I media stranieri ritraggono male la guerra in Siria

È ingenuo non accettare che entrambe le parti siano capaci di manipolare i fatti per i propri interessi. Superare la propaganda [Patrick Cockburn]

Preroll AMP

Redazione Modifica articolo

8 Luglio 2013 - 23.47


ATF AMP

di Patrick Cockburn.

Top Right AMP

Tutte le volte che vengo in Siria mi stupisco di quanto la realtà sia
differente dalla maniera in cui essa viene dipinta nel mondo esterno.
La rappresentazione estera della guerra in Siria è certamente tanto
distorta e fuorviante quanto niente di simile dall’inizio della Prima
Guerra mondiale.

Non riesco a pensare a nessun’altra guerra o crisi che
io abbia seguito in cui le fonti propagandistiche, parziali o di seconda
mano, siano state così prontamente accettate dai giornalisti come
fornitrici di fatti oggettivi.

Dynamic 1 AMP

Come risultato di tali distorsioni, i politici, e parimenti spettatori
di trasmissioni o lettori di giornali occasionali, non hanno mai avuto
una chiara idea su quanto stia capitando in Siria da due anni a questa
parte.

Ancora peggio, i piani a lungo termine sono basati su tali
malintesi. Un report sulla Siria pubblicato la scorsa settimana da International Crisis Group
a Bruxelles afferma che “divenuti certi di una rapida vittoria, gli
alleati stranieri dell’opposizione sono scivolati in una concezione
pericolosamente separata dalla realtà”
.

Gli slogan sostituiscono le politiche: i ribelli sono dipinti come i
buoni, mentre le truppe governative come i cattivi; dategli più armi,
l’opposizione potrà, presumibilmente, ottenere la vittoria decisiva;
posto sotto un’appropriata pressione militare, il presidente Bashar
al-Assad acconsentirà a quelle negoziazioni per cui come pre-condizione
vi è la capitolazione del suo schieramento.

Dynamic 1 AMP

Uno dei maggiori
inconvenienti di questa retorica demonizzante, che la nuova consulente
per la sicurezza nazionale americana, Susan Rice, nonché William Hague si
permettono di compiere, è quello di escludere la possibilità di giungere a serie
negoziazioni e compromessi con chi giungerà al potere in Damasco. E dal
momento che Assad controlla la maggior parte della Siria, Rice e Hague
hanno ideato la ricetta per una guerra infinita, fingendo al contempo
preoccupazioni di tipo umanitario per il popolo siriano.

È difficile provare la verità o la falsità di ogni generalizzazione
sulla Siria. Ma basandomi sulla mia esperienza di questo mese, avendo
viaggiato nella Siria centrale, tra Damasco, Homs e la costa
mediterranea del Paese, mi è possibile dimostrare quanto i servizi
mediatici differiscano notevolmente da quanto sta realmente accadendo.
Soltanto comprendendo e trattando con l’attuale equilibrio di forze sul
terreno qualche progresso verso la cessazione delle violenze potrà
essere compiuto.

Martedì (25 giugno, n.d.t.) sono stato a Tal Kalakh, una cittadina di
55.000 abitanti, poco a nord del confine con il Libano, una volta
roccaforte dell’opposizione. Tre giorni prima le truppe governative
hanno conquistato la città e 39 capi dell’Esercito Siriano di
Liberazione (ESL) hanno deposto le armi. Parlando con comandanti
dell’esercito siriano, con un disertore dell’ESL e la popolazione
locale, risulta evidente che non vi è stato un repentino capovolgimento
dalla guerra alla pace. Piuttosto, c’è stata una serie di tregue e di
cessate-il-fuoco, condotte su iniziativa di alcuni cittadini di Tal
Kalakh lungo il corso dell’anno precedente.

Dynamic 1 AMP

Ma nello stesso periodo in cui mi trovavo là, Al Jazeera-Arabia
riportava di combattimenti in città, tra l’esercito siriano e
l’opposizione. Del fumo stava presumibilmente provenendo da Tal Kalakh
come segno della lotta dei ribelli per difendere la propria fortezza.
Fortunatamente, tale versione si rivelò pura fantasia e, durante il
lungo tempo che passai in città, non ci fu alcuno sparo, nessun segno di
lotta né di fumo.

Di certo ogni schieramento in una guerra finge di non perdere alcuna
posizione senza una difesa eroica contro una schiacciante presenza del
nemico. Ma gli offuscati servizi su quanto avvenne a Tal Kalakh
marcarono un punto importante: in Siria l’opposizione è inconsistente
nei suoi giuramenti di fedeltà. Gli USA, la Gran Bretagna e i cosiddetti
11 “Amici della Siria”, incontratisi a Doha lo scorso week end,
forniranno armi ai ribelli fondamentalisti non islamici, ma non c’è
alcuna chiara distinzione tra loro e coloro che non sono legati ad
Al-Qaeda. È stato riferito che un combattente, affiliato di Al-Qaeda del
fronte Al-Nusra, abbia disertato a favore di un gruppo più moderato
perché non poteva più resistere senza sigarette.

