Al di là dell’aspetto personalistico (e familistico) di quanto accaduto venerdì scorso nell’aula di Montecitorio, in merito alla vicenda che lega l’affaire Banca Etruria al Ministro per le Riforme Costituzionali, quello a cui abbiamo assistito, come cittadini impotenti di una sempre più disastrata repubblica, è stato l’ennesimo gesto convulso di una politica degradata, collusa col malaffare e corrotta.
Poco importa se le parole pronunciate dal Ministro, per difendere la sua posizione indifendibile e difendersi da un evidente conflitto d’interessi, siano state nel vero (e non tutte lo sono state) o se abbiano omesso o taciuto alcune questioni (e anche questo è accaduto).
Il voto di fiducia a Maria Elena Boschi è stato un atto terroristico. Un atto consapevole e intimidatorio, finalizzato a incutere nella collettività la paura nel cambiamento e a reprimere ogni velleità di una possibile alternativa allo status quo.
Chi è il mandante? Un governo illegittimo, e un premier ancora più illegittimo, che continua imperterrito, da quasi due anni ormai, nella sua azione di tenace e progressiva repressione delle garanzie costituzionali e delle più elementari regole democratiche.
Chi è stato l’esecutore materiale? Una Camera dei deputati che nella maggioranza dei suoi rappresentanti è ormai espressione della totale incapacità di una seppur minima parvenza di autonomia decisionale e dirittura morale, definitivamente al soldo di grandi e piccoli potentati.
Non vale neanche più la pena chiedersi a che punto è la notte. Ma prepararsi al peggio e a lottare per difendere la Costituzione.
(21 dicembre 2015) [url”Torna alla Home page”]http://megachip.globalist.it/[/url]