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Caso Kennedy: la dinamica della verità

La questione dei documenti 'desecretati' sul caso Kennedy ripropone l'eterna domanda di ogni volta che si parla delle grandi cospirazioni della storia: 'Quando verrà fuori la verità?' [M. Mazzucco]

Caso Kennedy: la dinamica della verità
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27 Ottobre 2017 - 20.02


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di Massimo Mazzucco.

La questione dei documenti “desecretati” sul caso Kennedy ripropone l’eterna domanda che si pone ogni volta che si parla delle grandi cospirazioni della storia: “ma quando verrà fuori la verità?”
Di solito a questa domanda io rispondo che la verità è subito disponibile, fin dall’inizio, per chi la vuole vedere, mentre ufficialmente non verrà mai riconosciuta fino in fondo. Ci sarà solo un lento trascinamento verso la verità, nel corso della storia, che sarà comunque e sempre frenato dalla volontà da parte delle istituzioni di non intaccare la credibilità delle istituzioni stesse.
Quando accade l’evento storico sotto falsa bandiera (assassinio di Dallas, Torri Gemelle eccetera) c’è sempre qualcuno che sospetta l’inganno fin dall’inizio, e cerca di denunciarlo pubblicamente. Costoro inizialmente sono in pochi, poi man mano che il tempo passa e che le informazioni da loro raccolte si diffondono, il numero degli scettici aumenta, ma non diventa mai maggioritario. È sempre una minoranza a sospettare l’inganno, poiché la maggioranza è tenuta sotto controllo dei mass media.
E se per caso il numero degli scettici raggiungesse una soglia potenzialmente pericolosa, entrano in funzione i debunkers, che sono specializzati nell’invenzione di bugie secondarie che vadano a coprire la menzogna originale.
 
Prende così piede la teoria del proiettile magico, che va a coprire la bugia originale di Oswald “assassino unico”, nel momento in cui questa teoria iniziava a traballare.
In questo modo, per la maggioranza della popolazione, la verità invece di avvicinarsi si allontana, perché ora alla bugia originale viene a sovrapporsi secondo strato di bugie che la protegge. Da quel momento in poi, infatti, non si discuterà più del fatto che per la C.I.A. e la mafia fosse diventato necessario uccidere Kennedy, ma si discuterà della dinamica balistica di un proiettile che entra dalla nuca ed esce dalla gola di una persona, poi rientra nella schiena di un’altra persona ed esce dal suo petto, per andare finalmente conficcarsi nella coscia di questa seconda persona.
È chiaro che nel momento stesso in cui i debunkers sono riusciti a creare una melma dialettica dalla quale sarà impossibile uscire con certezze assolute, anche la verità è destinata a restare sepolta in quella melma per sempre.
Questo, come dicevamo, vale per la maggioranza delle persone, che si accontentano di quello che dice la TV, e non hanno il tempo o la voglia di informarsi personalmente fino in fondo. Per la minoranza invece la verità è chiara fin dall’inizio, ed anzi ogni tentativo maldestro dei debunkers di inventarsi bugie insostenibili non fa che confermare quella verità.
Di fronte a questo meccanismo assodato, è da ingenui pensare che una qualunque “desecretazione” – per quanto strombazzata ai quattro venti – possa rivelare al mondo da un giorno all’altro la verità su un caso di cruciale importanza come l’assassinio Kennedy. Finchè il controllo delle informazioni resterà nelle mani delle stesse istituzioni che vogliono preservarsi, questo non accadrà mai. Non potrà accadere, per definizione, indipendentemente da quello che ci possa essere scritto su quei documenti.
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