I fondamentalisti
pagano di più e, dato il generale impoverimento di così tante famiglie
siriane, i ribelli saranno sempre più appetibili per arruolarsi. “I
soldi contano molto più che l’ideologia”, mi ha detto un diplomatico a
Damasco.

Dynamic 1 AMP

Mentre ero a Homs ebbi un esempio del perché la versione degli eventi
raccontata dai ribelli è così spesso accettata dai media esteri,
preferendola a quella del governo siriano. Può risultare di parte, a
favore dei ribelli, ma spesso non c’è una versione degli eventi resa dal
governo, così da creare un vuoto, riempito successivamente dai ribelli.
Ad esempio, chiesi di andare in un ospedale militare nel distretto di
al-Waar ad Homs e ottenni il permesso, ma quando arrivai là mi venne
negato l’accesso. Ora, i soldati feriti negli scontri contro i ribelli
sono, con buona probabilità, eloquenti e persuasivi sostenitori del
governo (ho visitato un ospedale militare a Damasco e parlato con
soldati feriti ricoverati). Tuttavia, l’ossessiva segretezza del governo
consentirà sempre che l’opposizione prevarichi quando si tratta di
imbastire un caso convincente.

Di ritorno nel quartiere cristiano nella Città Vecchia di Damasco,
dove sto al momento, ci fu un’esplosione vicino al mio hotel, giovedì.
Mi recai sulla scena e quanto accadde dopo dimostra che non c’è spazio
per versioni imparziali di testimoni oculari. La televisione di Stato
stava denunciando che si era trattato di una bomba-suicida,
probabilmente diretta alla Chiesa greca cristiano-ortodossa, o
all’ospedale shiita, ancora più nelle vicinanze. Furono uccise quattro
persone.

Ho potuto intravedere una rientranza del pavimento che mi sembrava
verosimilmente esser dovuta all’impatto con una bomba mortaio. C’era
poco sangue nelle immediate vicinanzae, nonostante ve ne fosse nove
metri più in là. Mentre mi stavo guardando intorno, una seconda bomba
esplose sul tetto di una casa uccidendo una donna.

Dynamic 1 AMP

L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, pro-opposizione, molto
spesso utilizzato come fonte dai giornalisti stranieri, riferì più tardi
che dalle sue investigazioni l’esplosione risultava essere causata da
una bomba lasciata sulla strada. In effetti, per una volta, fu possibile
sapere cosa accadde veramente grazie alle telecamere a circuito chiuso
posizionate attorno all’ospedale shiita, le quali mostrarono la bomba da
mortaio in aria, poco prima dell’impatto – i cui contorni vennero
delineati per una frazione di secondo contro la maglia bianca di un
passante ucciso dall’impatto. Quello che probabilmente avvenne fa parte
del consueto bombardamento con i mortai da parte dei ribelli del vicino
distretto di Jobar.

Nel bel mezzo di una feroce guerra civile rientra tra gli interessi
personali la credulità dei giornalisti di ritenere che nessuna fazione,
sia essa governativa o dei ribelli, non inventerà o manipolerà i fatti
per asservire un proprio tornaconto. Ancora molta parte dei media esteri
si basa su tale congettura.

L’intenzione della CIA e degli Amici della Siria di, in qualche modo,
favorire la fine della guerra incrementando il flusso di armi è
ugualmente assurda. La guerra produrrà soltanto maggior guerra. Il
sonetto di John Milton, scritto durante la guerra civile nel 1648, in
elogio al candidato parlamentare Sir Thomas Fairfax, che aveva appena
assalito Colchester, dimostra una comprensione più profonda di cosa
veramente sono le guerre civili, come niente che possa essere stato
detto da David Cameron o William Hague. Egli scrisse:

Dynamic 1 AMP
For what can war but endless war still breed?

Till truth and right from violence be freed,

And public faith clear’d from the shameful brand

Dynamic 1 AMP
Of public fraud. In vain doth valour bleed

While and rapine share the land.

Cosa provoca la guerra se non infinita guerra?

Dynamic 1 AMP
Finché verità e giustizia dal sangue non saranno liberate

E la pubblica fede sgombrata dall’ignobile marchio della pubblica frode,

Invano il valore sanguinerà,

Dynamic 1 AMP
mentre avarizia e saccheggio si spartiscono la terra.

30 giugno 2013

Traduzione a cura di Silvia De Michelis per il Centro Studi Sereno Regis

Titolo originale: Foreign media portrayals of the conflict in Syria
are dangerously inaccurate

http://www.independent.co.uk/voices/comment/foreign-media-portrayals-of-the-conflict-in-syria-are-dangerously-inaccurate-8679937.html

Dynamic 1 AMP

[GotoHome_Torna alla Home Page]

FloorAD AMP
Exit mobile version