di Pier Luigi Fagan.
Aung San Suu Kyi stravince le elezioni birmane e volge al termine la
lunga dittatura militare, si affaccia un nuovo soggetto-oggetto
geopolitico.
La Birmania è stata sino ad oggi ostracizzata dalla
comunità internazionale, compreso l’ASEAN asiatico e con l’unica
eccezione di una relazione di convenienza con la Cina.
La Cina ha nella
Birmania (chiamata Myammar dalla giunta militare ma è probabile tornerÃ
ora al suo nome originario) significativi interessi energeteci, ma sopratutto l’approdo
diretto sull’Oceano Indiano, bypassando cioè la rischiosa e complicata
situazione degli stretti e dei mari contesi dell’Estremo Oriente.
La
nuova leader invece, è stata beniamina dell’Occidente e portabandiera
della lotta per i diritti umani. Per ragioni religiose, storiche e
parzialmente etniche, ci sono legami con l’India mentre per ragioni
etniche e storiche con la Thailandia. Il paese è sottosviluppato e ha
molte materie prime ed energia (idrocarburi e idroelettrica).
Ci sono
quindi tutti gli ingredienti per:
a) prevedere un ampio e intenso
sviluppo, una sorta di nuova terra promessa, vergine, con costo del
lavoro irrisorio, crescita turistica etc.;
b) prevedere un intenso corteggiamento
da parte di Cina, Stati Uniti ed anche India.
Se la nuova leadership
birmana sarà in grado in essere un soggetto, potrà fare aste di amicizia
e gestendo tutte le relazioni, garantire un futuro equilibrato e
splendente al suo popolo. Se non sarà in grado, diverrà terra di lotta e
di conquista per l’egemonia, in particolare americana (un brutto colpo
per la strategia di evasione dal Mar Cinese di Xi Jinping): sarà quindi
un oggetto. Difficile fare previsioni.
Fonte: https://pierluigifagan.wordpress.com/cronache-dellera-complessa/.
CRONACA N.369 (09.11.15)
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