quando, dove e perché.

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Mi spiego: il servizio pubblico in Italia purtroppo non è un modello
di virtù ma, troppo frequentemente, un esempio di sprechi e di
inefficienza; una “mangiatoia” per funzionari infedeli, per imprenditori
spregiudicati, per affaristi. La sfiducia è tale che la gente si
meraviglia quando riceve un servizio impeccabile, quando ha a che fare
con funzionari cortesi e bravi. In un Paese davvero civile, animato da
spirito di servizio, dovrebbe essere il contrario. E questo è un
problema per chi, come lei, rivendica con orgoglio la fedeltà di
servizio.

E se vediamo l’esperienza di altri Paesi, soprattutto fino a qualche
tempo fa – dal Giappone alla Francia alla Svizzera – abbiamo la prova
che il servizio pubblico può essere molto efficace su larga scala e
anche tecnologicamente avanzato. In Paese dalla forte coscienza civica,
il servire lo Stato può essere un fattore di motivazione e di successo
altrettanto o addirittura piU forte dell’interesse privato.

La domanda è: perché in Italia raramente è così? Domanda che richiederebbe lunghe disquisizioni.

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Esistono però delle circostanze in cui anche un servizio inefficiente
è preferibile a un servizio privato, per quanto possa apparire
paradossale la mia affermazione. Ne ho parlato più volte in passato,
però negli Stati Uniti, troppo spesso indicati a sproposito come un
modello, da una ventina d’anni è in corso un processo in cui quale
effetto ultimo di una campagna ideologica molto forte contro lo Stato,
non consegue una società autenticamente di mercato, bensì, su ampia
scala, da un lato la sostituzione di monopoli pubblici con monopoli
privati sovente a prezzi di favore, dall’altro al cessione a privati di
servizi pubblici lasciando il costo a carico dello Stato o
l’attribuzione di commesse miliardarie senza concorso.

Risultato: da un lato i monopoli privati impongono tariffe molto più
alte di quelli pubblici e il servizio non migliora, dall’altro quelle
che vengono presentate come privatizzazioni si risolvono in un aumento
esorbitante dei costi complessivi a carico dello Stato.

Questi metodi vengono applicati in molti Paesi occidentali e sempre dal Fmi e da troike varie.

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Con la riforma dell’Articolo V approvata subdolamente in Parlamento
si creano le condizioni per un’immensa privatizzazione a favore di
colossi dell’energia stranieri che non è senz’altro nell’interesse dei
cittadini e men che meno delle imprese italiane e del libero mercato.

Per questo dico: non lasciatevi ingannare dalla retorica di Renzi, dalle sue false promesse.

L’unica privatizzazione che avrebbe senso per gli italiani è quella di Renzi. Vendetelo agli stranieri e tenetevi le utlities.

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Già, ma chi se lo compra un “bomba” così?

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Fonte: [url”http://blog.ilgiornale.it/foa/2015/03/15/vendete-renzi-e-tenetevi-le-utilities/”]http://blog.ilgiornale.it/foa/2015/03/15/vendete-renzi-e-tenetevi-le-utilities/[/url].

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