Marine Le Pen e le quote rosa italiane

Rivolta del popolo contro le élite, ha detto la Le Pen. Rivela impietosamente che i politici oggi con il muso lungo non capiranno nulla e non cambieranno nulla. [Piotr]

Marine Le Pen e le quote rosa italiane
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Redazione Modifica articolo

8 Dicembre 2015 - 19.05


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di
Piotr
.

Marion Anne Perrine Le Pen, detta Marine, ha commentato il
successo del Front National definendolo la rivolta del popolo contro
le élite
. In una certa misura ha ragione. In molti stufi marci
dell’Europa delle oligarchie finanziarie, dell’aggressività della Nato, delle
ondate di profughi preparate dalle aggressioni perpetrate con fondamentalisti
tagliagole e bombardamenti e sapientemente dirette dai ponti di comando negli
Usa e in Turchia, in molti diranno “Ben gli sta, almeno capiranno”, oppure “Ben
gli sta. Così cambieranno”.

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Nossignori, non capiranno nulla e non cambieranno nulla.


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“La rivolta del popolo contro le élite”, ha detto
dunque la Le Pen. È proprio quella frase che rivela impietosamente che i
politici che adesso hanno il muso lungo non capiranno nulla e non cambieranno
nulla. Quella frase dice esattamente che la sinistra ha ripetuto e sta
ripetendo tutti gli errori, tutte le schifezze, tutti gli opportunismi, tutti i
tradimenti, tutte le vigliaccherie che all’inizio del Novecento portarono al
comando i fascismi in mezza Europa. Quindi se non si è capita una tragedia è
impossibile che si capisca la sua farsa (anche se è molto poco allegra).


Negli Usa c’è un presidente democratico, il primo nero della
storia. Ebbene? Il fronte in Ucraina si era appena calmato e già la Nato ha
pensato bene di inglobare il Montenegro, nonostante le grandi proteste avvenute
in quel Paese. La Nato a guida Usa e quindi a guida nero democratico sta
andando alla ricerca della guerra con la Russia, che cerca di schivarla in
tutti i modi. La Nato sta stracciando punto per punto tutti gli accordi che il
presidente repubblicano Reagan aveva preso con Gorbaciov e che
garantivano se non una governance, almeno una non belligeranza globale e una
vasta collaborazione. I vecchi conservatori sono infuriati coi neocons.
Persino Kissinger è preoccupato.

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I neocons tenuti fuori dalla porta dai vecchi
presidenti repubblicani sono stati fatti entrare dal democratico ex
renitente alla leva in Vietnam, Bill Clinton, si sono sdraiati sui centri di
potere col repubblicano (e demente) Bush Jr e oggi ricattano il democratico
nero Barack Obama, che evidentemente ha molti scheletri nell’armadio. Se,
Dio non voglia, la democratica Hillary Clinton dovesse vincere le
presidenziali dell’anno venturo il mondo correrebbe rischi senza precedenti,
come nemmeno il repubblicano Nixon Boia gli fece correre.


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Nossignori, non capiranno nulla, non cambieranno nulla.


La crisi sistemica ha rimestato ogni frittata e ogni minestra.

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Negli Stati Uniti i vecchi conservatori sembrano delle
colombe liberal a confronto con la nuova sinistra progressista.

In Europa il socialista François Hollande sembra un fascista minus
habens
a confronto coi vecchi gaullisti. Come stupirsi che il Front National
sembri allora un partito neogaullista e raziocinante agli occhi di moltissimi
francesi?

In Gran Bretagna l’ex premier laburista Tony Blair è nel
mirino dell’ex Director of Public Prosecutions, Sir Ken Macdonald, che
lo vorrebbe vedere in manette per tradimento e crimini di guerra. Un Lord che
vorrebbe vedere in galera un leader socialista e con tutte le ragioni (di
sinistra) del mondo. Forza Sir Ken!

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Nel Bengala Occidentale, in India, il Partito Comunista
Marxista è sparito dalla scena politica dopo quasi trent’anni di ininterrotto
governo, scaricato e punito da tutta la sinistra, dai contadini agli
intellettuali, schifati dalla sua politica corrotta e omicida.


