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di Massimo Mazzucco.
Con la pausa estiva arrivano anche le solite minacce di Al-Qa”ida.
Non
 venga in mente nessuno di rilassarsi davvero: le vacanze servono a 
dimenticare il lavoro e i nostri problemi quotidiani, ma la paura del 
terrorismo deve restare con noi per sempre, 12 mesi all”anno.
È 
dal 2003 ormai che siamo abituati a questo rituale. Una volta c”era lui,
 il grande Osama Bin Laden, ad impedirci di riposare sereni sotto 
l”ombrellone. E ora che lui è passato a miglior vita, c”è comunque il 
suo ex-numero due, Ayman al Zawahiri, che trama nell”ombra per farci 
saltare tutti per aria.
Nascosto da qualche parte nel Pakistan, 
al Zawahiri controlla la famigerata AQAP, il pericoloso “tentacolo” di 
Al-Qa”ida con sede nello Yemen, capitanato da Nasser al-Wuhayshi. 
Americani, inglesi e francesi hanno appena chiuso le loro ambasciate a 
Sanaa, la capitale, mentre gli americani e gli inglesi hanno anche 
ordinato a tutto il loro personale di lasciare la nazione.
“Secondo la ricostruzione del New York Times –  scrive La Stampa – a
 scatenare l’allarme negli Usa la telefonata in cui Zawahiri avrebbe 
ordinato a Wuhayshi di compiere un attentato entro il 4 agosto, mentre 
per il network televisivo “Cnn†si sarebbe limitato a prescrivergli di 
«fare qualcosa».”
Ma scusate: a parte che oggi è il 7, e non è
 successo niente, ma come fanno gli americani a conoscere il numero di 
telefono dei terroristi? Pur presumendo – si spera – che si tratti di un
 cellulare e non di una linea fissa, come si fa a sapere 
il numero di telefono di una certa persona, a meno che non te l”abbia 
dato lui? Cosa fai, vai alla Telecom di Karachi e chiedi se “per caso un
 certo Ayman al Zawahiri ha aperto un contratto telefonico con il 
proprio nome?” Oppure vai alla Telecom di Sanaa e chiedi se “risulta un 
certo Nasser al-Wuhayshi fra i vostri abbonati di fiducia?”
Ma andiamo avanti. È la BBC a spiegarci che, “per l”Occidente, AQAP rappresenta tre pericoli diversi:
1 – A livello locale, per le ambasciate occidentali e per i cittadini dello Yemen.
2 – Come fonte d”ispirazione, per potenziali jihadisti in tutto il mondo attraverso la loro rivista on-line
Inspire.
3 – A livello globale, mettendo bombe sugli aeroplani.”
Andiamo con ordine:
1
 – “A livello locale”, sinceramente, non ce ne può fregar di meno. 
Certo, speriamo che non succeda niente ai dipendenti delle ambasciate 
locali, ma oltre a quello il problema non sussiste.
2 – “Come 
fonte d”ispirazione” invece AQAP è una bella sorpresa. Praticamente 
questa organizzazione terroristica avrebbe una pubblicazione on-line che
 serve a far proseliti nel mondo, e a) non si riesce a risalire 
all”editore, o comunque al responsabile del sito, mentre b) nessuno 
stato occidentale è in grado di bloccare l”accesso dei propri cittadini a
 questa rivista.
Se i cinesi vogliono, bloccano l”accesso a 
Google di 1 miliardo di persone in 5 minuti, ma tutte le nazioni 
occidentali messe insieme non sono capaci di bloccare l”accesso a questa
 maledettissima “fonte di ispirazione” di marca jihadista.
3 – Le bombe. Qui la cosa si fa tosta: “Alti funzionari dell’amministrazione Obama – scrive sempre La Stampa – hanno
 rivelato che a far scattare l’allerta globale per possibili attentati 
ad opera del Qaeda, oltre alle intercettazioni del n.1, Ayman al 
Zawahiri, c’è anche la scoperta che l’organizzazione terroristica 
sarebbe riuscita a sviluppare un nuovo esplosivo liquido non rilevabile 
da alcun sistema di controllo negli aeroporti. È quanto scrive il 
britannico Independent secondo il quale il liquido, inerte fine a quando
 resta tale, è stato sviluppato per impregnare gli abiti dei terroristi 
ed una volta seccatosi, “mutare†in un esplosivo ad alto potenziale. A 
sviluppare la nuova arma, incubo di ogni forza di sicurezza nel mondo, 
sarebbe stato proprio la branca yemenita dell’organizzazione, ossia Al 
Qaeda nella Penisola Arabica, grazie all’abilità del loro tecnico di 
punta, Ibrahimi al-Asiri.”
