Anche l'operaio vuole il figlio dottore... no, grazie, dottore sarà lei!

La laurea diventa un peso: pensioni penalizzate, lavoro precario e accesso alla PA chiuso. Le nuove generazioni sono schiacciate tra privilegi militari, emigrazione forzata e guerra, in un Paese che tradisce studio e futuro.

Anche l'operaio vuole il figlio dottore... no, grazie, dottore sarà lei!
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17 Dicembre 2025 - 15.35


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di Giuseppe Masala.

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Le nuove regole per il “riscatto della laurea” ai fini pensionistici varate dal governo possono essere assimilate ad un vero e proprio furto di stato e assestano un colpo definitivo al “sogno” della laurea per le nuove generazioni. Laurea ormai già vero e proprio incubo e palla al piede per le vecchie, figuriamoci per le nuove…

Se a questa incredibile stangata punitiva sommiamo anche le vecchie norme di precarizzazione del lavoro che erano e sono un vero e proprio handicap per chi si è affacciato al mondo del lavoro “in ritardo” per avere il “sudato pezzo di carta” la sentenza è senza appello: laurearsi è una jattura sempre che non sei un ricchissimo o una persona “ben inserita”.

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Come se non bastasse si sta aggiungendo una ulteriore probabile jattura per le nuove generazioni di laureati. Lo “scivolo della classe armata”. Cosa vuol dire? Ve lo spiego subito. Quando Crosetto dice che bisogna svecchiare le file dell’esercito sta chiedendo per i vecchi caporali VFB della mia epoca (io ho fatto il militare di leva, chiarisco) ormai diventati panciuti cinquantenni uno scivolo in altri posti della PA per arrivare poi alla agognata pensione.

Solo che ci è un problema: immettere nella PA decine di migliaia di panciuti caporali con la terza media (o se va bene con il diploma) significa chiudere definitivamente le porte della PA agli impudenti ragazzi che oggi sono iscritti nelle Università. Questo è lo scivolo “per la classe armata”….il lavoro garantito a decine di migliaia di persone già sature di stipendi (in missione un caporale VFB prende quanto un primario d’ospedale…per farvi capire) e contributi INPS significa non la fine dei sogni per le nuove generazioni di laureati. Significa proprio la pietra tombale anche sulla loro “nuda vita”…unica speranza scappare all’estero.

Fatto è che sotto questo aspetto, l’esercito professionale era qualcosa che non ci potevamo permettere. Non solo una idrovora magnasoldi ma anche un vampiro per intere generazioni per garantire “diritti alla classe armata” ovvero sia quella nuova classe sociale di stipendiati armati nata con la fine della leva e la nascita dell’esercito professionale…i caporali VFB sono diventati cinquantenni panciuti da campare a spese delle nuove generazioni….

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Se a tutto questo sommiamo la crisi latente della nostra economia, la deindustrializzazione in essere, e il ritardo tecnologico, per le nuove generazioni non c’è nulla…

Anzi, si, una cosa ci sarà: la guerra….la mobilitazione generale (a gratis) e la guerra alla Russia…perchè l’esercito professionale serve per creare privilegiati…quando c’è la guerra vera…si mobilitano i disgraziati. Ormai – questi ultimi – tutti laureati, dottori e pure un po’ coglioni.

Che triste. Cercatevi un lavoro da barista o da calzolaio, o da facchino….molto meglio.

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