Ci si lamenta quando qualcuno dice che non  c’è più la destra e la sinistra. Certo, è una
banalità, ma come è una banalità che non ci sono più le mezze stagioni. La
crisi sistemica porta con sé il surriscaldamento politico globale. Ma ammetto
che la questione sia mal posta e si presti a equivoci. Dire che non c’è più la
destra e la sinistra suscita infatti scandalo tra chi insiste nel dire che
comunque gli ideali di sinistra e quelli di destra sono distinti e antitetici.
Sono d’accordo. Ma questi ideali devono pur essere professati da qualcuno. Se
chi doveva professare gli ideali di sinistra professa nella realtà dei fatti
quelli di destra di cosa stiamo parlando? Dell’unicorno? Dell’essere del
non-essere?

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In Italia il partito dell’unicorno reale – non quello
sognato – è rappresentato in degno modo da un poker d’assi di “quote rosa” (si
possono anche togliere le virgolette perché tanto la logica è quella).

Eccolo qui:

L’onorevole Laura Boldrini, che ghigliottina i dibattiti al
Parlamento per fare i favori ai banchieri.

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L’onorevole Maria Elena Boschi, factotum di Renzi e quindi ogni altro
commento è superfluo.

L’onorevole Federica Mogherini che nelle riunioni Nato canta in coro
“We are the world” (manco il più freak dei supercriminali della Marvel oserebbe
tanto).

L’onorevole Roberta Pinotti, che voleva inviare i nostri soldati in
Ucraina a dar man forte a quelli con le svastiche sugli elmetti e sui carri
armati. L”altro giorno ha superato se stessa. Per voler giustificare a tutti i
costi i massacri di civili nello Yemen fatti dall’Arabia Saudita con bombe
provenienti dalle basi militari in Sardegna, ha osato affermare che l’intervento
dei Sauditi è autorizzato dall’ONU. Una balla sesquipedale! Dimettiti,
bugiarda!

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Lasciamo distinta l’onorevole Marianna Madia, protetta di Walter Veltroni,
che fece la sua campagna elettorale proclamando che era a favore del precariato
(finché non fosse stato dannoso per le aziende – scrisse dottamente:
«un
ottimo di flessibilità
»
sic!) e che
sull’aborto la pensava come Giuliano Ferrara. Alla fine il PD l’azzittì. Oggi è
ministro.


Con quartetti o quintetti rosa così non c’è nessun bisogno
di maschi. Lo ammetto, siamo inutili. Non è una gran perdita, nessuno sentirà
la nostra mancanza. Nemmeno il dio degli idioti, quello degli opportunisti,
quello dei vanesi né quello dei criminali.

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Io, dal canto mio, non sentirò la mancanza di queste quote
rosa, l’arma segreta della sinistra contro i fascismi che avanzano. Wow

Cupio dissolvi.

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Mi consolo, e così sussisto, pensando alla “Giovanna d’Arco”
di Verdi rappresentata ieri sera alla Scala di Milano. Un Verdi con parti così
così che si alternano a momenti di grande bellezza. Ma l’interpretazione di Anna Netrebko ha reso tutto magico.

Anna Netrebko nel canto è come Meryl Streep nel cinema.
Quando intelligenza, sensibilità, tecnica e passione si uniscono, ogni cosa
toccata diventa magia. Pensate a Meryl Streep in un film come “The Manchurian
candidate”. Il film vale poco. Ma vale la pena di vederlo per la prova della
Streep, capace di nobilitare ogni ruolo. Lo stesso avviene con la Netrebko.
Potrebbe far diventare un capolavoro assoluto anche “Fra Martino campanaro”.

Ma loro sono due donne, non due quote rosa. E c’è una bella
differenza.

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Fortuna che le quote rosa sono a numero chiuso e la grande
maggioranza delle donne ne rimane fuori. Così noi maschi in via di dismissione
abbiamo ancora la possibilità di vedere la magia femminile all’opera e
migliorarci, o per lo meno illuderci che sia così.


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