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Il vero piano B di Schäuble: fuori tutti i PIIGS
'Dietro il Grexit la ''guerra franco-prussiana''. Obiettivo: intimidire i francesi e far accettare loro il modello tedesco di eurozona disciplinare [Maurizio Blondet]'
E’ un diktat assurdo, demenziale, non previsto dalle regole di Maastricht che Berlino ingiunge a tutti noi di rispettare come il Vangelo. Però questa non è più la fase in cui vige il diritto; è la forza a dettare la sua legge. Bisognerà vedere quanti nell’Eurogruppo si accoderanno, magari passivamente, a questa riscrittura delle regole. Con Schauble, ossia per cacciare la Grecia, si sono subito schierate – udite udite – Finlandia, Estonia, Lituania, Slovacchia, Slovenia ed Olanda. La Troika, ovviamente, ha detto che il programma di riforme presentato da Tsipras (ed elaborato dai francesi) “Non è sufficienteâ€: il solito gioco al rialzo.
In questa foto i protagonisti: Wolfgang Schäuble , il ministro delle finanze, ferocemente anti-Mosca, sostenitore della guerra in Iraq (filo-americano, fino a ieri). Poi Angela Merkel, la ex responsabile della propaganda nella Repubblica Democratica, pugnalatrice alla schiena di Kohl per prendergli la poltrona, sotto costante ascolto della Cia. Infine a destra, Otmar Issing, quello del progetto di espulsione di tutti i cinque Piigs dall’euro.
(Poco decifrabile il silenzio della Merkel in queste ore cruciali).
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Consiglierei di ritirare dalle banche quanti più depositi possibile, da lunedì… anzi meglio dal bancomat, al più presto.
Intanto Jacques Sapir, l’economista che caldeggia l’uscita dall’euro della Grecia (e della Francia), commenta a caldo
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Dietro il Grexit la guerra franco-prussiana
“Schäuble vuole il Grexit per mettere il timor di Dio nei francesi e far accettare loro il suo modello di eurozona disciplinare†: così Yanis Varoufakis in un suo fondo sul Guardian, peraltro interessantissimo in altri punti
Adesso anche Blanchard si dimette (danno sui nervi, questi veritieri), lascerà l’incarico a settembre, e ne approfitta nel suo blog-FMI per lasciare “qualche riflessioneâ€. Ce ne sono molte interessanti.
“Forte della mia esperienza di mesi di trattative, è mia convinzione che il ministro tedesco delle Finanze abbia voluto far uscire la Grecia dalla moneta unica allo scopo di spaventare i francesi onde far accettar loro il suo modello di eurozona disciplinareâ€.
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Parbleu. Non solo l’autorevolissimo del FMI dà ragione al risibile Varoufakis, ma lo fa usando le stesse parole.
Il fatto è che devono aver ascoltato la stessa intercettazione, o letto lo stesso rapporto di intelligence: della NSA? del FSB? Dello SDECE? La storia dirà …
“E’ serio e credibileâ€, ha già detto Hollande, e ti credo: l’hanno scritto i suoi uomini migliori, dell’ENA, i più versati nella neolingua europoide.
E cominciare a sborsare i 50 miliardi almeno per l’ulteriore “salvataggio†alla Grecia, o discutere della ristrutturazione del debito.
Personalmente, non credo che il Bundestag, gonfio di rabbia del suo elettorato, accetterà ; in ogni caso, la rabbia dei tedeschi per dover aprire ancora il borsellino, la responsabilità politica (e di aver mentito ai suoi elettori) ricade su Angela.
Dalle ultime notizie, Schauble ha avuto un accesso di furor teutonicus: “La ristrutturazione del debito è impossibile! Tutti sanno che dei greci non ci si può fidare! Non pagano i conti!â€, palesemente con la bava alla bocca. Il ministro estone, il viceministro olandese: “No! No Non vale!“.
Saranno giornate interessanti, le prossime, a Berlino e a Francoforte.
In Francia, invece, c’è “Madame Frexitâ€: Marine Le Pen. Che apertamente vuole che la Francia esca dall’euro, anzi (parole sue) “uno smantellamento ordinato della moneta comune, con Francia e Germania che si siedono a un tavolo per scioglierlaâ€.
Ora, la Le Pen prende i voti dei francesi. Evidentemente i tedeschi hanno ragione di temere che – nonostante tutti i trucchi messi in atto da 40 anni per sbarrare la via al Front National, Madame possa davvero arrivare all’Eliseo. Ed attuare il programma. Quindi, facciamo paura ai francesi facendo vedere come finiscono i greci che hanno sfidato la concezione disciplinare dell’eurozona.
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Nel frattempo, il governo di Atene potrebbe denunciare Goldman Sachs per i costosi trucchi che consigliò al governo precedente onde farlo entrare nell’euro; anzi dovrebbe, secondo un “importante consulenteâ€, ex alto banchiere di Goldman Sachs, che adesso ha messo la sua esperienza a disposizione di paesi indebitati e vittime dell’ingegneria creativa con cui Goldman li ha convinti a mutare i loro debiti in qualcos’altro, nascosto sotto derivati e swaps.
Si valuta che Goldman, per il servizio, abbia ottenuto dai greci 500 milioni di dollari; la banchiera che impapocchiò l’affare, la greca (ma laureata ad Oxford) Antigone Loudiadis, avrebbe intascato quell’anno una sommetta di 12 milioni di dollari.
Il personaggio che vuole farsi dare il mandato per trascinare Goldman in tribunale si chiama Jaber George Jabbour, faceva per Goldman il “progettatore di derivatiâ€, e adesso ha fondato la Ethos Capital Advisors. Ha già aiutato il Portogallo a recuperare qualcosa delle cifre spese in “ingenue†transazioni a cui era stato convinto da importanti banche d’affari di Londra. Ne nacque un’inchiesta parlamentare in cui vari politici portoghesi lasciarono le penne. Speriamo.