‘di Pierluigi Fagan
Hayek è il noto economista che si batté per evitare l’intervento umano sul sistema economico. Hayek sosteneva che un sistema economico è troppo complesso per le capacità umane di intervento in base ad aspettative a priori. Meglio lasciare il sistema economico emergente dall”interazione di innumerevoli atti e condizioni a se stesso, le sue facoltà di auto-organizzazione saranno comunque sempre più efficienti ed efficaci di qualsivoglia intervento umano che finirà irrimediabilmente per perturbarlo. Va ricordato che Hayek, era immerso in quella Europa della prima metà del secolo scorso in cui si fronteggiavano due visioni dell’economia (pianificata/centralizzata vs libero gioco del mercato) e della società (dominio dell’economia sulla politica o viceversa).
Il punto è: da quale punto di vista si pone il giudizio? Se il giudizio è posto dove implicitamente lo poneva Hayek (cioè non motivando questa scelta, come per altro fanno tutti i “liberaliâ€, dando per scontata la fondazione del pensiero utilitarista per il quale il “bene comune†è una economia che funziona bene) , ovvero dal punto di vista di un generico “sistema economicoâ€, Hayek aveva ragione. Non v’è dubbio che un sistema complesso auto-organizzato (non totalmente caotico) funzionerà sempre meglio di un sistema complesso coartato da aspettative e conseguenti interventi umani.
Ma la scelta di porre il sistema sociale in subordine al sistema economico non è a sua volta un rispetto della libera facoltà di autorganizzazione delle società umane ma un scelta precisa. Non esistono modi di lasciare la società umana ad una libera autorganizzazione dai tempi dei cacciatori-raccoglitori. Si tratta allora di scegliere quale ordine subordina gli altri.
Nel filmato seguente, pubblicato da Nature, si mostra il funzionamento tipico di un sistema complesso, di un sistema che ha delle soglie di resilienza oltre le quali va in catastrofe ed entro le quali rimane adattivo al cambiamento, cioè vivo e dinamico ed a suo modo, entro certe bande di oscillazione, in equilibrio:
Oggi, i sistemi naturali, così come i sistemi sociali, le relazioni tra stati ed i loro popoli che ne sono inclusi, sono subordinati al funzionamento del mercato, libero ovvero dotato di auto-nomia cioè che si dà la legge da sé (non è vero ma così lo si rappresenta). Il mercato è libero ma tutti gli altri sistemi soggiacenti (natura, interno della varie società umane, società planetaria nel suo complesso) non lo sono perché gli sono subordinati. Questa gerarchia (c’è sempre una gerarchia quando si ha a che fare con l’essere umano – ente natural-culturale – cioè essere intenzionale, diversamente dai sistemi solamente naturali) produce: collasso ecologico-ambientale, ingiustizia sociale, conflitto endemico nelle relazioni internazionali.
Per evitare queste tre catastrofi c’è solo un modo, sottomettere l’ordine economico all’ordine politico e sottomettere l’ordine politico ad un principio di democrazia integrale. Auto-organizzazione, nel campo delle società umane, è che le parti decidano consapevolmente quale sarà la volontà generale, quella della società di cui tutti sono parte. La società libera è la società che si dà la legge da sé ovvero il consesso umano che discute e legifera la sua intenzionalità autocosciente per evitare il collasso ecologico-ambientale, l’ingiustizia sociale, il disordine nelle relazioni tra nazioni.
Non siamo in grado? Vediamo allora cosa dovremmo fare per esserlo. Tertium non datur.
(10 aprile 2017) [url”Torna alla Home page”]http://megachip.globalist.it[/url]‘