Praticamente, se vedete in giro un
 arabo completamente irrigidito nella sua tunica da beduino, che fatica a
 stare in equilibrio facendo perno sui talloni, state attenti a non 
avvicinarvi troppo perché è probabile che stia per esplodere in 1000 
pezzi, dopo che la sua tunica è “mutata” in un esplosivo ad alto 
potenziale. (Se invece vedete un arabo bagnato fradicio, che fatica a 
trascinarsi a causa del peso della sua tunica, potete anche andargli 
vicino e sputargli in un occhio, che tanto non vi farà niente. E” appena
 stato imbevuto di esplosivo invisibile, e prima che possa iniziare la 
“mutazione” voi sarete già in salvo a casa vostra).
Fra l”altro, 
il “tecnico di punta” al-Asiri è lo stesso imbecille che ha mandato il 
fratello a crepare per niente, tre anni fa, dopo aver inventato la sua 
ennesima “bomba invisibile”: “Nell” agosto 2009 – scrive la BBC – il
 maestro dinamitardo Ibrahim al-Asiri ha costruito un ordigno esplosivo 
così difficile da rilevare che o era completamente appiattito sul pube 
del portatore, o forse addirittura era stato nascosto all”interno del 
suo corpo. Dopodiché al-Asiri ha mandato il fratello Abdullah, che si 
era offerto volontario, come bomba umana per far saltare in aria il 
principe saudita dell”antiterrorismo. E c”è quasi riuscito. Fingendo di 
volersi consegnare, Abdullah al-Asiri è riuscito a convincere la 
security saudita a portarlo in presenza del principe Mohammed Bin Nayef 
poco prima che l”ordigno venisse fatto detonare. L”esplosione ha 
tranciato in due l”attentatore, ma poiché la maggior parte della forza 
esplosiva era diretta verso il basso, il principe è riuscito a cavarsela
 miracolosamente, con una semplice ferita alla mano.”
Praticamente,
 il genio del male al-Asiri ha chiamato il fratello, gli ha infilato un 
candelotto di dinamite nel culo e gli ha detto “Abdullah, vai e uccidi”.
Si
 è però dimenticato di dirgli che un attimo prima dell”esplosione doveva
 fare una mezza capriola in avanti, in modo che “la maggior parte della 
forza esplosiva venisse diretta verso l”alto”. Invece, restando 
normalmente in piedi, il buon Abdullah ha finito per fare soltanto un 
grosso buco per terra, in mezzo alle proprie caviglie. (Fra l”altro: 
come mai c”è andata di mezzo “la mano” dello sceicco? Dove si trovava 
esattamente quella mano, al momento dell”esplosione?)
Ma aspettate perché non è finita: questa gente mica si arrende al primo colpo. “AQAP
 ha subito minacciato che ci avrebbe riprovato, e lo ha fatto. Nel 
dicembre del 2009 al-Asiri ha inventato un altro ordigno da far 
indossare ad un volontario, questa volta un giovane nigeriano di nome 
Omar Farouk Abdulmutallab. Costui è riuscito a volare dall”Europa fino a
 Detroit con un ordigno esplosivo nascosto nelle mutande. Ma quando ha 
cercato di dargli fuoco, mentre l”aereo si avvicinava all”aeroporto di 
Detroit, è stato individuato, bloccato, arrestato e condannato per 
tentato uso di un”arma di distruzione di massa.”
Perché è 
vero che oggi gli esplosivi li fanno invisibili, ma si dimenticano 
regolarmente di attaccargli un detonatore decente, per cui alla fine 
tocca sempre mettere mano alla scatola di fiammiferi.
Ed è lì che casca l”asino.
Fonte: http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4307.
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